Un amore randagio nella realtà israeliana conquista Torino

Cultura | 3 dicembre 2017
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Alla fine a sbancare in questa 35/a edizione del Torino Film Festival  è DON'T FORGET ME di Ram Nehari con uno spaccato della complessa realtà israeliana attraverso l’amore di una ragazza anoressica e un suonatore di tuba un pò fuori di testa. È lui a vincere il premio come miglior film e anche a portarsi a casa il premio miglior attore e attrice andati rispettivamente a Nitai Gvirtz e a Moon Shavit (premio ex aequo con Emily Beecham per il film DAPHNE di Peter Mackie Burns). Premio del pubblico invece À VOIX HAUTE di Stéphane De Freitas, film sul valore della parola e sul potere travolgente delle idee. Ma la giuria presieduta da Pablo Larraín assegna una menzione speciale anche a uno dei due film italiani in concorso, ovvero a LORELLO E BRUNELLO opera prima di Jacopo Quadri. Un documentario che segue la vita di due fratelli agricoltori legati, al di la del ritorno economico, alla loro azienda e soprattutto alla terra ereditata dai genitori che conquista anche l’ambito PREMIO CIPPUTI. 

 Una menzione speciale va poi a KISS AND CRY di Chloé Mahieu e Lila Pinell che guadagna anche il premio per la miglior sceneggiatura. Le due registe mettono in campo un gruppo di pattinatrici quindicenni, tra amicizie, competizioni e dominate da un sadico allenatore. Premio Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, infine, va A FµBRICA DE NADA di Pedro Pinho, uno spaccato del Portogallo tra crisi e post-capitalismo. 

 Questi poi gli altri premi. Per TFFdoc, Miglior documentario per Internazionale.doc a M-1 di Luciano Pérez Savoy; Premio Speciale della giuria per Internazionale.doc a SANS ADIEU di Christophe Agou (Francia, 2017); per ITALIANA.DOC, Miglior documentario a DIORAMA di Demetrio Giacomelli; Premio Speciale della giuria a TALIEN di Elia Mouatamid. 

 Per ITALIANA.CORTI, Premio Chicca Richelmy per il Miglior cortometraggio a IDA di Giorgia Ruggiano e il Premio Speciale della giuria a BLUE SCREEN di Alessandro Arfuso e Riccardo Bolo. 

 PREMIO FIPRESCI (Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica) a THE DEATH OF STALIN di Armando Iannucci. 

«Don’t forget me» dipinge il ritratto toccante di una generazione dalle aspirazioni mancate e di un contesto sociale che non ha ancora elaborato i suoi traumi. Premiata ex-aequo con Moon Shavit, sale sul podio Emily Beecham che, in «Daphne» di Peter Mackie Burns, è una trentenne londinese libera ed emancipata, almeno fino al giorno in cui un incontro casuale mette in crisi il suo equilibrio, stabile solo in apparenza. Della sua interpretazione, fatta di grande carisma e poche parole, si è molto parlato in un Tff dove le figure femminili hanno avuto spicco decisamente maggiore di quelle maschili. 




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