Nella settima nazione europea vivono solo bambini poveri
In Europa più di 26 milioni di bambini e ragazzi, sono a rischio povertà o esclusione sociale. Considerati tutti insieme costituirebbero la settimana nazione per popolazione dell’Unione Europea. I minori fronteggiano un rischio superiore di povertà o esclusione sociale rispetto agli adulti, e gli effetti della povertà possono durare per tutta la vita. Chiamati in causa, i bambini raccontano che la povertà per loro significa andare a scuola a stomaco vuoto, essere sotto stress perché i loro genitori non riescono a pagare l’affitto, passare l’inverno in case e scuole fredde, non avere abbastanza denaro per comprare un libro, e non osare coltivare speranze e sogni.
Una delle conseguenze più gravi di questa condizione è la povertà educativa, che riguarda 1 adolescente europeo su 5, privato della possibilità di costruirsi un futuro ricco di opportunità. Sono questi alcuni dati emersi nel rapporto “Sconfiggere la povertà educativa. Fino all’ultimo bambino” di Save the Children – l’Organizzazione internazionale che dal 1919 si dedica a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti. I bambini che provengono dalle famiglie più svantaggiate hanno più probabilità di conseguire risultati peggiori a scuola; hanno anche meno opportunità di prendere parte ad attività culturali, sportive e sociali, di svilupparsi dal punto di vista emotivo, e di realizzare il proprio potenziale. Quando questi bambini crescono incontrano maggiori ostacoli nel diventare componenti attivi della società e nel trovare lavori di buona qualità e stabili. È un circolo vizioso: la deprivazione materiale porta alla povertà educativa e viceversa.
“Mentre in Italia si discute delle scarse performance scolastiche degli studenti, con la lettera di 600 insegnanti che ne hanno lamentato livelli di insufficienza in lettura e scrittura - afferma Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children- non bisognerebbe mai dimenticare quanto le condizioni di povertà vissute dai bambini e dalle loro famiglie possano incidere in maniera determinante sulle opportunità educative e formative dei minori e sul pieno sviluppo delle loro potenzialità future. Spesso questi bambini e ragazzi non hanno la possibilità di fare i compiti in un luogo adeguato, non possono permettersi di fare sport né di svolgere attività culturali, come andare al cinema, al teatro o a una mostra. Il circolo vizioso tra povertà materiale e povertà educativa va dunque necessariamente spezzato prevedendo investimenti di spesa pubblica in maniera importante proprio su famiglie e bambini”. Alla radice della povertà e dell’esclusione sociale dei minori c’è la disuguaglianza.
Il 10% delle famiglie più ricche in Europa attualmente guadagna il 31% del reddito totale e possiede più del 50% della ricchezza totale, e il divario tra ricchi e poveri sta aumentando in molti paesi. In Italia, secondo quanto fotografato dal rapporto di Save the Children, i bambini e i ragazzi a rischio povertà ed esclusione sociale sono il 32%, una delle percentuali più alte in Europa, al di sopra della media europea del 28%. Islanda (14%), Norvegia (12%) e Repubblica Ceca (20%) si rivelano i paesi più virtuosi, mentre Romania (51%), Bulgaria (45%) e Ungheria (41%) fanno registrare i livelli più elevati. La deprivazione materiale e la povertà educativa influiscono negativamente sullo sviluppo dei bambini e sul loro benessere sin dai primi anni di vita, il che significa che è fondamentale investire in servizi di assistenza ed educazione per l’infanzia. Tuttavia, in undici paesi europei il tasso di copertura dei servizi per l’assistenza all’infanzia è meno del 20% ed in Slovacchia, Polonia, Repubblica Ceca e Romania arriva a meno del 10%. In Romania, Polonia e Croazia più del 50% dei bambini non hanno accesso alla scuola dell’infanzia. Infine, in molti paesi la copertura è effettivamente diminuita tra il 2012 ed il 2014 per entrambi gli obiettivi.
I bambini i cui genitori provengono da un background socio-economico svantaggiato hanno una probabilità di un terzo maggiore di non raggiungere competenze minime in matematica e lettura rispetto ai bambini i cui genitori provengono dal background socio-economico più avvantaggiato. La povertà educativa rappresenta uno degli aspetti più devastanti della povertà infantile che in Europa colpisce ben 1 adolescente su cinque: i dati PISA mostrano che il 22% dei 15enni in Europa ha scarsi risultati in matematica e il 20% in lettura. In Italia non raggiunge le competenze minime in matematica 1 bambino su 4, 1 su 5 in lettura.
Risulta altresì allarmante la media di dispersione scolastica che riguarda il 15% dei minori. Inoltre, la differenza media, in percentuale, del rischio di povertà tra bambini con genitori che possiedono un livello medio-alto di istruzione rispetto a quelli che ne possiedono uno più basso è del 46% in Italia, contro quella europea del 53%. Dal rapporto di Save the Children emerge anche che degli oltre 26 milioni di minori a rischio povertà o esclusione sociale in Europa, 1 su 5 lo è nonostante le proprie famiglie abbiano beneficiato di trasferimenti sociali, mentre 1 su 10 vive in famiglie con un’intensità lavorativa molto bassa o in famiglie gravemente deprivate. Anche i bambini i cui genitori hanno un’occupazione non sono esenti dalla povertà: in Romania, 1 bambino su 2 con genitori che lavorano è a rischio povertà, 1 su 5 in Lussemburgo, Bulgaria, Spagna e Svezia. In Italia il 13% dei minori è rischio di povertà grave e il 17% vive in condizioni di povertà persistente.
Ad essere più esposti al fenomeno sono proprio quei bambini che vivono in famiglie con genitori impiegati a lavoro meno del 20% del loro potenziale, rispetto a quelli che invece hanno accanto genitori che lavorano tra il 55% e l’85% del proprio tempo. Secondo Save the Children, per sradicare la povertà materiale, l’esclusione sociale e la povertà educativa, i Paesi europei e le istituzioni dell’UE dovrebbero affrontare la disuguaglianza già presenti durante l’infanzia, eliminando le barriere che impediscono ai bambini lo sviluppo delle proprie competenze e capacità. È urgente, per questo, adottare ed implementare la Child Guarantee a livello europeo, una misura che permetterebbe coordinamento, pianificazione e monitoraggio oltre ad una valutazione di impatto sugli investimenti europei per contrastare la povertà minorile.
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