Per un diverso orientamento di politica e amministrazione

Economia | 6 settembre 2018
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Nei libri di amministrazione si legge che non basta creare una istituzione preposta al raggiungimento di prefissate finalità, è necessario, perché ciò avvenga, che sia governata con una serie di operazioni che quasi sempre presuppongono l’intervento di uno o più soggetti e/ l’impiego di mezzi finanziari.

Negli stessi libri poi si legge che, poiché una parte più o meno consistente di tali operazioni riguarda i beni economici, in ogni istituzione occorre la cosiddetta amministrazione economica nella quale astrattamente si possono distinguere 3 momenti interdipendenti e complementari: l’organizzazione , la gestione ed il controllo. Non si possono raggiungere convenientemente le finalità di un ente senza l’apporto dei 3 momenti dell’amministrazione precedentemente menzionati perché, come è agevole intendere, non si può gestire senza una organizzazione e senza controllo , non si può organizzare senza controllo ecc.

Tutto questo non viene detto per dimostrare una inutile erudizione nel campo amministrativo ma perché troppe volte , specialmente nell’amministrazione della cosa pubblica, capita di riscontrare il contrario di ciò che si è detto sopra.

Si riscontrano casi in cui si creano enti dotati solo di un vertice amministrativo, enti dotati di personale senza compiti specifici o senza mezzi finanziari, enti non soggetti a nessun controllo o solo a controlli sulla carta ecc.

E viene detto anche perché questa scarsa consapevolezza della importanza per l’amministrare bene del momento organizzativo, del momento gestionale e di quello del controllo ha introdotto nel campo politico, e quindi dell’amministrazione pubblica, l’abitudine di dibattere oltre che di operare senza preoccuparsi degli aspetti organizzativi o senza preoccuparsi di ciò che è la realtà corrente(controllo).

Un provvedimento gestionale può essere positivo ma può non essere praticabile per carenze del personale, per carenze dei mezzi. Ma ciò può stabilirsi solo se nel concepirlo si fa un esame preventivo dello stato della organizzazione attraverso il controllo e d’altra parte non si può organizzare senza stabilire il provvedimento da realizzare (gestione)

Oltretutto il metodo qui raccomandato di affrontare i problemi, quello di considerare in correlata visione l’organizzazione la gestione ed il controllo, creerebbe meno difficoltà ai partiti ed ai governi perché li potrebbe indurre a formulare proposte e provvedimenti più realistici o più realizzabili evitando o riducendo le discussioni ed a volte gli allarmi di promesse elettorali che poi non si possono mantenere.

Se ad esempio, per riferirsi a due problemi di scottante attualità, si fossero esaminate a suo tempo le implicazioni organizzative e finanziarie del cosiddetto reddito di cittadinanza e /o della flat tax non solo non si sarebbero create molte attese e molti allarmi nei mercati, ma oggi i partiti proponenti avrebbero meno vincoli , più libertà nell’impostare la legge di bilancio.

Purtroppo cosi non è stato e non si può dire che questo modo di procedere della politica, che non è solo dei 5 Stelle o della Lega ma di tutta la politica, ha fatto bene al paese che già sopporta il peso di un aumentato costo del debito pubblico , di un peggioramento del rapporto con l’Ue, di un aumentato pericolo di uscita dall’Euro con le gravi conseguenze che questo provvedimento avrebbe per tutti, specialmente per i più poveri, come ha ampiamente dimostrato l’esempio della Grecia.

Vero è che a volte le cosiddette fughe in avanti sono consigliate per cambiare i rapporti di forza tra le diverse categorie sociali ma non bisognerebbe dimenticare che l’Italia a causa del suo debito è un paese sorvegliato speciale , e non solo dall’Ue.

 di Diego lana

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