Lingue straniere alla primaria: l’Italia sopra la media europea

Cultura | 4 ottobre 2017
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Nel 2015 quasi 19 milioni di alunni della scuola primaria dellUnione Europea, l84% ha studiato almeno una lingua straniera e, di questi, 1 milione, il 5% circa, ha studiato due o più lingue straniere. LItalia -secondo i dati sullo studio della lingue straniere forniti dalla commissione Ue, in occasione della Giornata europea delle lingue- è tra i Paesi che vantano una percentuale ben sopra la media della Ue con il 98,6% degli alunni raggiunti dallinsegnamento delle lingue.

Nel 2015 quasi tutti gli alunni della scuola primaria hanno frequentato lezioni di lingua straniera a Cipro, in Lussemburgo, a Malta e in Austria (100%), in Croazia (99,9%), Spagna (99,4%) e Francia (99,2%), così come in Italia (98,6%), Romania (98,3%) e Polonia (97,6%). In alcuni Stati membri, gli alunni hanno studiato due o più lingue straniere, in particolare in Lussemburgo (83,7%), seguito a distanza da Estonia (30,7%) e Grecia (28,9%). Meno della metà degli alunni della scuola primaria, invece, ha studiato una lingua straniera in Portogallo (35,4%), Belgio (36,7%), Slovenia (49,8%) e nei Paesi Bassi (42,9%).

Linglese è la lingua più diffusa, studiata da 17,5 milioni di alunni in tutta lUnione (l83,5% degli alunni della scuola primaria). Secondo i dati forniti dalla Commissione Europea, è anche la lingua generalmente studiata nella scuola primaria in tutti gli Stati membri dellUe, ad eccezione del Belgio e del Lussemburgo, due paesi multilingui. Il francese (0,8 milioni – 4,8%) è la lingua straniera più studiata, seguita da tedesco (quasi 0,7 milioni 3,9%), spagnolo (0,1 milioni 0,6%), russo (54 mila 0,3%) e italiano (33 mila – 0,2%). Per quanto riguarda il tedesco, sempre nel 2015 risulta la seconda lingua straniera più studiata dagli alunni delle scuole primarie di altri otto Stati membri, con le percentuali più elevate in Croazia (20,9%) e Ungheria (20,2%). Il francese, tuttavia, è stata la seconda lingua più studiata a livello di Ue e in sette Stati membri, con le percentuali di gran lunga maggiori in Lussemburgo (83,5%), Grecia (15,8%) e Romania (15,2%).

 di Melania Federico

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