Una democrazia compiuta la risposta ai venti della crisi e delle guerre

Società | 4 novembre 2023
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“La laurea honoris causa è il punto di riconoscimento dei tuoi meriti di un percorso di vita, ma è, senza dubbio, un nuovo inizio per altri traguardi”, così scrive una socia del Centro Pio La Torre. A parte i meriti attribuitimi, condivido pienamente il concetto che il riconoscimento apre una nuova fase di impegno per me e il Centro. 

L’apprezzamento va esteso a quanti hanno avuto l’idea, senza che io ne fossi informato, di propormi e approvare la laurea in Scienze della comunicazione: dal Rettore al Senato accademico, dal Dipartimento Culture e società dell’Unipa a quel gruppo di sostenitori, tra i quali mi permetto di indicare il giornalista Angelo Meli scomparso pochi giorni prima della cerimonia di laurea.
Detto ciò, sintetizzo la mia valutazione sullo scenario storico durante il quale ho espresso sessant’anni di attività politica e sociale. 

Da comunista ho speso tutta la mia vita “per la politica”, ma “non ho vissuto di politica”. Nelle varie fasi storiche mi sono schierato sempre per una democrazia compiuta contro le ingiustizie sociali, lo sfruttamento del lavoro manuale, intellettuale, dei ceti produttivi. Ho inseguito, con una visione internazionale, l’utopia del socialismo e della Costituzione del nostro Paese, della pace e dei diritti umani. 

Tale visione utopica rende credibile l’obiettivo di uno sviluppo mondiale ecocompatibile dell’economia globalizzata che promuova e renda accessibile a tutti i popoli la ricerca scientifica, la conoscenza, l’evoluzione tecnologica per ridurre la fatica umana e esaltare la creatività e la libertà umana. 

Un sistema politico democratico assicura che i vantaggi della crescita economica siano equamente distribuiti superando gli squilibri territoriali, sociali, di genere e tutelando il futuro ambientale del Pianeta.
La mia esperienza sociale ha sempre considerato prioritario trasmettere conoscenza e memoria dei fatti a tutti iniziando dalle nuove generazioni e cercando di raggiungerle attraverso il sistema scolastico, universitario, associativo, culturale, sindacale. È necessario promuovere la partecipazione dal basso alla vita sociale e politica di tutti sconfiggendo l’individualismo, l’egoismo, i radicalismi culturali, religiosi, la pratica della violenza (in tutte le sue forme dalle guerre al bullismo alla violenza di genere alle mafie). 

La democrazia va alimentata e curata quando si ammala (come in questa fase storica) sollecitando la partecipazione di tutti. La democrazia compiuta, a livello nazionale e internazionale, è l’unica via per spegnere i focolai alimentati dai venti di crisi economica, dalle guerre locali che possono diventare mondiali, dalla fame e dalle guerre che alimentano migrazioni epocali. Tutto ciò impone il rilancio del ruolo dell’Onu, dell’UE e di tutti gli organismi sovranazionali per favorire un clima di pace, di solidarietà e cooperazione tra stati, popoli e governi. 

È esattamente il contrario di quanto predicano oggi, strumentalizzando il disagio sociale, quei governi e partiti che praticano e predicano la bontà del nazionalismo, del sovranismo, delle democrature, dell’uomo, o donna, forte al governo della cosa pubblica. La discussione politica italiana in questo momento sul premierato, sulla utilizzazione delle risorse disponibili, sullo svuotamento della democrazia parlamentare, sull’indebolimento del ruolo di garante del Presidente della Repubblica, è un chiaro tentativo di rovesciamento della democrazia parlamentare previsto dalla Costituzione repubblicana nata dall’antifascismo, dalla Resistenza e dalla sconfitta del nazifascismo. 

È un modo per nascondere la bassa qualità politica dell’attuale classe dirigente al governo del Paese. Incapace di superare la crisi socio-economica del Paese, propone solo misure preelettorali, di occupazione di poltrone di comando, di controllo dell’informazione, di riduzione delle risorse per la sanità, la scuola, il Sud, i pensionati. Diventa urgente unire tutte le forze progressiste per difendere la democrazia come previsto dalla Costituzione. Vale anche per la cancellazione delle mafie dal futuro del Paese tema scomparso dal dibattito politico. L’unità delle forze antimafiose potrebbero dare un esempio al Paese e a tutte le forze politiche.

 di Vito Lo Monaco

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