Migliorare la classe politica per migliorare l'immagine della Sicilia
Di solito ogni paese, ogni regione, ogni provincia, ogni istituzione, ogni azienda, come anche ogni persona, tende a dare di sé una immagine positiva. Per quanto riguarda i luoghi addirittura esistono apposite tecniche, dette di marketing territoriale, con le quali, a fini turistici , a fini economici, si esaltano le caratteristiche positive delle zone che si vogliono promuovere. Basta seguire i programmi tv per trovare concreti esempi realizzati o nella forma di pubblicità istituzionale finanziata dalla Regione o nella forma di apposite trasmissioni che riprendono della zona itinerari, bellezze architettoniche, gastronomia ecc.
Naturalmente non basta organizzare iniziative più o meno pilotate per promuovere un territorio: è necessario che ciò che viene segnalato, esaltato, sia credibile, non smentito da fatti e vicende contrarie. Ad esempio, se si sostiene che un territorio è famoso per la salubrità dell’aria non deve avvenire che la cronaca della zona ritragga ammassi di rifiuti per le strade, perché ciò, come si comprende facilmente, smentirebbe quanto sostenuto dalla pubblicità.
Tutto questo, che è comune buon senso, viene detto a proposito della nostra Sicilia dove non solo raramente si colgono iniziative di promozione del territorio ma dove pare che un po’ tutti facciamo a gara per sporcarne l’immagine: oltre che con i lamenti e le proteste per i disservizi, lo facciamo con le notizie e le riprese televisive che si diffondono sulla carenza di acqua, sulla raccolta dei rifiuti, sulla sporcizia delle strade, sull’inquinamento delle acque del mare, sulla inefficienza degli enti locali, sui ritardi amministrativi, sui privilegi dei politici e degli alti burocrati, sui casi di corruzione, sulla esistenza di mafie e pizzi, sulle violenze e sugli omicidi, sui ritardi della giustizia, sui problemi della sanità. Lo facciamo, come dimostra la cronaca recente, anche con gli incendi dolosi , con le lacune di una difesa del territorio dagli incendi che, dati il tradizionale caldo della Sicilia, l’esperienza del passato e l’eccezionale numero di forestali finanziati dalla Regione, non dovrebbero registrarsi .
Certo non si vuole suggerire di nascondere ciò che non va per salvare il buon nome della Sicilia: se i fatti esistono non si può sostenere il contrario ed è giusto, democratico, parlarne anche per trovare soluzioni che servano ad eliminarli. Si vuole dire che è importantissimo rimuoverne le cause ma è necessario non esasperarne gli effetti con comportamenti colpevoli. come ad esempio provocare incendi, non collaborare alla raccolta differenziata dei rifiuti, non pagare le multe, inquinare le acque, deturpare i monumenti.
La soluzione, allora, passa prima di tutto dai politici che con le loro omissioni, le loro colpe e la loro incompetenza hanno determinato gran parte dei problemi di cui si è detto. Ma passa anche da noi cittadini che, oltre a votare meglio, dobbiamo avere più a cuore le sorti del nostro territorio.
Lo sforzo di tutti dovrebbe essere quello di eliminare tutto ciò che impedisce alla Sicilia una buona immagine e valorizzare le sue notevoli risorse considerando anche che vicende come quella del sindaco di Licata, secondo molti rimosso perché ha dato esecuzione ad alcune sentenze della magistratura riguardanti la demolizione di alcune villette abusive, o come quella dell’Ars che ripristina, sola in Italia, le vecchie province , con tutti i privilegi di una volta dopo averle abolite, non giovano al buon nome della Sicilia ed accreditano la tesi di coloro, e sono molti, che ritengono che l’autonomia sia stata usata da noi siciliani per creare privilegi.
Sarebbe ora di cominciare a dare segni di cambiamento anche se purtroppo per quanto riguarda i politici l’attuale dibattito tra i partiti ed i movimenti in vista delle elezioni regionali, basato solo sugli schieramenti e non sui programmi, non lascia intravedere nulla di nuovo rispetto al passato. Vedremo come reagiranno i siciliani.
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