Si scatena la caccia al voto sui social e si fa feroce

Politica | 28 febbraio 2018
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La competizione elettorale per le prossime elezioni politiche si misura in like e condivisioni. Rispetto alle precedenti consultazioni cambiano gli spazi che diventano sempre più virtuali e ovviamente le modalità. E’ così che la politica si fa sempre più sui social networks. E’, infatti, il web il re dei consensi.

Openpolis ha focalizzato la sua attenzione sullutilizzo dei social da parte dei candidati e dei politici. Attraverso uno strumento creato da ProPublica alla fine del 2017, chiamato Pac, è stato avviato il primo monitoraggio in Italia dei contenuti politici sponsorizzati su Facebook. Esso tuttavia necessita del coinvolgimento degli utenti, appartenenti a orientamenti politici il più possibile diversi. Attraverso i like degli utenti e le condivisioni, Facebook, come anche Google e la maggior parte delle grandi piattaforme web, analizza i comportamenti. Queste informazioni poi vengono utilizzate in una serie di servizi che le piattaforme stesse offrono ai loro clienti inserzionisti. Il caso duso più ricorrente è proprio quello delle sponsorizzazioni. Quando qualcuno vuole potenziare la viralità di un contenuto, ampliandone il cosiddetto “reach” (portata in italiano), lo può sponsorizzare. Questiniziativa permette di selezionare specifiche caratteristiche degli utenti che si vogliono raggiungere. Connotati che nel loro insieme contribuiscono a definire il profilo del singolo utente e che possono essere di vario tipo: demografiche (es. che hanno tra i 18 e i 25 anni), geografiche (es. utenti che abitano nella regione Sicilia), di comportamento (es. persone che seguono una squadra di calcio, una band, un gruppo politico, etc.) e che si traducono in preferenze. Tutte queste informazioni sono utilizzate per definire in maniera fine il pubblico (in realtà spesso i vari pubblici) obiettivo (target) della campagna, massimizzando linvestimento della sponsorizzazione.

La pagina Fb del M5S conta il maggior numero di like, per l’esattezza 1,2 milioni e si trova in una chiara posizione di vantaggio. A seguire la Lega, il Pd e Fi. LeU ne conta 46 mila, ma ha visto crescere la propria fanbase di oltre il 45% nellultimo mese. Un dato abbastanza fisiologico, vista la recentissima formazione della coalizione. È inoltre interessante quantificare il livello dinterazione che le pagine riescono a creare con la propria utenza. Legando il numero totale dinterazioni (“mi piace”, commenti e condivisioni) per ciascun post alla popolarità” della pagina, si possono costruire alcuni indici. Con una somma dinterazioni periodiche per 1000 fandi 1889, il partito più “coinvolgenterisulta LeU. Poco sotto, con risultati simili, si collocano Pd e M5s. Mentre Fi e Lega rappresentano, di gran lunga, il fanalino di coda.

Analizzando le fonti dei contenuti dei partiti, emergono differenze di stile. Mentre Pd e M5s preferiscono canali interni, come il sito di partito o il blog del Movimento, Forza Italia utilizza spesso Il Giornale e Tgcom24. LeU si affida a lHuffington Post e La Repubblica. Per la Lega, invece, spicca per utilizzo ilpopulista.it.

Se si prende in esame il numero e la composizione dei post pubblicati, si vede che la Lega (33 post al giorno) sceglie di assordare” lutenza, mentre gli altri partiti adottano una strategia più contenuta ed efficiente. Il Pd, a differenza degli altri, è lunico a fare uso sistematico di post promossi attraverso il pagamento alla piattaforma (14% contro il 5 di FI). È in questo modo che i post desiderati diventano visibili anche a chi non segue la pagina. Post che, in questo caso, catalizzano quasi la metà delle interazioni.

A livello di contenuti c’è chi preferisce i video (FI e M5S) e chi le foto (Pd, LeU e Lega). Forza Italia spesso ripubblica gli stessi post, mentre il M5S condivide di frequente video o dirette dei propri esponenti, più che i contenuti propri della pagina. Si possono poi legare i numeri dei partiti a quelli dei relativi leader, per capirne peso e ruolo nella strategia comunicativa. Risulta evidente che i numeri di tutti i principali leader superano di gran lunga quelli dei loro partiti. E quindi Matteo Renzi ha 4,6 volte i fan del Pd e Pietro Grasso ha 3 volte i numeri di Liberi e Uguali. Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, infine, hanno rispettivamente 5,8 e 5,5 volte i like dei loro partiti. La grande differenza è rappresentata dal M5S: Luigi Di Maio ha quasi gli stessi numeri del partito, forse solo per la recente investitura e per la natura meno personalistica del Movimento.

Facendo unanalisi qualitativa è possibile analizzare il contenuto dell’offerta comunicativa. E così, grazie a fanpagekarma.com e al programma Yoshicoder, è possibile individuare le parole più utilizzate nei post. LeU presenta parole strettamente legate al programma, come “scuola”, “lavoro”, “sanità”, “legge”, “investimentoe la discussa “sinistra”. Stessa considerazione si può fare per Forza Italia, dove ricorrono le parole fiscali”, “lavoro, e flat tax, anche se una parola capace di creare altissimo coinvolgimento (engagement) sembra essere “Berlusconi”. Nella pagina del Pd troviamo lavoro”, “diritti” e “famigliatra le più ricorrenti, mentre nella pagina della Lega troviamo la parola “Salvini” o “capitano” con grandissima frequenza, come anche “#primagliitaliani” e “lavorano. Per quanto riguarda il M5S, molti post rimandano a video o dirette, senza ulteriori descrizioni. Risultano essere frequenti parole come condannato”, “Pd” e “loro, mentre il riferimento ai temi è più marginale.

 di Melania Federico

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