Stessa spiaggia, stesso mare sempre più inquinato

Società | 24 luglio 2018
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Su 26 punti presi in esame lungo le coste siciliane da Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, 22 risultano inquinati e di questi 17 fortemente inquinati. Il dito è puntato su canali e foci che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati. Ci sono anche dei record assoluti, con situazioni che nonostante gli esposti dell’associazione e i controlli delle forze dell’ordine mostrano un inquinamento ormai cronico: è il caso della foce del fiume Alcantara che da anni presenta livelli di inquinamento elevatissimi e dove la presenza di un depuratore sottodimensionato non permette di trattare adeguatamente i carichi inquinanti che arrivano dai Comuni di Giardini Naxos, Taormina e Castelmola. Viene anche menzionato il Comune di Augusta, dove i cittadini aspettando da 40 anni un depuratore che ancora non arriva.

Sono nove i punti monitorati dall’associazione ambientalista in provincia di Palermo, di cui sette giudicati fortemente inquinati: allo sbocco dello scarico presso A. Diaz, piano Stenditore Lungomare, in località Porticello, allo scarico delle acque bianche presso Spiaggia Sarello, allo sbocco del canale sulla spiaggia presso piazza Marina, alla foce del torrente Nocella, alla foce dello scarico presso corso Bernardo Mattarella, alla foce del fiume Chiachea presso lo sbocco del depuratore. Risultati inquinati, invece, i punti alla foce del fiume Pinto, spiaggia La Praiola. In provincia di Agrigento, invece, sono tre i punti monitorati: uno è risultato fortemente inquinato, alla foce del torrente Cansalamone; sulla spiaggia viale delle Dune, presso canale, invece, il giudizio è stato di inquinato, entro i limiti il punto campionato sulla spiaggia fronte torrente Re. Quattro i punti presi in esame in provincia di Catania, di cui tre fortemente inquinati, rispettivamente allo sbocco dello scarico fognario inizio Lungomare Galatea, Foce Torrente Macchia, in località Sant’Anna, e alla Foce del fiume Alcantara, e uno entro i limiti, allo sbocco del canale Forcile in Contrada Pontano d’Arci. Due i punti monitorati in provincia di Messina, entrambi entro i limiti ovvero la spiaggia presso via IV novembre 271 e la spiaggia presso scarico via Crisafulli. Fortemente inquinati sono risultati, invece, i due punti monitorati in provincia di Siracusa, ovvero alla foce del Canale Grimaldi e alla Spiaggetta del Granatello. Sui due punti campionati in provincia di Caltanissetta uno è risultato fortemente inquinato, ovvero alla foce del fiume Gattano, l’altro inquinato, alla foce del torrente Rizzuto. Entro i limiti, invece, il punto monitorato in provincia di Ragusa alla spiaggia fronte fiumara di Modica, mentre in provincia di Trapani i tre i punti monitorati, risultati tutti fortemente inquinati: alla spiaggia presso lo scarico del depuratore, alla foce del fiume Delia, e alla spiaggia presso pennello fronte oasi ecologica.

Lo ribadiamo da tempo, ma purtroppo non troviamo riscontri: in Sicilia il problema della depurazione rimane drammatico, anzi è peggiorato rispetto allo scorso anno, come dimostrano i risultati dei campionamenti fatti dai tecnici di Goletta Verde - dice Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia - Ecco perché, agli esposti già presentati l’anno scorso dopo il passaggio di Goletta Verde - relativi ai 5 punti che risultavano fortemente inquinati ormai da troppi anni, ovvero Aci Castello, Aci Trezza, allo sbocco dello scarico fognario inizio lungomare Galatea, a Calatabiano, San Marco, Foce fiume Alcantara, a Porto Grande, Siracusa, alla Foce del Canale Grimaldi, a Gela, in località Macchitella, alla Foce del fiume Gattano, e a Licata, sulla spiaggia fronte scarico depuratore - abbiamo deciso di aggiungerne altri relativamente alla vergognosa situazione di Augusta, del tratto di costa Bagheria Santa Flavia e di quelli da Carini a Trappeto, oltre che rispetto ai casi cronici di Mazara del Vallo, Trapani e Castelvetrano”.

Tra i fattori inquinanti c’è anche il corretto smaltimento degli olii esausti. Per tale ragione, anche quest’anno il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati è main partner della campagna estiva di Legambiente. Attivo dal 1984 anni, il CONOU garantisce la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale: lo scorso anno in Sicilia il Consorzio ha recuperato 7.847 tonnellate di questo rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente. L’olio usato - che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli - è un rifiuto che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche. Ma l'olio usato è anche un’importante risorsa perché può essere rigenerato tornando a nuova vita in un’ottica di economia circolare: il 98% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti, un dato che fa dell’Italia il Paese leader in Europa. “La difesa dell’ambiente e in particolare del mare e dei laghi - spiega il presidente del CONOU, Paolo Tomasi - rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione. L’operato del Consorzio non solo evita una potenziale dispersione nell’ambiente di un rifiuto pericoloso, ma lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese”. 

La maladepurazione - sottolinea Stefano Ciafani, presidente di Legambiente Nazionale - è un’emergenza ambientale che va affrontata con urgenza, visto che siamo stati anche condannati a pagare all’Ue una multa da 25 milioni di euro, più 30 milioni ogni sei mesi finché non ci metteremo in regola. Sebbene a un prezzo salatissimo, su questo tema dovremmo essere grati alle istituzioni europee perché ci aiuteranno a risolvere il problema della mancata depurazione”. Rende noto, a tal proposito, che Legambiente quest’anno affiancherà alla denuncia pubblica sullo stato delle acque anche un'azione giuridica presentando nuovi esposti alle autorità competenti per chiedere di verificare le cause di queste criticità e denunciare i responsabili secondo le nuove norme previste dalla legge sugli ecoreati.

Non va meglio, infine, sul fronte dell'informazione ai cittadini. La cartellonistica informativa, obbligatoria da anni per i comuni e che dovrebbe avere la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare, è infatti assente: su 26 punti monitorati i tecnici di Goletta Verde in Sicilia non hanno avvistato nemmeno un cartello.

 di Melania Federico

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