Vignette, ricordi, canzoni: Sandro Pertini è un’icona pop

Cultura | 2 marzo 2018
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Vignette, canzoni, cartoni animati. E poi ricordi, testimonianze, pezzi cruciali della vita del Paese. Nelle parole di tutti gli intervistati, il fattore umano stravince su quello politico. Le analisi si trasformano in emozioni e si capisce subito che, ancora adesso, il mattatore è lui, Sandro Pertini, il Presidente della Repubblica più amato dagli italiani, raccontato per la prima volta nella sua natura di «icona pop». 

L’impresa, titanica, e completamente riuscita, porta le firme del regista e sceneggiatore Graziano Diana e del magistrato scrittore Giancarlo De Cataldo, che alla figura del protagonista aveva già dedicato il libro Il combattente - Come si diventa Pertini (Rizzoli editore): «È sempre stato il mio eroe preferito, ma la scelta di celebrarlo ha anche molto a che vedere con la mia eredità familiare, con la memoria di mio padre che da socialista convinto lo collocava nel pantheon dei grandi del suo partito». 

Secondo Diana il film descrive «uno dei più importanti personaggi del 900 e, con lui, 80 anni di storia italiana», rispondendo al desiderio di «occuparsi di una figura positiva. Altrimenti succede che, nell’immaginario della gente, quelle negative finiscono per occupare più spazio». E poi, aggiunge il regista, Pertini è stato un sogno a lungo coltivato: «Nel 2004 avevamo scritto una fiction in due puntate. Il compianto magistrato Mario Almerighi, presidente della Fondazione Pertini, ci aveva aperto le porte della casa dell’ex-capo di Stato e la vedova, Carla Voltolina, aveva dato il suo assenso, firmando la liberatoria per la sceneggiatura. Nei panni del Presidente da giovane avevo immaginato Stefano Accorsi mentre, per ritrarlo nell’età più avanzata, era già stato contattato Ben Kingsley. Poi il progetto si arenò, Mediaset seguì altre scelte editoriali e lo lasciò cadere». 

Con la ferma intenzione di «non farne un santino» e di rendere il personaggio accessibile al pubblico dei più giovani, De Cataldo e Diana illustrano, attraverso gli stessi disegni, la strana intesa che legò Pertini al fumettista Andrea Pazienza, ricostuiscono, nella graphicnovel di Emanuele Mureddu, i momenti avventurosi di un’esistenza speciale, intervistano Antonello Venditti che «lucido come Bobbio, quasi nel ruolo di epistemologo del 900», spiega da dove venne la spinta a citare l’ex Presidente nella canzone Sotto la pioggia: «Pertini - dice De Cataldo - interpreta i valori più forti del secolo scorso, è protagonista della costruzione e della ricostruzione dell’Italia e spende, in tutto questo, la sua personalità istrionica e le sue qualità di vero ligure, in testa un rigore morale inattaccabile che lo avvicina a Mazzini e a Garibaldi». Molto citato sui social Nel film l’alto e il basso, la cronaca, la politica e il costume si mescolano continuamente, vanificando le barriere, proprio come nella realtà fece il protagonista. Si passa dalla celebre partita a carte in aereo, nel luglio 1982, con i giocatori della nazionale italiana vincitrice dei Mondiali, alle confessioni di Eugenio Scalfari sulle sortite del Presidente durante le riunioni di redazioni di Repubblica. Da Emma Bonino che, ricostruendo i giorni dell’ostruzionismo parlamentare alla Legge 194 sull’aborto, rievoca la scena di Pertini che per sostenerla, dopo ore e ore di interventi, le porta un pezzo di cioccolata, a Massimo Troisi nello sketch in cui si rifaceva al Pertini furioso per i fatti e i misfatti del dopoterremoto del Belice: «Nessun Presidente - commenta Diana - aveva mai fatto quello che lui fece allora, alzarsi in piedi e accusare il governo delle proprie inadempienze ». Qualcuno, oggi, parlerebbe di populismo: «Il germe forse c’era - ribatte De Cataldo -, ma piuttosto che spenderlo per inseguire il consenso, Pertini lo utilizzò sapientemente, tenendo fede al suo mondo di valori intransigenti e stimolando la politica a seguirli». 

Cosa avrebbe detto Pertini oggi ai Cinquestelle?: «Con i giovani - immagina De Cataldo - Pertini amava parlare, avrebbe trovato il modo di farsi un branzino e un bicchiere di vino bianco con Di Maio. Ne sarebbero venute fuori cose interessanti. E poi non dimentichiamo che anche Beppe Grillo è ligure, forse si sarebbero capiti, d’altra parte sui social Pertini è molto citato, l’aspirazione a quel tipo di rigore e onestà resta viva». Prodotto da Anele in collaborazione con Altre Storie, Sky Cinema e Rai Cinema, Pertini - Il combattente sarà nelle sale il 15 marzo, a dieci giorni dai risultati elettorali: «Vorremmo - dicono gli autori - che uscendo dalla proiezione i ragazzi riconoscessero l’esempio di un uomo che è sempre stato ciò che voleva essere. E che il nostro racconto servisse a convincerli del fatto che l’onestà è ancora un esempio importante da seguire».(La Stampa)

 di Fulvia Caprara

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