Migranti, il Tribunale dei Popoli condanna Europa e Italia
Riunito da tre giorni a Palermo, il Tribunale permanente dei popoli (Tpp) ha emesso il proprio giudizio al termine della sessione dedicata alla «Violazione dei diritti alle persone migranti e rifugiate». I sette giudici (la giuria è, presieduta dal magistrato di Cassazione Franco Ippolito) hanno valutato che «le politiche dell’Ue costituiscono una negazione dei diritti fondamentali delle persone e del popolo migrante, mortificandone la dignità». E ancora: «la decisione di arretrare le unità navali di Frontex e di Eunavfor Med ha contribuito alla estensione degli interventi della Guardia costiera libica in acque internazionali, che bloccano i migranti compromettendone la loro vita e incolumità». La giuria sottolinea che nei centri libici i migranti sono oggetto di "estorsione economica, torture e trattamenti inumani e degradanti».
Viene stigmatizzato il comportamento dell’Italia per quanto riguarda il Memorandum del 2 febbraio 2017 sottoscritto con la Libia perché «consente alle forze di polizia e militari del paese nordafricano, nonché alle milizie tribali e alla guardia costiera libica di operare deportazioni, torture, stupri, riduzioni in schiavitù e persecuzioni contro i migranti». Attività che la giuria definisce «un crimine contro l'umanità».
Infine il Tpp «chiede una moratoria urgente dell’attuazione degli accordi che come quello Ue-Turchia e il Processo di Karthoum sono caratterizzati da assenza di controllo pubblico e dalla corresponsabilità nelle violazioni dei diritti umani dei migranti». E invita i parlamenti italiano ed Europeo a convocare commissioni di inchiesta sulle politiche migratorie.
La sessione si è aperta nel luglio 2017 a Barcellona ed è stata sostenuta da 111 organizzazioni e associazioni internazionali. Ai lavori di Palermo hanno aderito altre 96 organizzazioni. La giuria del Tpp si è espressa dopo avere ascoltato le «arringhe» dell’accusa e della difesa. I "Procuratori» palermitani sono stati Fulvio Vassallo Paleologo, presidente dell’associazioni diritti e frontiere (Adif), e Serena Romano della Cledu, clinica legale per i diritti umani dell’università di Palermo. Le requisitorie si sono concluse ieri e stamane la giuria si è riunita in Camera di consiglio per prendere la propria decisione.
In questi giorni nella
sede dove si è svolta la sessione, l'ex cinema Edison situato nel
quartiere dell’Albergheria, popolato di migranti, sono state
ascoltate molte testimonianze dirette di rifugiati.
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