"Resto al Sud", contributi ai giovani che si creano il lavoro

Economia | 17 agosto 2017
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Il governo accelera sul piano di investimenti per creare nuove imprese giovanili al Sud. Chi ha meno di 35 anni e un progetto imprenditoriale valido potrà avere da Invitalia fino a 50mila euro per avviare l'azienda che potranno diventare 200mila euro se saranno 4 ragazzi a mettersi insieme. Gli incentivi fanno parte del piano “Resto al Sud” varato con decreto poco più di due mesi fa. Dopo la pubblicazione in Gazzetta e lo sblocco nei giorni scorsi delle risorse fino al 2019 da parte del Cipe, il ministero della Coesione territoriale di concerto con Mef e Mise pubblicherà le modalità per accedere agli incentivi. Si dovrebbe partire a settembre. I progetti dovranno essere inviati a Invitalia che dovrà valutarne la sostenibilità tecnico-economica e rispondere entro sessanta giorni dalla presentazione al neo imprenditore che non dispone di mezzi propri per avviare l'attività. Il 35% del finanziamento è a fondo perduto e il resto erogato dalle banche a tasso zero, con il beneficio della garanzia pubblica del Fondo di garanzia per le Piccole e medie imprese. Invitalia dovrà anche stipulare una convenzione con l'Abi – l'associazione bancaria italiana - per le condizioni di concessione dei mutui. Il prestito potrà essere rimborsato entro otto anni dalla concessione del finanziamento, di cui i primi due anni di pre-ammortamento. Sono previste, inoltre, azioni di accompagnamento da parte di enti pubblici, Università ed associazioni del terzo settore, a supporto del processo di crescita. Chi sarà in grado di produrre progetti credibili e sostenibili, avrà il pieno appoggio dello Stato, in un rapporto di responsabilità reciproca, si legge nel decreto.

L'agevolazione riguarda tutte le iniziative imprenditoriali legate all'artigianato, all'industria, al turismo, alla pesca e ai servizi, escluse professioni e commercio a eccezione dei beni prodotti nell'attività di impresa. I beneficiari non devono risultare già titolari di attività di impresa in esercizio e, fino al rimborso del finanziamento, non devono risultare titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato presso un altro soggetto. La norma punta anche a far rientrare meridionali residenti all'estero: possono accedere ai benefici se entro 120 giorni dall'accoglimento della domanda riportano la residenza in una regione tra Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. L'obiettivo è raggiungere una platea di 100mila possibili nuovi imprenditori: disponibili 1,25 miliardi fino al 2025 dal Fondo sviluppo e coesione, di cui una prima parte sono stati già sbloccati dal Cipe il 7 agosto scorso.

La norma sulla “Banca delle terre abbandonate o incolte” prevede inoltre che i Comuni identifichino i terreni e le aree edificate di cui sono titolari che risultino in stato di abbandono da almeno 10 anni. Questi terreni, a seguito di bando pubblico, possono essere assegnati in concessione, per un periodo di nove anni rinnovabili, sulla base di un progetto di valorizzazione specifico presentato da giovani tra 18 e 40 anni. Un meccanismo di valorizzazione analogo riguarda anche i beni immobili privati, previo consenso del legittimo proprietario, sulla base di un progetto di valorizzazione e della corresponsione di un canone di affitto. Per il finanziamento di tutti questi progetti di valorizzazione, i giovani potranno accedere alla misura 'Resto al sud' ma anche agli incentivi dedicati al settore agricolo.

Il decreto, infine, definisce la cornice normativa per creare le Zone economiche speciali che potranno essere individuate dopo il via libera dell'Unione europea e in seguito alle proposte che faranno le singole Regioni. All’interno delle Zes, che dovranno contenere almeno un’area portuale, si prevedono procedure amministrative e di accesso alle infrastrutture semplificate. Previste anche agevolazioni fiscali aggiuntive rispetto al regime ordinario del credito d'imposta al Sud per investimenti fino a 50 milioni. Le imprese a ogni modo dovranno mantenere l'attività nell'area per almeno sette anni. Ciascuna regione può presentare una proposta di istituzione di una Zes nel proprio territorio, o al massimo due se sono presenti più aree portuali adeguate. Le risorse stanziate sono di oltre 200 milioni in un triennio: 25 milioni per il 2018; 31,25 milioni per il 2019 e 150,2 milioni per il 2020. Napoli, Salerno e Gioia Tauro sono le prime zone candidate a partire a cui potranno aggiungersi Palermo e Catania.

 di Angelo Meli

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