Un governo molto atteso, secondo solo al premier Amato

Politica | 22 maggio 2018
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79 giorni di attesa dalle elezioni dello scorso 4 marzo per la formazione di un nuovo governo. Mai attesa fu più lunga nella storia repubblicana per la nascita di un esecutivo, ad eccezione del governo Amato che si fece attendere ben 83 giorni dopo le politiche del 6 aprile 1992. All’impasse per Palazzo Chigi si affianca anche il ritardo del Parlamento nell’entrare nel pieno delle sue funzioni, tra le quali l’istituzione delle commissioni e delle giunte in seno all’assemblea. Emblema di tale paralisi anche le 1.008 proposte di legge presentate che, però, non vengono discusse e votate.  Questi alcuni dati su cui Openpolis si sofferma nei giorni in cui M5S e Lega provano a mettere su un governo dopo oltre due mesi e mezzo dalle consultazioni elettorali.


Governo

Giorni di attesa per la nascita del Governo

De Gasperi V (1948)

35

De Gasperi VIII (1953)

39

Fanfani II (1958)

37

Leone (1963)

53

Leone II (1968)

35

Andreotti II (1972)

49

Andreotti III (1976)

38

Cossiga I (1979)

61

Craxi (1983)

38

Goria (1987)

44

Amato (1992)

83

Berlusconi (1994)

12

Prodi (1996)

26

Berlusconi II (2001)

29

Prodi II (2006)

37

Berlusconi IV (2008)

24

Letta (2013)

62


Lo stallo nella costruzione di un esecutivo era tutt’altro che imprevedibile, esito di una legge elettorale che difficilmente consente di ottenere il premio di maggioranza vista l’alta percentuale di voti richiesta al partito/ coalizione che riscuote maggiori consensi. Il fallito corteggiamento del M5S al PD ha portato i pentastellati, il partito più votato, a riversare le proprie lusinghe  all’altro vincitore di questa tornata elettorale, la Lega Nord, pur di scongiurare il ritorno alle urna. Ma, stando ai dati alla mano, un governo M5S-Lega, alla cui guida proprio ieri è stato indicato il giurista Giuseppe Conte, avrebbe una maggioranza risicata al Senato. 109 senatori grillini, 58 in quota Lega. Con 167 parlamentari su 320 seggi, i due gruppi insieme avrebbero solo 6 voti di margine a Palazzo Madama per governare. Una maggioranza col contagocce che non mette al sicuro dalla possibilità di un governo di breve durata,visti i cambi di gruppo che da sempre hanno caratterizzato le legislature in corso d’opera.   

Il neo Parlamento, costituito in maggioranza da chi si è opposto all’esecutivo Renzi, prima, e Gentiloni, poi, continua a lavorare ai decreti legge deliberati dall’uscente governo a guida PD. Nello specifico, a tenere impegnati i nuovi parlamentari sono il decreto Alitalia, il decreto Arera e il DL 44/18. E tutto ciò in attesa che il Presidente della Repubblica conferisca l’incarico al professore di diritto dell’Università di Firenze per il primo governo giallo-verde, dopo aver sentito in giornata i presidenti delle Camere, Fico e Casellati.

 di Alida Federico

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