Addio a Nicola Boccadutri, protagonista di una stagione memorabile
Società | 29 agosto 2024
Il tratto distintivo di Nicola Boccadutri era la cortesia, la capacità di affrontare serenamente, argomentando nel merito ma senza mai esasperare i toni, anche le discussioni più complesse. Eppure era uomo di forti convinzioni che aveva coerentemente espresso nel corso delle molte esperienze politiche e sindacali attraverso le quali era passato. Era stato convintamente comunista, tanto da rifiutare il percorso della Bolognina e aderire a Rifondazione, quando il Pci di Occhetto aveva cambiato nome. Era però legatissimo al più riformista dei dirigenti comunisti, Emanuele Macaluso, che aveva ricevuto la prima tessera del partito comunista ancora fuorilegge dalle mani del padre di Nicola, Calogero "Luzio" Boccadutri il quale era stato tra i principali esponenti prima della lotta clandestina antifascista e poi del partito comunista negli anni delle grandi lotte dei braccianti, dei contadini e dei minatori del dopoguerra. Del sindacato minatori della Cgil e poi della Filcea.
Nicola fu dirigente negli anni della crisi del sistema minerario siciliano e delle battaglie per la salvaguardia dei redditi e del futuro dei lavoratori del comparto minerario. Caltanissetta fu negli anni del dopoguerra un luogo non solo geograficamente centrale nella Sicilia che usciva dalla dittatura fascista e dalla guerra e che lottava per l'affermazione della democrazia. Ne ha dato testimonianza anche un bel libro di Franco Boccadutri (il fratello prematuramente scomparso alcuni anni or sono, con grande dolore di Nicola), "Vittorini nella città degli angeli": attraverso la ricostruzione dell'incontro nel giugno del 1943 tra Elio Vittorini inviato da Milano per conto del Centro interno comunista e il "compagno Luzio", offre uno spaccato di una stagione straordinaria della vita della Sicilia nella quale convergono a Caltanissetta "piccola Atene di Sicilia", come la definisce Leonardo Sciascia, negli anni tra il 1935 e. Il 1940, in un "periodo di onagrocrazia, cioè dominio degli asini, come diceva Benedetto Croce", insegnanti straordinari come "Luca Pignato, il poeta protestante Calogero Bonavia, padre Lamantia, Aurelio Navarria, Luigi Monaco, Giuseppe Granata". Pur di una generazione successiva a quella Caltanissetta Nicola sentiva idealmente di appartenere: non a caso, come ha scritto Fiorella Falci, uno dei progetti che lo avevano impegnato, nonostante la malattia, nei mesi finali della sua vita riguardava proprio la ricostruzione delle origini della lotta antifascista e per la democrazia nel Nisseno.
Nicola ha svolto tanti incarichi nella sua vita politica e sindacale, dalla categoria alla Confederazione, alla presidenza dell'Auser, all'Anpi, lasciando ovunque un ricordo positivo e una rete di relazioni umane testimoniate dalla folla che riempiva, in una giornata di fine agosto inondata da una lunga e fittissima pioggia, la grande chiesa di Santa Flavia a Caltanissetta. Bisognerà presto trovare il modo di ricordare, come merita, la sua azione sindacale, politica e di uomo dell'associazionismo democratico per non disperdere un ricco patrimonio di storia politica e sociale legato a lui ed al cognome che portava.
Condoglianze alla moglie e ai figli. Che la terra ti sia lieve, caro Nicola.
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