Migliora lo stato di salute dei libri ma i lettori sono in calo

Cultura | 11 ottobre 2017
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 Il mercato italiano del libro nel 2017 consolida la fase di ripresa, si lascia alle spalle la crisi e si rafforza all’estero, ma deve fare i conti con il calo progressivo dei lettori di libri che ha registrato un -3,1% nel 2016. L’Italia ha la più bassa percentuale di lettori rispetto alle altre editorie, con una media che si attesta sul 40,5% nel 2016, mentre la Spagna è al 62,2%, la Germania al 68,7%, gli Stati Uniti al 73%, il Canada all’83%, la Francia all’84% e la Norvegia al 90%. E, nel 2016, sono lievemente diminuiti anche i lettori di ebook: quasi 4,2 milioni di persone hanno dichiarato di aver letto anche un solo e-book negli ultimi 3 mesi, in leggero calo rispetto ai 4,7 milioni del 2015. Questo secondo i dati Nielsen per l’Associazione Italiana Editori-AIE, presentati oggi, nel giorno d’apertura della Fiera Internazionale del Libro di Francoforte. 

 «La grande scommessa è lavorare tutti insieme per far crescere nuovi lettori. A partire dalla scuola» ha sottolineato il presidente dell’AIE, Ricardo Franco Levi. 

 Secondo il rapporto, nei primi otto mesi del 2017 è ancora segno positivo per il mercato nazionale con nei canali trade (librerie, online - al netto di Amazon - e grande distribuzione organizzata) un fatturato per il libro di carta del +1%. Resta ancora in campo negativo il dato a copie, che registra il -1,3%, pari a circa 740 mila copie di libri venduti in meno, anche se il calo risulta più contenuto rispetto al -3,9% dello stesso periodo dello scorso anno. 

 Performance che si abbinano a un rafforzamento sul piano internazionale, con un crescente peso dell’export (+3,8% nel 2016), con una maggiore capacità di proporre e vendere diritti degli autori italiani sui mercati stranieri (+11% nel 2016) e di realizzare coedizioni internazionali, soprattutto nel settore arte e bambini. E ancora con un progressivo maggior peso, nel mercato domestico, delle proposte degli autori italiani rispetto alle traduzioni dall’estero: oggi i titoli pubblicati e tradotti da una lingua straniera sono l’11,8% del totale, quando nel 2016 erano il 17,6% e nel 2002 il 24%. 

 Il Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia, a cura dell’Ufficio Studi dell’AIE, disponibile da oggi online, evidenza come dal 2010, prima della crisi, al 2016 il perimetro di mercato si sia ridotto di circa 242 milioni di euro nei canali trade (librerie, online e grande distribuzione organizzata-Gdo). E anche stimando le vendite di Amazon (120 milioni di euro del 2016), il mercato risulta ridotto di 122 milioni rispetto al 2010. 

 In crescita il numero delle case editrici attive: sono 4.877 quelle che hanno pubblicato almeno un titolo nel corso dell’anno (+5,8% rispetto al 2015). Stabile la produzione di titoli su carta nel 2016, con 66 mila titoli a stampa pubblicati dalle casa editrici italiane, con una battuta d’arresto per la prima volta da anni per i libri per ragazzi, -4,5%. Il catalogo vivo di libri di carta in commercio supera per la prima volta quota 1 milione, attestandosi su 1.032.799 (+13,9% sul 2015). In crescita gli e-book (+ 29,6% di titoli) che, in termini di fatturato, con circa 63 milioni di euro, coprono a fine 2016 una quota del 5,2% dei canali trade (+23,5% sul 2015). Il digitale (ebook + banche dati e servizi web ad aziende e professionisti) nel 2016 vale 323 milioni di euro (+15,8% rispetto al 2015), pari al 12,6% del mercato. Nel 2011 questo stesso mercato rappresentava il 5,2%. 

 Il mercato del libro nel 2016 cresce e il fatturato complessivo raggiunge quota 2,561 miliardi di euro, con una crescita dell’1,2% sull'anno precedente. Sempre nel 2016 le case editrici italiane hanno venduto all’estero complessivamente 6.565 diritti di edizione ai loro colleghi stranieri e hanno comprato diritti per 9.552 titoli. I prezzi di copertina sono cresciuti del 2,8%. 

 Nei canali di vendita si assiste a una perdita di quota di mercato della libreria fisica che passa dal 79% del 2007 all’attuale 73%. Crescono le librerie online: dal 3,5% nel 2008 all’attuale 17%, superando la Gdo (grande distribuzione organizzata) che si conferma in difficoltà anche nel 2017, con i suoi 59,3 milioni di euro di spesa (10,5% del mercato).distribuzione organizzata) che si conferma in difficoltà anche nel 2017, con i suoi 59,3 milioni di euro di spesa (10,5% del mercato).



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