Morti sul lavoro, perché dare la vita in cambio del salario
Altri due morti sul lavoro in Sicilia, per ironia della sorte, propro all'indomani della celebrazione della giornata nazionale sulla sicurezza del lavoro. A Naro, in provincia di Agrigento, due operai sono deceduti in un incidente sulla diga del Furore. È da almeno due anni che si ripetono incidenti assai gravi e diverse volte con esiti mortali. I settori più colpiti sono l'edilizia e l'agricoltura, ma anche aree di lavoro nuove collegate al terziario ed al turismo. I media hanno insistito ieri sul dato statistico che pone la Sicilia al quarto posto tra le regioni più esposte agli infortuni a danno dei lavoratori. Già questo dovrebbe allarmare perché evidenzia uno squilibrio tra la debolezza del tessuto produttivo della nostra regione e il tasso eccessivo di infortuni sul lavoro. A mio avviso, ciò è dovuto al ricatto occupazionale conseguente alla lunghissima crisi che impone alle lavoratrici ed ai lavoratori di accettare condizioni iugulatorie, ma anche al fatto che le imprese risparmiano sui costi della sicurezza a vantaggio della quota di profitti. È una situazione insopportabile che colpisce soprattutto il lavoro precario e più povero. Non conosco in questo momento le cause che hanno determinato l'incidente odierno: saranno le indagini ad accertarlo. Sono certo, però, che troppo spesso nell'ultimo anno macchine difettose, impianti non sicuri, muri privi di impalcatura per rispamiare qualche migliaio di euro si sono tradotti in un tributo di sangue versato dal mondo del lavoro. Nel frattempo gli organismi regionali deputati a controllare ed intervenire, a partite dagli ispettorati del lavoro, non sono stati rafforzati e non riescono a svolgere in modo adeguato la necessaria azioni e di prevenzione. A nulla servono le dichiarazioni di cordoglio se non sono seguite da fatti ed iniziative concrete. È un appello che rivolgo innanzitutto al sindacato confederale siciliano che è stato lungamente ed attivamente impegnato sul tema della sicurezza: è tempo di mettere da parte gli indugi e costruire rapidamente un'iniziativa di mobilitazione di lotta per fermare questa china sanguinosa e imporre condizioni più sicure e più dignitose di lavoro di vita per le lavoratrici e i lavoratori siciliani che hanno diritto ad uscire di casa ogni mattina sapendo che non vanno a rischiare la propria vita in cambio del salario: "il pericolo non è il mio mestiere" recitava lo slogan di una campagna antinfortunistica della Fillea, il sundacato degli edili della Cgil. Oggi come non mai bisogna lottare perché diventi davvero così.
Aumentano gli incidenti, diminuiscono le denunce in Sicilia
La situazione per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro resta allarmante: 421.969 eventi denunciati (dati sino ad agosto), +1,2% rispetto al 2016. Ma soprattutto 682 infortuni mortali denunciati, +4,7%. Lo ha denunciato l'Anmil, l’associazione per le vittime degli infortuni sul lavoro celebrando la 67ma giornata nazionale. La preoccupazione per l’aumento infortunistico - viene spiegato - è dettata soprattutto dal fatto che a determinarlo sono stati i comparti industria e servizi (2%) e Conto stato dipendenti (3,3%). "Parliamo - ha detto il presidente Franco Bettoni - proprio di carenza di sicurezza nei luoghi di lavoro più rischiosi».
Viceversa, le denunce per infortunio sul lavoro in Sicilia nel primo semestre del 2017 sono diminuite del 5,24 per cento rispetto al primo semestre 2016, passando da 15.293 a 14.491, un trend che si discosta dalle altre aree del Paese. Nel nord-est, ad esempio, le denunce sono aumentate del 2,44 per cento, nel nord-ovest del 2,77 e nel centro dello 0,11. Più in generale al sud le denunce sono in calo del 2,98 per cento. Contestualmente, però, sono in aumento gli incidenti mortali. Sono alcuni dei dati comunicati dall’Inail Palermo-Trapani durante un convegno sugli incidenti e sulle morti sul lavoro dal titolo "Tuteliamoci creando lavoro", organizzato dalla Cisl a Palazzo delle Aquile, a Palermo. Il calo delle denunce non è legato ad una diminuzione dei posti di lavoro, che anzi, secondo l’Inail, risultano in aumento anche in un settore storicamente in crisi come quello edile. "Nel settore delle costruzioni a Palermo - ha spiegato Diana Artuso della Direzione territoriale Inail Palermo Trapani - siamo passati dalle 503 denunce del 2012 alle 420 nel 2013, 358 nel 2014, 354 nel 2015 e 344 nel 2016. C'è stato dunque un costante calo in cinque anni. Ugualmente nel settore delle costruzioni a Trapani siamo passati dalle 171 denunce nel 2012 alle 140 nel 2013, 146 nel 2014, 127 nel 2015 e 124 nel 2016". Le morti bianche, però, nel primo semestre 2017 sono visibilmente aumentate rispetto al primo semestre dell’anno scorso: gli incidenti con esito mortale sono passati da 27 a 42, il 55,56 per cento in più.
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