La Corte dei conti: fallite le politiche di sviluppo in Sicilia

Economia | 21 settembre 2017
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Nella discussione italiana sulle politiche per lo sviluppo l'attenzione è concentrata sull'introduzione delle misure di sostegno, mentre poco o punto si parla della loro attuazione. Fa eccezione la Corte dei conti che, per la natura stessa delle sue funzioni, è chiamata a valutare a posteriori la regolarità della gestione dell'Amministrazione centrale dello Stato e delle amministrazioni regionali. Perciò, se si sfugge alla tentazione di utilizzarle per la polemica politica di giornata (come si è fatto- per esempio- nella vicenda della parifica del bilancio della Regione Siciliana) le deliberazione della Corte possono costituire uno strumento assai utile anche al fine della valutazione dei risultati conseguiti.

Dalla lettura della delibera della sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato (8 agosto 2017 relatore Andrea Liberati) si ricava che gli interventi di incentivazione allo sviluppo relativi alla Sicilia registrano un forte ritardo nell'attuazione e uno scarso coinvolgimento degli enti territoriali che ha provocato forti limiti nella concertazione tra Stato, Regione e territori.

La relazione compie una ricognizione generale dei diversi piani gestionali che compongono il fondo per la competitività e lo sviluppo istituito dalla legge finanziaria per il 2007, che ha costituito lo strumento attuativo di “Industria 2015” e finanziato molteplici iniziative: dai progetti di innovazione industriale ai programmi regionali, dai contratti di sviluppo del settore industriale all'attività manifatturiera sostenibile e all'artigianato digitale, dai progetti di sviluppo delle imprese agli interventi occupazionali in ambito regionale. Particolare attenzione la Delibera dedica al piano gestionale 28 relativo alle risorse erogate in favore delle imprese operanti nella Regione Siciliana. Sul piano generale la relazione evidenzia la mancata attuazione di due dei cinque bandi programmati per i “progetti di innovazione industriale” asse portante di Industria 2015, l'inutile duplicazione dei piani di gestione aventi ad oggetti interventi di razionalizzazione dell'industria della difesa, il numero elevato di progetti non attuati per i contratti di programma ed i contratti d'area, la difficile conciliabilità tra i tempi della politica industriale e i ritardi gestionali, la problematica connessa all'esternalizzazione della maggior parte delle misure affidate ad Invitalia. Una descrizione di ritardi generali, alla quale non fanno eccezione le agevolazioni industriali in favore delle imprese operanti nella Regione Siciliana che la Corte esamina nel quarto capitolo della Relazione.

Mi soffermerò su questo lungo capitolo, precisando che il Ministero per lo sviluppo economico gestisce il finanziamento degli incentivi alle imprese in Sicilia “nelle more delle norme di attuazione dei rispettivi statuti”. Fino al 2016 il piano gestionale riguardava anche la Valle d'Aosta, alla quale le risorse sono state però trasferite dal d.lgs. n. 116/2015 che ha approvato la norma di attuazione dello Statuto di quella Regione speciale. Norma di attuazione che non è invece intervenuta per la Sicilia; quindi le risorse in questione continuano ad esser gestite dal MISE , che si avvale di Invitalia per la loro concreta realizzazione.

Il piano gestionale si articola in tre diverse linee d'azione: a) Zone franche urbane; b) contratti di sviluppo affidati ad Invitalia già dalla legge istitutiva; c) intervento a favore delle imprese confiscate o sequestrate alla criminalità organizzata ex decreto interministeriale del 4 novembre 2016. Alle 18 ZFU create nell'isola (Aci Catena, Acireale, Barcellona Pozzo di Gotto,Bagheria, Castelvetrano, Catania, Enna, Erice, Gela, Giarre, Lampedusa e Linosa, Messina, Palermo-Brancaccio, Palermo-porto, Sciacca, Termini Imerese, Trapani e Vittoria) sono stati destinati 181,78 milioni di euro, di cui 144,06 stanziati dal Piano Azione Coesione e 37,32 dalla quota relativa alle annualità 2011 e 2012 “delle risorse, di competenza della Regione Siciliana, annualmente assegnate al MISE”.

La gestione è stata affidata ad Invitalia con apposita convenzione dell'aprile 2014. E' appena il caso di segnalare che dalla legge istitutiva delle zone franche che risale al 2006 (l.n. 296/2006), sono trascorsi otto anni prima che, nel 2013, fosse pubblicato il decreto di attuazione dei bandi. Otto lunghissimi anni in cui il mondo, l'Italia, la Sicilia erano stati attraversati dalla crisi economica e finanziaria globale e le condizioni di esistenza delle piccole imprese sono drasticamente peggiorate, tanto da farne scomparire un grande numero. Le criticità emergono dalla semplice esposizione delle cifre: fino al 14 dicembre 2016 sul totale delle 6.683imprese beneficiarie, ben 5.132 (76,79%) avevano avviato la fruizione dell'agevolazione, ma, a fronte di agevolazioni concesse pari a 181, 78 milioni, quelle fruite ammontano solo a 73,88 milioni (40,64%). La percentuale di utilizzo non appare perciò elevata. Alla fine del 2016 i provvedimenti di revoca erano stati 368, per un valore totale di risorse disimpegnate pari a 10,65 milioni di euro.

Per la seconda linea d'intervento, la Corte ricorda che nel periodo 2013-2016 sono state assegnati al MISE, per il finanziamento degli incentivi ad imprese localizzate in Sicilia, 65,01 milioni, poco più di 21 milioni in ragione d'anno: esse sono state indirizzate ai contratti di sviluppo per 40,05 milioni e per 20 milioni alle imprese confiscate e sequestrate . Sui contratti di sviluppo mi sia consentita una digressione. Lo strumento, come noto, è finalizzato a facilitare l'insediamento di grandi investimenti (almeno 25 milioni di euro) di diretta competenza del MISE e prevede la realizzazione di programmi di sviluppo industriale, di sviluppo di attività turistiche con al massimo il 20% di interventi commerciali, programmi per la tutela ambientale. La prima edizione si è conclusa a fine 2014; successivamente, con l'adozione della nuova disciplina prevista dal d.m. 9 dicembre 2014, si è avviata una nuova fase. La relazione fissa a 573 le domande presentate e a 87 i contratti finanziati, con agevolazioni per 1.605 milioni che hanno consentito l'attivazione di investimenti pari a 3.130 milioni. Quei dati vanno aggiornati dato il tempo trascorso dalla stesura della relazione: il sito di Invitalia (consultato il 20/09/2017 alle ore 12,19) enumera 626 domande presentate, 102 contratti finanziati. 1.848 milioni di agevolazioni concesse che hanno finanziato investimenti per 3.581 milioni.

Dei contratti finanziati, 88 sono al Sud, 14 al Centro-Nord, Quanto alla tipologia, 59 riguardano lo sviluppo industriale, 27 la trasformazione di prodotti agricoli, 15 il turismo, 1 il commercio. In Sicilia risultano attivati al 1 giugno 2017 per il settore industriale i contratti Bluetec di Termini Imerese (componenti automotive) legato alla reindustrializzazione della ex Fiat per 94,77 di investimento complessivo di cui 71,08 milioni di agevolazioni; SASOL Italy Energia nel Siracusano per la produzione di energia (29,98 milioni di agevolazioni su 39,98 di investimento). SOL spa per la fabbricazione di prodotti chimici ( progetto interregionale con 23,87 milioni di agevolazioni su un investimento di 32,46 per ciascuno dei due progetti presentati); STMICROELECTRONICS Catania per la produzione di semiconduttori con 28,93 milioni di agevolazioni su 44,93 di investimenti; TELECOM Italia ha un cds per 18,69 milioni di agevolazioni su 61,75 di investimenti ed altri progetti multi-regionali con Calabria, Campania e Puglia (sono quattro di eguale entità: ciascuno per 22,01 milioni di agevolazioni e 68,89 di investimento); un progetto di Vodafone Omnitel è agevolato per 14,99 milioni su un totale di 46,94; PARMON spa per la fabbricazione di prodotti igenico sanitari 20,4 milioni agevolati su un investimento complessivo di 27,2; CARTESAR spa due progetti Campania-Sicilia per la produzione di carta (24,5 su 48,2), CIELLE imballaggi per la produzione di imballaggi per acque minerali (29,8 su 40,4); 3 SUN per la produzione di moduli fotovoltaici (12,7 su 63). Per quanto riguarda il settore turistico-alberghiero: ITEM srl a Catania nel settore della ricettività alberghiera con agevolazioni per 24 milioni su un investimento totale di 48,18; RITEMPRA spa attività alberghiera per 10,1 milioni di agevolazioni su un investimento di 40,39; Aeroviaggi spa ha presentato un progetto per la realizzazione di un villaggio albergo (14,2 milioni di agevolazioni, investimento di 25,6); Marsala Yachting Resort un “approdo turistico marina” (28 milioni su 37,4), VITA srl un complesso turistico ricettivo (15,7 milioni su 21,7), Rocco Forte Village per la realizzazione di un villaggio turistico di lusso (15 su 20,1), . Per l'agro-alimentare, Parmalat ha presentato due progetti multi-regionali Campania-Sicilia per il trattamento igienico del latte (11,39 milioni agevolazioni su 22,91 investimento totale per ciascuno). Si tratta di 18 contratti di sviluppo (11 nell'industria, 6 nel turismo, uno nell'agro-alimentare) per un totale di investimenti previsti che supera 850 milioni di euro, di cui circa 443, più del 50% del totale sono risorse pubbliche. Quale potrà essere l'impatto occupazionale di questi investimenti ove fossero pienamente realizzati?

Quale input di crescita essi darebbero all'economia siciliana che tenta stentatamente di agganciare la debole ripresa del Paese? I progetti di natura industriale fanno capo quasi tutti, con l'eccezione della PARMON di Belpasso (Catania) e della siracusana CIELLE imballaggi, ad aziende di dimensione nazionale (il gruppo cartario campano Cartesar della famiglia De Iuliis) ed internazionale. I contratti nel settore turistico sembrano invece far capo ad imprenditoria prevalentemente siciliana o a imprese nazionali associate con siciliani, con l'eccezione del gruppo anglo-italiano di Rocco Forte. ITEM srl è una srl catanese rappresentata dallo sceicco Hamed Bin Ahmed Al Hamed e da Salvatore La Mantia, che ha acquistato nel 2014 la Perla Ionica, RITEMPRA vuole costruire un resort di lusso ai confini della riserva di Torre Salsa tra Siculiana e Montallegro (Agrigento). La società appartiene alla Adler, gruppo alberghiero di proprietà della famiglia altoatesina Sanoner, ma diversi articoli di stampa sostengono che c'è una partecipazione di Morgante, proprietario dell'Italkali. In ogni caso la localizzazione dell'iniziativa ha dato luogo a molte polemiche. A Marsala si prevede la realizzazione di 1000 posti barca per yacht fino a 75 metri e un'ampia offerta di servizi; il gruppo fa capo agli Ombra, proprietari dell'Ausonia, azienda assai nota nel campo della produzione di gruppi elettrogeni. Aeroviaggi è un gruppo di società che opera come “tour operator integrato” e fa capo al palermitano Antonio Mangia. VITA srl potrebbe riferirsi ad un'azienda di costruzioni di Messina, ma confesso di non essere riuscito a trovare ulteriori informazioni.

La relazione della Corte dei Conti precisa che tra le domande molte erano provenienti da realtà siciliane, tanto che si è provveduto all'assegnazione di “ulteriori risorse per consentire il finanziamento di iniziative localizzate nel territorio della Regione” che altrimenti non sarebbero state sovvenzionate. A tal fine, nel marzo 2017 è stata comunicata ad Invitalia la disponibilità di 45,01 milioni per le agevolazioni relative ai contratti di sviluppo presentati da piccole e medie imprese in Sicilia. E' stato selezionato un solo cds, presentato dalla società Jo,fa,s.a.b. per una spesa prevista di 49,55 milioni e agevolazioni richieste pari a 37,16 milioni. L'azienda, che risulta intestata a Joseph Alfred Faro ed ha sede a Sant'Agata Li Battiati (Ct), ma risulta anche intestataria di un indirizzo in USA, ha presentato un progetto turistico-commerciale denominato Il Mandarin.

Infine, per quanto riguarda le agevolazioni per le imprese confiscate o sequestrate, è prevista la concessione di due diverse agevolazioni : il fondo di garanzia e i finanziamenti agevolati a tasso zero. Non sarebbe l'ora di ricostruire una mappa del sistema imprenditoriale siciliano, invece di continuare a raccontarci ovvietà sulla “desertificazione” del tessuto imprenditoriale dell'isola?

 di Franco Garufi

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