Democrazia in sofferenza, l'Italia nel "mondo di mezzo"

L'analisi | 10 novembre 2023
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1.La democrazia si indebolisce nel mondo

La democrazia è un bene prezioso. Come la libertà. Come la giustizia. Lo era nella Atene di duemilacinquecento anni fa, lo è e lo sarà nel mondo di oggi e di domani dell’Intelligenza Artificiale. Un bene da conquistare e coltivare. Ma la democrazia è dappertutto in crescente sofferenza. Lo certifica il “Global State of Democracy 2023 Report – The New Checks and Balances”. Il Rapporto è stato stilato dall’ “International Institute for Democracy and Electoral Assistance”, organizzazione intergovernativa con sede a Stoccolma. Secondo l’Istituto, i fondamenti della democrazia si starebbero indebolendo in tutto il mondo, con la metà dei Paesi che subiscono un declino nei parametri dello Stato di diritto e della libertà di espressione.
L’“International Institute for Democracy and Electoral Assistance” (“International Idea”) come organizzazione intergovernativa supporta la democrazia in tutto il mondo. Ne è segretario il cinquantacinquenne Kevin Casas Zamora, originario del Costa Rica. Partner di “International Idea” sono Undp (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), Commissione Europea, Club di Madrid, Carnegie Europa, Consiglio d’Europa, Human Rights Watch, Unione Africana, Università svedese di Götemborg.
Secondo il Rapporto 2023 l’Europa mantiene lo status di regione con i più alti risultati al mondo in termini di performance democratica ma in molti Paesi si è registrato un calo, comprese democrazie consolidate come Regno Unito, Austria e Paesi Bassi.
Il Rapporto esamina quattro categorie di performance democratica di uno Stato: Diritti; Stato di diritto; Rappresentanza; Partecipazione. Per ciascuna categoria il punteggio va da 0 a 1.
La categoria "Diritti" aggrega un sistema giuridico equo, il rispetto delle libertà civili, il grado di realizzazione dell'uguaglianza politica e sociale in un Paese.
"Stato di diritto" è una nuova voce introdotta quest'anno. Include valutazioni sull'indipendenza della magistratura dall'influenza del governo, sulla misura in cui gli amministratori pubblici usano i loro ruoli per guadagni personali, sulla prevedibilità dell'applicazione della legge e sul grado di libertà dalla violenza politica.
"Rappresentanza" misura la credibilità dei processi elettorali, l'efficacia delle legislature e la qualità della rappresentanza democratica locale.
La categoria "Partecipazione" è una classifica aggregata del coinvolgimento dei cittadini nell'espressione democratica durante le elezioni e oltre, con valutazioni del contesto in cui opera la società civile, la forza dei gruppi di interesse, il grado di inserimento dei cittadini nelle associazioni e nei sindacati e l'affluenza alle urne negli appuntamenti elettorali nazionali.
Secondo il rapporto 2023 in ogni regione del mondo la democrazia continua a declinare e a contrarsi, con almeno un indicatore chiave della performance democratica in ribasso negli ultimi cinque anni in quasi la metà dei 173 Paesi esaminati.
"Molti Paesi hanno problemi con i pilastri fondamentali della democrazia", ha dichiarato il Segretario generale di “International Idea” Kevin Casas Zamora. 


2.Il barometro della democrazia nel continente europeo

Focalizziamoci ora sulla situazione nel continente europeo. I Paesi nordici mostrano le migliori prestazioni democratiche: la Danimarca è in testa in tre categorie su quattro a livello mondiale, mentre Norvegia e Finlandia si classificano nella top ten in tutte le categorie, così come la Germania, e la Svezia in tre su quattro.
Francia e Regno Unito, invece, sono riusciti a raggiungere la top 20 solo in due categorie. Il Regno Unito è al diciassettesimo posto nella categoria "Stato di diritto", con la Francia al ventesimo posto. Nella categoria "Diritti" i francesi detengono il ventisettesimo posto e britannici il trentaquattresimo.
L'Est Europa arranca. Ungheria, Polonia e Romania registrano i risultati peggiori nell'Unione Europea. Nel 2022, considerando sia i punteggi che la classifica globale, questi membri orientali dell'Ue non hanno mostrato grandi performance democratiche, piazzandosi fuori dai primi 50 nella classifica dello Stato di diritto.
Tra i paesi extra Ue del continente Azerbaigian, Bielorussia, Russia e Turchia sono stati definiti "Paesi non democratici", restando fuori dai primi 100 in tutte le quattro categorie. "Il gruppo composto da Azerbaigian, Bielorussia, Russia e Turchia si è allontanato dal resto dell'Europa, con risultati nettamente inferiori alla media europea nella maggior parte degli indicatori di democrazia", spiega il Rapporto.
Vediamo adesso, in sintesi, chi scende e chi sale. Diversi Paesi europei hanno mostrato un calo significativo nella categoria dello "Stato di diritto", con i punteggi di sette di loro giù di oltre 0,05 punti. Il calo è stato particolarmente significativo in Portogallo, Austria, Paesi Bassi e Ungheria. Fuori dall'Unione europea la Bielorussia e il Regno Unito governato dal Partito conservatore hanno registrato i cali maggiori.
L'Europa centrale è stata l'epicentro della crescita democratica, diventando la seconda sottoregione con i risultati più alti per quanto riguarda lo Stato di diritto secondo il Rapporto. La Germania ha ottenuto punteggi molto alti in tutte le categorie ma è diminuito significativamente lo score nella categoria "Rappresentanza". 


 3.L’Italia? Al ventitreesimo posto su quarantacinque Paesi europei

Alla luce degli indicatori ecco “classifica” e punteggio delle condizioni di salute della democrazia nei 45 Paesi del continente europeo nel 2022: Danimarca 0,980. Norvegia 0,934. Germania 0,912. Svizzera 0,890. Svezia 0,889. Finlandia 0,865. Lussemburgo 0,851. Estonia 0,845. Irlanda 0,840. Belgio 0,808. Lettonia 0,875. Regno Unito 0,781. Olanda 0,770. Francia 0,764. Islanda 0,749. Spagna 0,748. Repubblica Ceca 0,727. Slovenia 0,689. Lituania 0,686. Slovacchia 0,676. Cipro 0,668. Portogallo 0,657. Italia 0,651. Austria 0,648. Malta 0,629. Grecia 0,616. Croazia 0,601. Bulgaria 0,579. Montenegro 0,571. Romania 0,557. Moldavia 0,544. Serbia 0,538. Kossovo 0,531. Polonia 0,530. Georgia 0,528. Ungheria 0,526. Armenia 0,497. Albania 0,495. Bosnia-Erzegovina 0,478. Macedonia del Nord 0,475. Ucraina 0,397. Russia 0,335. Azerbaigian 0,289. Turchia 0,261. Bielorussia 0,209.
L’Italia si colloca in ventitreesima posizione su 45 paesi. In un poco confortante “mondo di mezzo”. Non c’è di che essere soddisfatti. Siamo messi male e abbiamo tanto da recuperare.
Nel linguaggio gergale giornalistico “bucare una notizia” significa mancare la pubblicazione di una notizia di un certo rilievo, lasciarsela scappare. Ebbene, incredibilmente la notizia della pubblicazione di questo Rapporto e delle sue conclusioni quest’anno è stata “bucata” dalla stampa italiana. In pratica quasi non se ne rinviene traccia su carta stampata e siti online. Nostre fonti sono state il sito di “International Idea” e l’emittente “Euronews”, canale televisivo d’informazione all news con sede a Lione, in Francia, che copre gli avvenimenti del mondo in una prospettiva europea e trasmette in molte lingue in quasi tutta l’Europa e anche altrove nel mondo. In particolare per l’emittente il servizio di Servet Yanatma andato in onda nei notiziari del 2 novembre 2023 intitolato “Stato della democrazia: il confronto tra i Paesi europei”.

 di Pino Scorciapino

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