La corruzione perde forza nel Belpaese ma resta molto diffusa

Società | 24 febbraio 2018
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Meglio, ma non ancora sufficientemente bene. L’Italia si posiziona al 54esimo posto nel mondo, su 180 Paesi considerati, nella classifica sul livello di corruzione percepita nel settore pubblico stilata da Transparency International per il 2017. Ben sei passi in avanti rispetto allo scorso anno, quando il nostro Paese si era attestato alla 60esima posizione. Si conferma il trend positivo dal 2012 - in quella rilevazione occupava il 72esimo posto- anno in cui è stata approvata la legge anticorruzione che ha introdotto anche l’Autorità Nazionale Anticorruzione. 

Un recupero indiscutibile di 18 posizioni nel ranking mondiale, ma con un punteggio sotto la sufficienza: 50 su 100. La classifica, infatti, viene stesa sulla base di valori assegnati che vanno da 0 (molto corrotto) a 100 (per niente corrotto). Nonostante gli importanti passi avanti compiuti in questi anni, in Italia pesa la scarsa trasparenza dei finanziamenti alla politica. Mentre, infatti, sugli stanziamenti ai partiti vi è maggiore chiarezza, vi sono però soggetti, come le fondazioni e le associazioni politiche, usati per indirizzare le risorse e che non hanno obbligo di trasparenza e rendicontazione. 

Anche nel contesto europeo l’Italia ha scalato la classifica rispetto al 2016, distaccandosi dalle ultimissime posizioni e occupando la 25esima su 31, a pari merito con la Slovenia.  Dietro vi sono Croazia, (49 punti), Romania e Grecia (48 punti), Bulgaria (43 punti) e Albania (38 punti). Poco meglio di noi Malta (56 punti) e Spagna (57 punti). Resta, comunque, grande la distanza tra i paesi europei che occupano i vertici della classifica, come Danimarca (88 punti), Finlandia (85 punti) e Norvegia (85 punti). 

A livello mondiale, il primo posto per il minor livello di corruzione percepita spetta, anche quest’anno, alla Nuova Zelanda (89). “Il miglioramento registrato quest’anno – ha spiegato Virginio Carnevali, Presidente di Transparency International Italia - è frutto dell’impegno italiano in questi ultimi anni sul fronte anticorruzione: dopo la legge Severino del 2012 sono stati fatti diversi progressi, tra cui l’approvazione delle nuove norme sugli appalti, l’introduzione dell’accesso civico generalizzato e, soprattutto, la recente legge a tutela dei whistleblower. Non va neppure trascurato – ha sottolineato Carnevali - l’importante lavoro svolto da ANAC per prevenire il fenomeno e garantire un miglior funzionamento delle amministrazioni pubbliche”. 

E sul tema dell’opacità dei finanziamenti della politica, il Direttore Esecutivo dell’organizzazione in Italia, Davide Del Monte, ha dichiarato: “Siamo alla vigilia di elezioni cruciali per il nostro Paese, le prime dopo l’abolizione totale del finanziamento pubblico ai partiti, e noi cittadini siamo chiamati a votare dei candidati di cui non possiamo conoscere i reali finanziatori e, quindi, da quali interessi particolari vengono sostenuti”.

 di Alida Federico

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