La “vita online”
di tanti giovani
sedotti
dal mondo digitale
Società | 3 dicembre 2024
Giovani sempre più isolati, meno capaci di relazionarsi 'vis à vis' - con conseguente crescente assenza di amici in carne e ossa - e sempre più ipnotizzati dalla dimensione digitale – con effetti disastrosi su umore e prospettive sul futuro. È questa l’immagine dei giovani di oggi secondo l’annuale indagine condotta dall’Associazione mazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, gap e cyberbullismo) in collaborazione con il portale studentesco Skuola.net e in anteprima pubblicata da Adnkronos Salute in occasione della Giornata nazionale contro le dipendenze tecnologiche, indetta dalla stessa associazione per il 30 novembre.
Su un campione di 2.510 ragazze e ragazzi italiani, tra i 10 e i 24 anni, il 26,8% non ha legami significativi coltivati regolarmente con incontri al di fuori delle piattaforme digitali e il 14% fa spesso fatica a frequentare dal vivo i propri amici. Sebbene circa la metà dei giovani cerchi di uscire da casa per divertirsi, fare sport regolarmente e avere uno stile alimentare sano, tanti altri si lasciano sedurre dal mondo digitale.
Sono le ragazze a farsi condizionare maggiormente (in maniera negativa) dai social: si tratta del 65% rispetto al 31% dei ragazzi. Gli effetti del fascino della rete sui giovani incidono sulle loro abitudini e sui loro stati d’animo. “Il 49,3% dei giovani ammette di sentirsi influenzato da ciò che vede sui social media, mentre il 34,2% si sente spesso triste o insoddisfatto dopo un uso prolungato delle piattaforme social”, secondo i dati raccolti con l’indagine. La rete, inoltre, costituisce il luogo in cui cercare la cura per il malessere mentale. “Spesso, infatti, si visitano i social per gestire e distrarsi dagli stati d’animo come tristezza o rabbia (58%) oppure frustrazione/delusione (54,4%)”, si precisa nel report.
“Il 36% del campione ammette che il rapporto con il proprio corpo è legato a doppio filo con i modelli proposti dai social - spiega Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net -. Anche la ricerca di un 'fisico da post' fa parte degli effetti della dieta digitale. La situazione è ancora peggiore - sottolinea Grassucci - se ci limitiamo a misurare l’impatto dei social sul rapporto con il proprio corpo: è rilevante secondo il 47% delle ragazze intervistate e solo per il 18% della controparte maschile”. Dal momento che l’influenza dei social sul rapporto con il proprio corpo è importante per il 47% delle ragazze intervistate e solo per il 18% dei ragazzi, secondo Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta e presidente dell’associazione Di.Te., “è fondamentale lavorare su percorsi educativi che aiutino le ragazze a sviluppare una maggiore autostima, offrendo loro strumenti per leggere criticamente i contenuti online e contrastare le insicurezze”.
Altro effetto, ancora più preoccupante, della ‘vita online’ riguarda la gestione delle emozioni e la percezione del domani. “Il 62,3% delle ragazze e dei ragazzi, infatti, confessa di fare fatica a immaginare la propria vita futura. Una difficoltà che peraltro - spiega Lavenia - cresce con l’età. Viviamo in un’epoca in cui tutto è istantaneo, e questa immediatezza sembra soffocare la capacità di progettare a lungo termine. I social, che dovrebbero essere uno strumento, diventano spesso un rifugio che però amplifica frustrazione e insoddisfazione”.
Non mancano, tuttavia, dati confortanti. Quasi il 50% dei giovani è favorevole al 'no smartphone’ agli under 14 e al ‘no social’ agli under 16. “Mediamente il 47% sarebbe d’accordo, con un consenso non trascurabile sia da parte dei diretti interessati (il 29% tra i 10-15enni) che dei loro colleghi più grandi (il 49% tra i 19-24enni)”, rileva l'indagine. La convinzione di dover sottoporre a dei limiti l’uso della rete cresce con la consapevolezza legata all’età. Non a caso, il 90% dei 19-24enni constata un peggioramento della capacità di comunicare nella realtà a causa di un abuso nell’uso dei social; mentre solo il 56% tra i 10-15enni ha la stessa percezione. Altro aspetto positivo che emerge dall’indagine riguarda le famiglie che, fortunatamente, sembra stiano iniziando a riscoprire il ruolo di educatori anche con riferimento alla vita digitale dei figli: solo il 32% dei giovani intervistati non affronta mai queste tematiche con i propri genitori. E, in maniera inattesa, la metà di loro (48,7%) ritiene che un maggiore coinvolgimento degli adulti di riferimento sul tema potrebbe aiutare a vivere meglio questa dimensione.
di Alida Federico
Su un campione di 2.510 ragazze e ragazzi italiani, tra i 10 e i 24 anni, il 26,8% non ha legami significativi coltivati regolarmente con incontri al di fuori delle piattaforme digitali e il 14% fa spesso fatica a frequentare dal vivo i propri amici. Sebbene circa la metà dei giovani cerchi di uscire da casa per divertirsi, fare sport regolarmente e avere uno stile alimentare sano, tanti altri si lasciano sedurre dal mondo digitale.
Sono le ragazze a farsi condizionare maggiormente (in maniera negativa) dai social: si tratta del 65% rispetto al 31% dei ragazzi. Gli effetti del fascino della rete sui giovani incidono sulle loro abitudini e sui loro stati d’animo. “Il 49,3% dei giovani ammette di sentirsi influenzato da ciò che vede sui social media, mentre il 34,2% si sente spesso triste o insoddisfatto dopo un uso prolungato delle piattaforme social”, secondo i dati raccolti con l’indagine. La rete, inoltre, costituisce il luogo in cui cercare la cura per il malessere mentale. “Spesso, infatti, si visitano i social per gestire e distrarsi dagli stati d’animo come tristezza o rabbia (58%) oppure frustrazione/delusione (54,4%)”, si precisa nel report.
“Il 36% del campione ammette che il rapporto con il proprio corpo è legato a doppio filo con i modelli proposti dai social - spiega Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net -. Anche la ricerca di un 'fisico da post' fa parte degli effetti della dieta digitale. La situazione è ancora peggiore - sottolinea Grassucci - se ci limitiamo a misurare l’impatto dei social sul rapporto con il proprio corpo: è rilevante secondo il 47% delle ragazze intervistate e solo per il 18% della controparte maschile”. Dal momento che l’influenza dei social sul rapporto con il proprio corpo è importante per il 47% delle ragazze intervistate e solo per il 18% dei ragazzi, secondo Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta e presidente dell’associazione Di.Te., “è fondamentale lavorare su percorsi educativi che aiutino le ragazze a sviluppare una maggiore autostima, offrendo loro strumenti per leggere criticamente i contenuti online e contrastare le insicurezze”.
Altro effetto, ancora più preoccupante, della ‘vita online’ riguarda la gestione delle emozioni e la percezione del domani. “Il 62,3% delle ragazze e dei ragazzi, infatti, confessa di fare fatica a immaginare la propria vita futura. Una difficoltà che peraltro - spiega Lavenia - cresce con l’età. Viviamo in un’epoca in cui tutto è istantaneo, e questa immediatezza sembra soffocare la capacità di progettare a lungo termine. I social, che dovrebbero essere uno strumento, diventano spesso un rifugio che però amplifica frustrazione e insoddisfazione”.
Non mancano, tuttavia, dati confortanti. Quasi il 50% dei giovani è favorevole al 'no smartphone’ agli under 14 e al ‘no social’ agli under 16. “Mediamente il 47% sarebbe d’accordo, con un consenso non trascurabile sia da parte dei diretti interessati (il 29% tra i 10-15enni) che dei loro colleghi più grandi (il 49% tra i 19-24enni)”, rileva l'indagine. La convinzione di dover sottoporre a dei limiti l’uso della rete cresce con la consapevolezza legata all’età. Non a caso, il 90% dei 19-24enni constata un peggioramento della capacità di comunicare nella realtà a causa di un abuso nell’uso dei social; mentre solo il 56% tra i 10-15enni ha la stessa percezione. Altro aspetto positivo che emerge dall’indagine riguarda le famiglie che, fortunatamente, sembra stiano iniziando a riscoprire il ruolo di educatori anche con riferimento alla vita digitale dei figli: solo il 32% dei giovani intervistati non affronta mai queste tematiche con i propri genitori. E, in maniera inattesa, la metà di loro (48,7%) ritiene che un maggiore coinvolgimento degli adulti di riferimento sul tema potrebbe aiutare a vivere meglio questa dimensione.
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