Orti urbani al posto del lager per gli immigrati a Palermo

Società | 18 giugno 2018
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Le associazioni Centro Pio La Torre, Laboratorio Zen Insieme, Donne di Benin City, l'Arci, il Comitato per la Casa e i sindacati Cigl, Cisl e Uil hanno incontrato questa mattina l'assessore regionale al Territorio e Ambiente, on. Salvatore Cordaro per rappresentare la loro posizione contraria alla realizzazione di un hotspot per i migranti nel quartiere palermitano dello Zen.

Nell'incontro le associazioni hanno ribadito come le periferie di Palermo vadano risanate a partire dai bisogni delle persone che le abitano, rilanciandone lo sviluppo locale e favorendo l’inclusione sociale. Proponendo che i 47 ettari del fondo San Gabriele sul quale dovrebbe essere realizzato l'hotspot siano trasformati in orti urbani da affidare ai cittadini e alle cittadine per renderli fruttuosi e valorizzare l’area dal punto di vista ambientale, culturale e associativo.

L'assessore ha sottolineato come la sua posizione sia "tendente ad accogliere l'indirizzo del consiglio comunale di Palermo che ha deliberato la contrarietà alla realizzazione dell'hotspot. Tuttavia ci sono dei passaggi tecnici da realizzare, tra cui quello fondamentale del Cru (Consiglio regionale dell'urbanistica) che ancora non è stato convocato perché manca la comunicazione ufficiale da parte del Comune della decisione del consiglio e della relativa documentazione a corredo della decisione. Va ricordato - ha concluso l'ass. Cordaro - che il ministero per ragioni particolarmente specifiche può imporre la realizzazione. Parlerò con il neo-ministro dell'Interno, Salvini, per capire quale sia l'orientamento del nuovo governo".

"La Sicilia e Palermo, storicamente isola e città dell'accoglienza e dell'inclusione, non hanno bisogno di altri hotspot, diventati luoghi militarizzati di detenzione dei migranti - continua Vito Lo Monaco -. Stamani abbiamo chiesto all'assessore regionale all'Ambiente e al Territorio, on. Salvatore Cordaro, un impegno concreto per bloccare la realizzazione dell'hotspot a Palermo, considerando anche la drastica diminuzione dei flussi migratori verso la Sicilia dove esistono altri otto hotspot. Inoltre abbiamo chiesto all'assessore di non approvare la variante al Piano Regolatore per l'uso del Fondo San Gabriele, gravato da vincoli ambientali e archeologici immotivatamente non considerati dalla Sovrintendenza". "Abbiamo sollecitato anche la Regione perché supporti il Comune nella realizzazione della proposta avanzata dal Centro Studi Pio La Torre di utilizzare i 47 ettari del Fondo per orti urbani, di valorizzare i manufatti storici del fondo e il grande capannone di 1740 metri quadrati - conclude il presidente del Centro Pio La Torre - Tutto ciò per migliorare le condizioni di una parte importante della periferia della città".

 di Davide Mancuso

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