Nino Martoglio protagonista del gennaio teatrale catanese
Il paese “centauro” (l’Italia) onusto di dialetti, spesso tra loro incomprensibili, ancora oggi esibisce - anche (e soprattutto) attraverso i molti vernacoli - le storiche, profonde (e spesso ingiustamente esecrate) diversità che lo caratterizzano, nonostante le quali, faticosamente e pagando un prezzo altissimo, oltre 150 anni fa è stata raggiunta un’unità che ne fanno nazione. Non sempre tuttavia le dissomiglianze hanno generato lutti e rovine o deprecabili incomprensioni ed anzi, viceversa, sono state anche fonte inesauribile di spunti letterari che hanno prodotto esiti esilaranti. Scritto negli ultimi anni del XIX dal vulcanico e appena ventenne Nino Martoglio, I Civitoti in Pretura (in scena al “Brancati” fino al 28 gennaio) appartiene ormai al repertorio classico delle sanguigne farse isolane, dove appunto l’indecifrabile parlata siciliana d’una “civitota”, chiamata in Pretura per testimoniare su un fatto di sangue (un accoltellamento) dinnanzi ad un magistrato del nord Italia, diviene appunto scaturigine d’irresistibile comicità. Spericolando tra satira e farsa Turi Giordano, regista filologicamente minuzioso, ha raccolto e riunito in un unico copione le tre versioni elaborate da Martoglio, inventando così facendo un vero e proprio “adattamento” del lavoro, quindi infondendo al testo nuova linfa vitale anche con chiare attinenze all’attualità giudiziaria. Tutto questo, comunque, non sarebbe stato possibile senza l’apporto determinante della mobilissima (fisicamente), originalissima, insolita, buffa “precipitosa” e quasi surreale recitazione (tra sbuffi, lazzi, reticenze, vernacolo a volte oscuro e intraducibile) inventata da un’artisticamente matura e strepitosa Guia Jelo (la fiera popolana Cicca Stonchiti, centro gravitazionale dell’intera vicenda) in forma smagliante, che dal momento in cui entra in scena prepotentemente imprime al testo martogliano una svolta verso un’irresistibile e crescente dimensione farsesca, rinvigorita da una seconda ed ultima apparizione con la quale, con una rissosa bagarre, il lavoro teatrale ha termine. Nel cast, irresistibilmente chiassoso, da segnalare Riccardo Maria Tarci (anche aiuto regista, impegnato in vari personaggi, interpreta anche lo stesso Martoglio come “prologo”), Fabio Costanzo (l’accusato) e Plinio Milazzo (il pretore dal marcatissimo accento piemontese). Altri interpreti: Enrico Manna, Giammarco Arcadipane, Salvo Scuderi, Enzo Tringale, Raniela Ragonese, Noemi Giambirtone, Elisabetta Alma, Margherita Papisca. Musiche di Gianni Bella (presente alla prima).
Ancora
un drammatico lavoro teatrale, in scena con la regia e
l’interpretazione di Gilberto Idonea (ormai attore amatissimo dal
pubblico catanese) al “Metropolitan”, ha imposto il nome di
Martoglio in questo primo scorcio della nuova stagione teatrale della
nostra città. Ad un secolo dal suo debutto, avvenuto a Milano nel
1917 con Musco e Pandolfini e successivamente a Torino (performance
della quale resta una recensione di Antonio Gramsci), Scuru
del “moschettiere” belpassese denuncia gli orrori della guerra e
la devastazione morale e fisica d’una famiglia, mostrando anche il
sacrificio d’una giovane donna (Loredana Marino) che per assistere
il padre cieco e il fratello, tornato anch’egli cieco dalla Grande
Guerra, rinuncerà a vivere la sua storia d’amore chiudendosi come
in clausura nella casa avita. Sofferta e dolorosa performance di
Gilberto Idonea (che in tal modo omaggia la memoria del grande Angelo
Musco) nei panni del protagonista cieco (zù Masi Latinu),
efficacemente affiancato dal figlio Alessanro Idonea (Ninu).
Rivissuta al teatro Ambasciatori, l’affascinante e magica storia di Peter Pan, Wendy, Capitan Uncino e tutti gli atri i fantastici personaggi dell’ ’Isola che non c’è" prende vita sul palco, allestito in una veste innovativa nella produzione firmata “Sensazione Danza” diretta ed ideata dalla ballerina, coreografa e regista Gaia Giuffrida. Nato dalla sbrigliata fantasia di James Matthew Barrie questa nuova versione, con scenografie di Aurelio ed Eugenio Giuffrida, è stata riproposta dopo il fortunato debutto dello scorso anno al Teatro Metropolitan. Lo spettacolo coinvolgente e moderno è basato sulla contaminazione di vari stili di danza dal classico fino al contemporaneo all’hip-hop, con un cast composto da diciotto performer, che ha conquistato il numeroso pubblico di piccini e…genitori.
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