Ocse: in Italia pochi laureati, poco preparati e bistrattati
Solo il 20% degli italiani tra i 25 e i 34 anni è laureato, a fronte della media Ocse del 30% per la stessa fascia di età. Il numero di studenti iscritti all'università, secondo quanto emerge dal rapporto Ocse sulla 'Strategia per le competenze’, è sceso dell'8% tra il 2000 e il 2015. L’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico rileva anche che gli italiani laureati hanno, in media, un più basso livello di competenze in lettura e matematica (26esimo posto su 29 paesi Ocse). L’organizzazione, pertanto, invita ad orientare meglio la formazione universitaria verso le competenze richieste sul mercato del lavoro. La percentuale di occupazione dei laureati, infatti, è bassa rispetto alla media Ocse e, allo stesso tempo, molte imprese non riescono a reclutare lavoratori con competenze più specialistiche per coprire i posti di lavoro messi a disposizione.
C’è un dato degno di nota ed è riferito al divario, di oltre un anno scolastico, tra gli studenti del Nord e quelli del Sud Italia: “per esempio, mentre gli studenti della provincia autonoma di Bolzano ottengono risultati estremamente soddisfacenti, in linea con quelli dei Paesi che occupano le posizioni di testa nelle classifiche internazionali come ad esempio quelli degli studenti coreani, gli studenti della Campania si collocano più in basso, allo stesso livello di quelli cileni o bulgari. Il divario della performance in Pisa tra gli studenti della provincia autonoma di Bolzano e quelli della Campagna equivale a più di un anno scolastico”.
La modesta performance delle competenze ha contribuito al ristagno economico nel nostro Paese; migliorare questa performance sarà, pertanto, cruciale al fine di favorire una crescita che sia sostenibile e inclusiva in tutto il territorio nazionale. Dall’indagine dell’OCSE emerge che i lavoratori italiani possiedono un livello medio di competenze basso e hanno, rispetto a quanto avviene in altri paesi, minori probabilità di utilizzare specifiche abilità cognitive, che sono importanti nella performance dei lavoratori e delle imprese. Tali carenze si registrano anche tra i laureati italiani.
Malgrado tali risultati poco soddisfacenti, tuttavia, si osservano numerosi casi in cui i lavoratori hanno un know how superiore rispetto a quello richiesto dalla loro mansione, cosa che riflette la bassa domanda di competenze in Italia. I lavoratori con competenze in eccesso sono l’11,7%, quelli sovraqualificati il 18%. Il 35% dei lavoratori, inoltre, è occupato in un settore che non è correlato ai propri studi. Riequilibrare le domanda e l’offerta delle competenze richiede che le istituzioni nel settore dell’istruzione e della formazione siano più reattive ai cambiamenti, che ci siano politiche per il mercato del lavoro più efficaci e un uso migliore di strumenti di valutazione e di analisi dei fabbisogni di competenze attuali ed emergenti. Risultano essere necessari, infine, maggiori sforzi da parte del settore privato e la disponibilità a collaborare con le istituzioni pubbliche.
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