Lina Di Stefano, il rigore, il sorriso e la passione dell’archeologia

Cultura | 6 maggio 2017
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Non era una Penelope in attesa, ma un Ulisse instancabile, in continuo movimento. L’hanno testimoniato la sua vita, i suoi studi, il lavoro vissuto come missione ma col sorriso sulle labbra. Lina Di Stefano, scomparsa nel 2012 – già Soprintendente dei Beni Culturali di Palermo, direttore della sezione archeologica del capoluogo siciliano e del museo Antonio Salinas – ha lasciato un segno profondo nella scoperta, nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio culturale siciliano. Archeologa sul campo ben prima e ben più che dietro la scrivania, Di Stefano ha fatto la differenza, da protagonista, nella ricerca archeologica nella Sicilia occidentale e in particolare a Marsala, Mozia, Palermo e Solunto. I suoi amici, ammiratori e collaboratori le hanno voluto tendere omaggio con un libro collettivo, “Se cerchi la tua strada verso Itaca… Omaggio a Lina Di Stefano” (453 pagine, 75 euro), edito da Scienze e Lettere, in un volume di pregio arricchito, oltre che da numerosi interventi, anche da immagini di reperti, planimetrie, liste bibliografiche e un bell’apparato fotografico, anche di immagini private della studiosa.

Nobiltà d’animo, rigore professionale, curiosità scientifica esperienza sul campo hanno fatto di Lina Di Stefano, che si era formata alla scuola di Achille Adriani e di Ranuccio Bianchi Bandinelli, e che poi tanto imparò da Alberto Bombace, un riferimento totale per chi faceva e fa il suo mestiere. Giovanissima nelle campagne di scavo degli anni Sessanta o già affermata, con ruoli istituzionali, nel corso degli anni Novanta, Di Stefano non ha mai smarrito, tenendoli come stella polare, il rigore e il sorriso. Lo stesso vale per chi ne ha seguito l’esempio. Lo testimoniano, infatti, le decine di appassionati contributi che costituiscono l’ossatura portante di “Se cerchi la tua strada verso Itaca…”, uno sguardo d’insieme sull’archeologia in Sicilia, scandagliata nei suoi tanti angoli e nelle diverse epoche, in reperti e monumenti, in atmosfere. Dalla lettura del volume – un’occasione per quanti hanno conosciuto, come pure per chi si accosta per la prima volta alla sua figura – emergono forti l’onestà intellettuale, la dignità umana, l’appassionata vitalità e dedizione al lavoro di una vita. Un modello, in qualsiasi campo si viva, si giochi, si lavori.

 di Salvatore Lo Iacono

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