Si smantella l’antimafia
e si indebolisce lo Sato

Società | 18 dicembre 2024
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Avevo, in qualche modo, promesso a me stesso di non scrivere nulla riguardo l’incontro del 14 dicembre nel salone comunale di Casteldaccia ma, evidentemente, grazie (o a causa, dipende dalla prospettiva) a sollecitazioni varie non sono riuscito a mantenere la promessa e, dunque, ad esimermi dallo scrivere.
Tema dell’incontro “Mafia oggi: percezione e stato attuale della lotta antimafia”. Presenti, oltre al sindaco e al moderatore Vittorio Panno, erano: Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro Studi Pio La Torre, l’on. Antonello Cracolici, attuale presidente della Commissione regionale antimafia, e Alessia Maione, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo di Altavilla Milicia.
A seguire l’intervento di Vito Lo Monaco - instancabile per costituzione - che ha portato all’attenzione, visti anche i recenti risultati del Censis, il distacco profondo tra la classe dirigente del nostro Paese e l’opinione pubblica che si manifesta, concretamente, nella scarsa partecipazione politica e all’ormai dimenticato diritto al voto. Da attento osservatore Vito ha, giustamente, riportato alla memoria quanto sia conveniente per la mafia, oggi, la commercializzazione della droga di cui, anche Casteldaccia, così come Bagheria e paesi limitrofi, è vittima. Ha poi insistito, ed è evidente giorno dopo giorno, come l’attuale Governo stia provando (e in parte ci sta riuscendo) a smantellare il sistema antimafia che indebolisce noi-Stato e rafforza, ancora una volta, la mafia e le criminalità organizzate ad essa connessa. Insomma: uno status quo infelice quanto preoccupante che ci deve sollecitare a comprendere cosa oggi, a proposito di percezione, possiamo seriamente fare a partire dalla nostra quotidianità.
A conclusione l’intervento - carico di verità - dell’on. Antonello Cracolici che, nella sua posizione di presidente della Commissione regionale antimafia, ha confermato quanto la mafia ancora oggi sia presente e continui, seppur in forme diverse, a proliferare. Un intervento anch’esso interessante il cui nodo centrale rimane il problema, apparentemente banale, dell’indifferenza. Purtroppo - afferma Cracolici - qualcuno pensa che oggi la mafia, nei nostri territori, non esista. E invece no. Esiste e il consenso glielo diamo noi. Questo il punto di partenza perché, come si sa, la differenza la fa proprio l’indifferenza.
E dulcis in fundo (ma non proprio dulcis), siparietto tra il moderatore che ha affermato - rivolgendosi al sindaco - quanto oggi, rispetto al passato, sia facile abbattere un bene confiscato alla mafia e lo stesso sindaco che, con toni esagitati, ha richiamato all’ordine la “raccolta punti” di cui parlavo a inizio di quest’articolo. Un intervento, forse voleva essere l’inizio di un dibattito, che poteva anche evitarsi ma che ha sottolineato tutta quanta la fragilità di un paese che ancora non riesce né a leggere il passato né ad attivarsi, seriamente, nel presente.
Dopo aver sintetizzato, forse bene forse male, l’incontro svoltosi con una buona, tutto sommato, presenza di cittadini, mi chiedo dove fossero tutti gli altri. Totale assenza di assessori, consiglieri comunali (era presente solo una, di minoranza), associazioni e comitati, giovani, improvvisati “consulenti culturali” del sindaco, “attivisti antimafia”, altri liberi cittadini (che, probabilmente, faticano a uscire dal torpore partecipativo). Dove erano? Rimango perplesso e, parafrasando il titolo di un libro di Christiane Taubira «Il mondo cade a pezzi, noi siamo il mondo», non mi resta che dire, anche io, «Casteldaccia cade a pezzi, noi siamo Casteldaccia».
Ma, ad ogni modo, creare spazi di dialogo in cui imparare l’arte per il dialogo - soprattutto la stima per il dialogo - non resta che la sfida più complessa con cui è necessario misurarsi. In attesa che qualcosa possa evolversi in positivo Casteldaccia si prepara, con trepidazione, ad accogliere la big cantante che, al gran gala di fine anno, porterà via un altro anno di buone riuscite (pochissime) e ottimi fallimenti (tantissimi).
 di Giuseppe Canale

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