La gelataia, il rocker ed è subito cortocircuito

Cultura | 16 gennaio 2017
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Bisogna dare atto ad Andrea De Carlo di lungimiranza per aver sposato l'editore Giunti – che ha successivamente acquisito Bompiani – ed essersi così, in un certo senso, ricongiunto al proprio robusto catalogo, inglobato in quello di Bompiani. E di aver fatto di nuovo centro, con il romanzo consegnato alla sigla fiorentina (significativa e vera novità nel panorama editoriale italiano, dove qualcosa d'interessante sta iniziando a bollire).

 Dopo alcuni episodi, anche recenti (“Villa Metaphora”, “Durante”, “Mare delle verità”), non all'altezza di chi, come lui, aveva lasciato il segno a partire dagli anni Ottanta, De Carlo disegna personaggi credibili e che creano empatia, ritrova la sua vena più felice, la prosa sciolta e disinvolta, e quella profonda leggerezza caratteristica del suo stile ne “L'imperfetta meraviglia” (368 pagine, 18 euro). In un paesino provenzale De Carlo fa incrociare le scie dell'inglese Nick Cruickshank, musicista rock della band dei Bebonkers alle soglie del terzo matrimonio con Aileen, professione stilista, e dell'italiana Milena Migliari, artista del gelato, che sta per scegliere l'inseminazione artificiale, desiderosa di avere un figlio con la compagna Viviane.

La distanza abissale delle rispettive vite, eccentriche a loro modo, non impedisce al destino, complice il gelato, di scompaginare i piani di entrambi, di insinuare domande, di mettere in crisi, di scatenare... follia. Un po' commedia, un po' favola, “L'imperfetta meraviglia” (non semplicemente il nome della gelateria di Milena) alterna i due punti di vista, che finiscono per coincidere su un terreno comune, una presa di coscienza totale, che non lascia scampo: i due protagonisti indagano ciò che erano e ciò che sono diventati, confrontandolo con quello che sognavano d'essere. E, in quattro giorni del novembre 2015, è subito cortocircuito, perché Milena e Nick sono in bilico fra le scelte e i sogni, e il loro incontro genera meraviglia, sebbene imperfetta, cioè poco duratura. Un po' come il cono gelato in copertina.

 di Salvatore Lo Iacono

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