Lo tsunami elettorale che preoccupa l'Europa
È uno tsunami il risultato di queste elezioni politiche generali. Il M5s conquista il Sud con percentuali che neanche la Democrazia Cristiana aveva mai conseguito, la Lega di Matteo Salvini batte di quattro punti percentuali Forza Italia, il centrosinistra nel suo complesso subisce la peggiore sconfitta elettorale del settantennio repubblicano. Con i numeri attuali sarà difficile trovare la maggioranza per formare un governo.
I cinque stelle sono il primo partito ma da soli non sono in grado di dar vita ad un governo capace di trovare la maggioranza in Parlamento: essi dovranno in ogni caso costruire una coalizione, comunque vogliano chiamarla. A sinistra non ci sono i voti dato il fallimento totale di Liberi ed Uguali. Non ci sono i voti neanche per l'operazione che Di Maio ha sbandierato, cioè la richiesta di appoggio alle altre forze politiche su singoli punti del programma.
Il centrodestra non riesce a raggiungere l'obiettivo principale del 40% che gli avrebbe consentito di ottenere il premio di maggioranza e di governare. Per di piu' il vero vincitore in quel campo è Salvini, cio' che segna il declino inarrestabile di Silvio Berlusconi. Il centrodestra governa insieme le più importanti regioni del Nord e si avvia a vincere le regionali in Lombardia. Resterà all'interno di questo recinto il segretario della Lega, oppure prevarrà la tentazione di un'inedita alleanza sovranista ed antieuropera di cui alcuni commentatori cominciano a parlare in queste ore?
Certamente il dato più rilevante è l'assenza di una chiara maggioranza e sarà difficilissimo il compito del presidente Sergio Mattarella di trovare la quadratura del cerchio. Ci avviamo ad un lungo periodo di instabilità? In queste ore il quadro è tutt'altro che chiaro e i giorni che ci aspettano vedranno scrivere una storia tutta nuova. Non è il momento delle analisi, ma certo è successo qualcosa di.profondo nella pancia del paese; gli elettori hanno dato fiducia a coloro che hanno radicalmente contestato il sistema politico esistente ed hanno chiesto un cambiamento a 180 gradi. Queste sono le regole della democrazia e quando il popolo sceglie ha ragione.
La sinistra italiana va ricostruita dalle fondamenta; non sappiamo, mentre scriviamo, se la voce delle dimissioni di Matteo Renzi sia fondata ma il ciclo politico del segretario del PD è in ogni caso finito. La deblace della sinistra non è un fatto solo italiano, se solo si ragioni a quanto avvenuto nella Spd che proprio ieri ha faticosamente approvato, dopo la sconfitta elettorale , la partecipazione alla grande coalizione. La sinistra in Europa è afona, non ha aggiornato la sua analisi dei cambiamenti sociali nè nei paesi in cui ha tentato di governare la grande recessione ed ha pagato le conseguenze del disagio sociale né dove, come nel caso britannico, si è arroccata nella difesa del passato remoto dopo la conclusione del lungo ciclo politico della terza via. Sarà una lunga e dolorosa traversata nel deserto nella quale non ci saranno scorciatoie nè saranno.possibili soluzioni rabberciate.
Un'epoca si è conclusa e il futuro appare ancora celato dalle nebbie; l'unica cosa evidente è che occorrerà il coraggio di rimettere mano dalle fondamenta, di ricostruire le ragioni di una sinistra che torni a parlare al popolo che ha perso.
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