Lo sviluppo sostenibile che l'Italia non riesce ad avere

Economia | 29 settembre 2017
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Secondo il rapporto 2017 dell’Associazione per lo sviluppo sostenibile (ASvs) l’Italia continua a non essere in una condizione di sviluppo sostenibile come definito dall’Agenda 2030, approvata dai 193 paesi dell’Onu il 25 settembre 2015.

Se non ci sarà un cambio di passo non saranno raggiunti gli obiettivi fissati entro il 2020 né entro il 2030. Tra i diciassette obiettivi previsti dall’Agenda che riguardano le politiche economiche, sociali e ambientali alcuni di essi negli ultimi anni hanno subito un sensibile peggioramento. Essi sono, secondo il Rapporto ASvs: Povertà, Diseguaglianza, Gestione delle acque e Ecosistema terrestre.

È un’ulteriore conferma della necessità che nell’attuale dibattito politico italiana e in quello più specifico siciliano, assumano priorità il cambiamento del modello di sviluppo e il superamento degli attuali livelli di povertà e diseguaglianza. Sviluppo sostenibile significa considerare tutte le interdipendenze dei fattori economici, ambientali e sociali. Non possiamo più ritenerci soddisfatti se il PIL cresce (anche se non abbastanza), ma non si riducono i disagi sociali (povertà, diseguaglianza sociale e di genere, disoccupazione, stato di salute dell’uomo e della natura) e non cresce il benessere di tutti i cittadini.

Nel 2016 in Italia le famiglie in povertà assoluta erano 1,6 milioni (il 6,3% delle persone) per un totale di 4,7 milioni di individui. Nel Mezzogiorno l’incidenza è maggiore – l’8,5% delle famiglie, il 9,8% di individui. In Sicilia sono 364.000 famiglie, il 17,9% del totale dell’Isola e 947.000 persone, il 18,9% della popolazione.

Questi dati confermano quanto abbiamo affermato in questi mesi. È positivo quanto previsto dal decreto legislativo per il “Reddito di inclusione” per i poveri, ma assolutamente insufficiente la sua copertura finanziaria. Per tali motivi insisteremo con i candidati alla Presidenza della Regione che incontreremo venerdì 6 ottobre, alle ore 10, nell’Aula Magna di Giurisprudenza a Palermo, che assumano come priorità il contrasto alla povertà e alla diseguaglianza sociale e di avviare un mutamento radicale del modello di sviluppo. La Sicilia può diventare un modello per l’intero Mediterraneo e per l’Europa proponendosi di raggiungere gli obbiettivi finali dell’Agenda 2030.

 di Vito Lo Monaco

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