Tex il sovversivo, eroe sempre uguale dal 1946
Cultura | 27 settembre 2017
Il fumetto italiano attraversa una fase di ribollente creatività come non si vedeva dagli anni Settanta tra graphic novel, webcomics e nuove case editrici. In mezzo a questi sconvolgimenti c’è però un’isola di quiete, dove il tempo non passa: Tex. Ogni mese è sempre la testata più venduta della Sergio Bonelli editore, Dylan Dog è declinato (ora si è un po’ ringalluzzito), Tex Willer resiste. Perché chi legge Texnon è un lettore di fumetti onnivoro che si applica anche alle 114 pagine mensili in bianco e nero dedicate al ranger e capo indiano. No, chi legge Tex è un lettore di Te x e basta, magari neppure sa che esiste altro. E la Bonelli questi lettori li prende molto sul serio, li rispetta dedicando a ogni albo una cura che non si trova in alcuna altra pubblicazione seriale italiana, nessun errore e snodi narrativi spiegati con una chiarezza al limite della pedanteria per non perdere nessun lettore per strada. Prendete gli ultimi due numeri, una storia in due parti: Il ritorno di Lupe e La prigioniera del deserto, scritti dal curatore della collana, Mauro Boselli, e disegnati con tratto potente e preciso da Alessandro Piccinelli. Due albi notevoli per varie ragioni che spiegano il successo di T ex. La prima: si ricollegano agli albi 7 e 8 della serie, storie degli anni Quaranta, per intenderci, dimenticata anche dai fan più accaniti (anche se continuamente ristampate) e questo è possibile solo con un personaggio che dalla sua nascita, nel 1946, non è mai davvero cambiato. Seconda ragione: dopo 70 anni Tex è un personaggio quasi senza storia, ben caratterizzato, ma gli episodi della sua vita rilevanti – al netto delle avventure sempre uguali albo dopo albo –sono pochi e quindi è sempre possibile arricchire il suo passato, indefinito come quello delle leggende. Terza ragione: la storia ruota intorno a una donna, cosa rara in pagine molto maschili, figlia di una vecchia fiamma di Tex che, da eroe di un altro secolo ama ma non seduce, protegge, salva e se ne va. Congelato nella sua perfezione, Tex è ormai così anacronistico da essere diventato originale e quasi sovversivo. (Il Fatto Quotidiano)
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