Programmi vaghi e appartenenze ambigue minano le prossime elezioni

Politica | 19 ottobre 2017
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Ormai a pochi giorni dallo svolgimento delle elezioni regionali siciliane, alle quali per altro si attribuisce anche un rilievo nazionale, solo raramente i vari candidati parlano di programmi e quando ne parlano lo fanno in termini vaghi.

La scena è stata fino ad ora occupata, oltre che dai sondaggi, che registrano un alto tasso di astensione dal voto, dalle molte migrazioni di deputati uscenti in cerca di una più opportuna collocazione elettorale e dalle accuse rivolte dal Movimento 5 stelle., per lo più al centro –destra, di inserire nelle liste cosiddetti “impresentabili”.

Eppure , come avviene .ogni volta che si profila una nuova amministrazione nel settore privato , bisognerebbe prima fare un inventario delle risorse disponibili, conteggiando non solo quello che c’è nella tesoreria ma anche tutti i crediti esigibili e tutti i debiti, poi annunziare un programma tenendo conto delle risorse disponibili, personali e reali e degli impegni presi; ciò per affrontare almeno il problema della disoccupazione , cui si lega quello della povertà, e quello delle carenze nei servizi essenziali, entrambi gravissimi ed urgenti in Sicilia.

Nell’elaborare il programma bisognerebbe innanzitutto stabilire il modello di sviluppo economico e sociale che nell’attuale momento storico e nell’attuale situazione della nostra regione non potrebbe che basarsi sull’impresa privata. ( certamente non sull’impresa pubblica che non ha dato buoni risultati almeno in Sicilia). L’idea dovrebbe essere fare intervenire lo Stato per i grandi progetti infrastrutturali e ed aggredire il problema della disoccupazione elevatissima creando le premesse per la nascita e lo sviluppo delle imprese .

Poi nella elaborazione del programma , tenendo conto della vocazione e delle opportunità del nostro territorio e dei possibili finanziamenti Ue, dovrebbero stabilirsi i settori sui quali puntare maggiormente ( l’agricoltura?, il turismo? l’edilizia?), scegliere la strategià più adatta per avere successo nei mercati e riorganizzare l’amministrazione regionale in funzione di tali scelte, ovviamente non trascurando la riqualificazione del personale e la sua motivazione con adeguati incentivi..

Infine in base a questo si dovrebbe stabilire un programma di potenziamento di alcuni servizi, quelli per cosi dire che hanno un rilievo per la localizzazione delle imprese come le strade, , i collegamenti marittimi, i collegamenti aerei, le banche d’affari, la formazione professionale, e quelli per cosi dire che interessano più i cittadini come la sanità, la scuola, gli ospedali ecc..

Naturalmente tutto questo presupporrebbe la coesione delle varie coalizioni e la stabilità di esse , omogeneità di vedute, conoscenza della effettiva situazione della regione, condizioni queste lontane dalla nostra realtà ed è forse anche per questo che si registrano queste carenze che per altro

da noi non producono effetti elettorali in quanto non interessano chi è molto arrabbiato perché ha deciso di non votare, non interessano chi è molto rassegnato perchè non ha più fiducia nella politica , non interessano chi punta sull’amico perché ha fatto questa scelta privatistica .

Perciò c’è poco da sperare, ma non si dica che la colpa è solo degli altri: anche noi elettori abbiamo le nostre responsabilità. Per altro se fossimo più attenti anche i cambi di casacca dei vari deputati , particolarmente numerosi negli ultimi tempi, non sarebbero cosi frequenti..

Ci vorrebbe da parte nostra più consapevolezza e più fiducia ma bisogna riconoscere che il condizionamento economico e quello culturale hanno la loro importanza in una regione dove la povertà è molto diffusa ed il tasso di evasione scolastica è molto elevato.

 di Diego Lana

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