Omaggio a Rita Borsellino in costante ricerca della verità
«Quando mi è giunta notizia della morte di Rita Borsellino ho provato sentimento interiore, una sorta di solitudine e mi sono detto: ora a Palermo siamo più soli. Ma mi è venuto in mente il ricordo, e ancora lo sguardo di Rita del 19 Luglio quando lei stessa ha voluto la benedizione di quella targa sotto quell'albero di ulivo, che parla come un segno in via D’Amelio». Cerca le giuste parole Corrado Lorefice arcivescovo di Palermo nell’omelia nella chiesa di Don Orione a Palermo per i funerali della sorella del giudice Paolo assassinato dalla mafia nella strage di via D’Amelio.
«Il 19 luglio, nel giorno della commemorazione dell’eccidio, scorso disse in una intervista che il modo migliore per ricordare Paolo Borsellino - ha aggiunto Lorefice - è fare memoria nell’opera quotidiana. Rita ha fatto suo il testamento morale di Paolo Borsellino. Lotta alla mafia non sia solo distaccata opera di repressione ma movimento culturale che coinvolgesse le giovani generazioni».
«Queste parole mi hanno fatto recuperare quel sentimento di solitudine e fatto recuperare il libro cui Rita attingeva e attinge ogni cristiano, il Vangelo - ha osservato l’arcivescovo - Il libro della storia non sarà letto dai potenti ma dagli operatori di pace. Il cuore di Rita, limpido. Non doppio. Non avvezzo al compromesso all’idolatria del denaro. Il libro rosso della famiglia borsellino sono state le beatitudini. Donna madre, impegnata nelle beatitudini. Chi le frequenta non è ripiegato su se stessi. Da Rita possiamo imparare qualcosa dell’umiltà e dell’audacia della fede nonostante i mille dubbi che si porta, le mille domande e le attese di giustizia».
Tre figli, Rita Borsellino si è battuta affinché si arrivasse alla verità sulla morte del fratello. Nel 2006, dopo dieci anni come vicepresidente di Libera, l’associazione antimafia fondata da don Luigi Ciotti, si è candidata per il centrosinistra - dopo aver vinto le primarie - alla presidenza della Regione siciliana sfidando il governatore uscente Salvatore Cuffaro fu rieletto, ma Rita Borsellino ottenne oltre il 41% dei consensi. Eletta europarlamentare nel 2009, tre anni dopo si candida alle primarie per sindaco di Palermo ma viene sconfitta d’un soffio da Fabrizio Ferrandelli.
Lo scorso 19 luglio, nel ventiseiesimo anniversario della strage di via D’Amelio, spiegò che il modo migliore per portare avanti gli ideali di giustizia del fratello era l’impegno quotidiano di ognuno per ottenere la verità. Delle cerimonie ufficiali amava quel che di più spontaneo offrivano le occasioni: in via D’Amelio, anche lo scorso 19 luglio, anniversario della strage di mafia del '92, Rita Borsellino aveva occhi e orecchie per quel centinaio di bambini delle scuole che si trovavano lì a reclamare, già così presto, «il diritto di tutti allo sport», dal titolo di un progetto che avevano seguito con le maestre. Quello di quest’anno per Rita Borsellino è stato l’ultimo appuntamento nel luogo dove suo fratello Paolo e 5 agenti della scorta furono assassinati.
Fiaccata nel fisico dalla malattia, aveva comunque voluto esserci, anche per sostenere le battaglie della nipote Fiammetta, la figlia di Paolo, nella ricerca della verità sulla morte del padre, ancora avvolta dal mistero dopo quattro processi: «Quello che dice Fiammetta - spiegò Rita Borsellino quando la nipote, nel 2017, parlò di '25 anni di schifezze e menzognè - è Vangelo».
Dopo le denunce di Fiammetta, la sorella minore di Paolo si aspettava che il 2018 fosse l’anno risolutivo e si ponesse fine a quella cascata di «coriandoli di verità», come definiva quella "ricerca diventata un tema carnascialesco». E insisteva sulla "mancanza di volontà a far luce su quanto accadde 26 anni fa in via d’Amelio. «Qualcuno sa, molti sanno e se la verità non viene fuori è perché forse non c'è una richiesta sufficientemente forte. Invece la società deve pretenderla. Non è possibile che le istituzioni per 25 anni continuino a fare finta di cercarla».
Nella società degli adulti Rita Borsellino probabilmente non vedeva la forza necessaria per chiedere la verità, ma forse la vedeva nei bambini di via D’Amelio, nella generazione che verrà.
Sono numerosi gli
attestati di cordoglio per la scomparsa di Rita Borsellino. I
consiglieri comunali a Palermo di Sinistra Comune, Giusto Catania,
Barbara Evola, Katia Orlando, Marcello Susinno, dicono: «Rita
Borsellino è stato un faro, un punto di riferimento per una
generazione politica che ha scommesso sulla trasformazione della
Sicilia attraverso un costante impegno militante, nella società
civile e nei partiti». «Il segno di Rita Borsellino rimarrà nella
storia di Palermo. La sua straordinaria forza e il suo straordinario
amore per la Giustizia, uniti ad una grande capacità di comunicare e
trasmettere passione civile, ne hanno fatto una delle persone che più
ha simboleggiato la voglia e la possibilità di riscatto di Palermo,
la voglia e la possibilità di liberazione dalla mafia. A nome mio
personale e di tutto il Consiglio Comunale, oggi sono vicino ai
familiari, che con Rita hanno condiviso l’amore per Palermo e
l’impegno per il suo cambiamento». Dice il presidente del
Consiglio Comunale di Palermo Salvatore Orlando. Profondo dolore per
la scomparsa viene espresso dai PartigianiDem e da Legambiente. Il
gruppo del Partito Democratico al consiglio comunale di Palermo dice:
«Rita è stata una donna capace, caparbia, intelligente, che ha
dedicato la propria vita a battaglie che hanno reso migliore questa
terra: un punto di riferimento non solo per il centrosinistra, ma per
tutti coloro che fanno politica con passione e onestà, che lottano
per una società più giusta. A lei va il nostro sentito
ringraziamento per tutto ciò che ha fatto, per la sua testimonianza
e il suo impegno». Il gruppo del Pd al consiglio comunale di Palermo
chiederà una seduta commemorativa per Rita Borsellino a Sala delle
Lapidi, che ricordi il suo grande contributo alla città. Cordoglio
viene espresso dalla Cisl siciliana. «Con Rita Borsellino si è
spenta una luce dell’antimafia vera» dice il Centro Studi Pio La
Torre.
I figli di Rita Borsellino, Claudio, Cecilia e Marta, rendono noto che per chi volesse lasciare un segno della propria vicinanza è possibile sostenere i progetti del Centro studi Paolo Borsellino, associazione che Rita ha fondato e della quale è stata presidente sino alla fine, affinché il suo impegno possa continuare ad essere operante. E’ possibile devolvere il contributo tramite bonifico bancario: iban IT57O0501804600000000152801 (causale: In memoria di Rita Borsellino).
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