Ma i figli dei baby boomer sono più cagionevoli
I baby boomer e, in particolare, i nati dal 1956 al 1965 potrebbero invecchiare in condizioni di salute migliori non solo rispetto alle generazioni precedenti, ma anche a quella successiva. Forse è di quest’ultima che dovremmo iniziare a preoccuparci.
Confronto fra generazioni
I baby boomer (la generazione nata dal 1946 al 1965), in Italia come
negli altri paesi industrializzati, invecchiano. E i bisogni crescenti
di questa popolosa generazione cominciano a destare preoccupazione per
la sostenibilità futura della sanità pubblica. Ancora oggi, tuttavia,
sappiamo poco della loro salute rispetto alle altre generazioni.
La figura 1 mostra un primo esercizio in questa direzione basato sui
dati dell’“Indagine multiscopo sulle famiglie e sugli aspetti della vita
quotidiana” (Istat) dall’anno 1997 all’anno 2012. In particolare, per
le età tra i 18 e i 86 anni, si riporta la dinamica della salute degli
italiani suddivisi per generazioni. La salute è rappresentata da un
indice che tiene conto di tre dimensioni. Il primo è un indicatore di
salute percepita. Il quesito è quello raccomandato dalla Organizzazione
mondiale della sanità: alla domanda “Come giudicherebbe la sua salute in
generale?” l’intervistato risponde esprimendo un giudizio con una scala
verbale a cinque valori (molto cattiva, cattiva, né buona né cattiva,
buona, molto buona). Utilizzando una tecnica di analisi fattoriale, la
salute percepita è stata combinata con il numero di condizioni croniche
di cui soffre l’intervistato e un indicatore di stile di vita che indica
se è fumatore corrente o se ha fumato in passato.
Le generazioni sono state individuate sulla base della definizione dell’Istat.
La prima generazione è quella della ricostruzione (definita generazione
0) costituita dai
nati dal 1926 al 1945, protagonisti del secondo
dopoguerra. Seguono le generazioni del baby boom, al cui interno si
possono identificare due sottogruppi tra loro molto diversi: la
generazione dell’impegno (baby boomer 1), costituita dai nati dal 1946
al 1955, protagonisti delle grandi battaglie sociali e trasformazioni
culturali degli anni Settanta, e la generazione baby boomer 2, i nati
dal 1956 al 1965, cresciuti e vissuti in un’epoca di maggiore benessere
economico, di innovazioni tecnologiche rispetto al passato e che offriva
più opportunità lavorative rispetto a oggi. Infine, i figli della
generazione baby boomer: la generazione X o generazione di transizione,
composta dai nati tra il 1966 e il 1980, cresciuti tra il vecchio e il
nuovo millennio, entrati nel mondo del lavoro con più lauree e master
dei propri genitori, ma i primi a subire le conseguenze della
recessione. E condannati a essere “Giovani, carini e disoccupati”, come
racconta il film del 1994 di Ben Stiller.
I problemi della generazione X
Dalla figura 1 possiamo trarre diverse indicazioni. La prima, la più
ovvia, è che le condizioni di salute si deteriorano per effetto
dell’età: sono stabili fino ai 40 anni, poi peggiorano rapidamente. La
seconda, meno ovvia, è che le donne sono comparativamente svantaggiate
rispetto agli uomini, nonostante la speranza di vita alla nascita
risulti più elevata per le prime (oggi 85 anni contro 80,6 degli
uomini). Se cominciamo a confrontare le generazioni, scopriamo poi un
altro aspetto interessante: il divario tra uomini e donne “dentro le
generazioni” si assottiglia notevolmente passando dalla generazione 0
alla generazione X, probabilmente grazie al miglioramento delle
condizioni socioeconomiche delle donne, in particolare al maggior
livello di istruzione conseguita. In base ai nostri dati il 67 per cento
delle donne appartenenti alla generazione X ha un livello di istruzione
pari o superiore al diploma di scuola media superiore contro il 12 per
cento della generazione 0.
Un esercizio statistico in cui si controlla per l’età e per la regione
di residenza, ci ha consentito di ricavare un confronto più preciso.
I risultati suggeriscono che la generazione dei baby boomer 2 potrebbe
invecchiare in condizioni di salute migliori non solo rispetto alle
generazioni precedenti, ma anche a quella successiva (tabella 1a e 1b).
L’aumento dei livelli di istruzione e di benessere economico e i
progressi in campo medico, che hanno caratterizzato il vissuto di questa
generazione, avrebbero migliorato le condizioni di vita della “nuova”
popolazione anziana. Ma il nostro esercizio suggerisce anche che i figli
e le figlie dei baby boomer potrebbero non avere le stesse opportunità
dei genitori di invecchiare in buona salute e sarebbero le donne ad
avere la peggio: a dispetto di uno stile di vita più salutare dei
coetanei maschi, misurato nel nostro lavoro dalla minore abitudine al
fumo, soffrono di più di malattie croniche e si percepiscono in una
condizione di salute peggiore.
Forse vale la pena cominciare a preoccuparsi anche della salute e dei bisogni assistenziali della generazione X. (info.lavoce)
Figura 1 – La salute degli Italiani in base alla classe di età – Confronto tra generazioni
Fonte dati: Istat – Indagine multiscopo sulle famiglie, Aspetti della vita quotidiana” – elaborazione degli autori.
Tabella 1a – Indice di salute per generazione: donne
Nota: stima lineare con minimi quadrati ponderati; Baby Boom 2 categoria di riferimento. *** p < 0.001, ** p <0.01, * p < 0.05.
Tabella 1b – Indice di salute per generazione: uomini
Nota: stima lineare con minimi quadrati ponderati; Baby Boom 2 categoria di riferimento. *** p < 0.001, ** p <0.01, * p < 0.05.
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