La Commissione antimafia si occuperà anche di corruzione

Politica | 15 febbraio 2018
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Con 45 Voti favorevoli su 45 deputati presenti, approvata all’unanimità all’Ars la proposta di legge, a firma di Claudio Fava, che ripristina la Commissione regionale Antimafia. La nuova commissione si arricchisce di nuove competenze rispetto a quelle che hanno caratterizzato l’operato delle commissioni di inchiesta sul fenomeno mafioso delle precedenti legislature: le sarà affidata anche la vigilanza sui reati di corruzione e contro la pubblica amministrazione in Sicilia.  Altre novità introdotte riguardano il numero dei componenti: i membri da quindici sono ridotti a tredici, mentre i  vicepresidenti passano da tre a due. Ogni gruppo parlamentare dovrà ora indicare i propri rappresentanti in commissione, mentre per il ruolo di presidente il nome che circola con una certa insistenza è quello dello stesso Fava.

Strumenti della corruzione sono serviti per aprire alla mafia appalti, come ci ricorda la relazione della Direzione nazionale antimafia - ha dichiarato Claudio Fava, relatore del ddl -  per questo il testo allarga le competenze. Sono molto convinto che l’impegno della Commissione antimafia non sia una medaglia, ma uno strumento che prevede ricadute pratiche. Penso serva maggiore collaborazione tra le commissioni antimafia nazionale e regionale. Allo stesso modo e’ necessario indagare sul rapporto tra mafie e corruzione”. "Ricostituire la Commissione antimafia tra i primi atti della nuova legislatura, ed averne esteso competenze e funzione di vigilanza anche ai processi corruttivi – ha continuato il deputato del gruppo di sinistra Cento Passi -  rappresenta un'importante passo avanti e una forte assunzione di responsabilità per la politica siciliana.  Toccherà adesso alla nuova Commissione antimafia essere all'altezza dei compiti che si è voluta dare. Agendo con concretezza, sobrietà ed assoluta autonomia".

Il presidente dell'Assemblea regionale, Gianfranco Miccichè, si è fatto carico di stabilire quanti componenti spettano a ogni gruppo parlamentare e ha allertato i capigruppo, affinché designino i rispettivi rappresentanti. “Avevo auspicato un’innovazione della commissione sul fenomeno mafioso fin dalla prima seduta dell’Ars – ha detto Miccichè. L’onorevole Fava ha presentato un disegno di legge che ho condiviso, perché coniuga la vigilanza sul fenomeno mafioso con quello della corruzione. Ho sempre sostenuto, infatti, che l’Assemblea regionale siciliana non può fare un’effettiva lotta alla mafia perché non ha gli strumenti, ma che può studiare i fenomeni corruttivi nella pubblica amministrazione e adottare le necessarie contromisure”.

 

Le reazioni


“Esprimo soddisfazione – scrive in  una nota il Presidente della Regione Nello Musumeci –  per il voto unanime dell’Aula al disegno di legge Fava che, fra l’altro, attribuisce alla Commissione regionale antimafia maggiori competenze di indagine, pur nei limiti della giurisprudenza costituzionale. Sarebbe bello se l’Assemblea regionale siciliana, con lo stesso slancio, esaminasse e votasse il ‘Codice etico’, predisposto, con il voto di tutti i gruppi parlamentari, dall’Antimafia regionale nella scorsa legislatura. Un atto di coraggio al quale, purtroppo, si è sottratto il precedente Parlamento”. 
Anche Alessandro Aricò fa riferimento ai risultati raggiunti nella precedente legislatura, ma “è giusto ampliare la sfera di azione della Commissione regionale Antimafia. Uno dei nuovi temi sui quali si dovrà concentrare – specifica il capogruppo di Diventerà Bellissima all’Ars  - deve essere quello della trasparenza amministrativa. Troppo spesso, infatti, non viene garantito ai cittadini il diritto di accesso agli atti e ai documenti delle Pubbliche amministrazioni. La politica – aggiunge Aricò – ha il dovere di intervenire prima della magistratura per scongiurare i fenomeni corruttivi nella Pubblica amministrazione e contrastare la mafia dei colletti bianchi. E lo deve fare con azioni concrete come questa, non con un’antimafia di facciata che ad alcuni è servita solo per fare carriera”.

In risposta alle sollecitazioni del mondo della scuola e dando seguito alla volontà dimostrata di affrontare in modo sistemico la lotta alla mafia – dichiara la deputata regionale e prima firmataria del disegno di legge, Gianina Ciancio del M5S –  il Parlamento adesso si faccia promotore di iniziative concrete e accolga la proposta di legge già depositata in commissione Cultura che mira a introdurre per la prima volta nelle scuole siciliane, una nuova materia: l’Educazione alla cittadinanza attiva contro le mafie e i poteri occulti”. La deputata fa riferimento al ddl, presentato nella scorsa legislatura e arenatosi in Commissione, che prevede l’insegnamento della nuova materia per una durata non inferiore a due ore settimanali. “Solo infondendo – conclude Ciancio – una forte coscienza democratica nelle nuove generazioni potremo contribuire a estirpare, realmente e attraverso un percorso culturale, il cancro della mentalità mafiosa, troppo spesso delegato alle attività degli organi inquirenti e delle commissioni parlamentari di inchiesta”.

Il voto unanime con il quale l’Ars ha approvato il ddl sulla costituzione della commissione Antimafia – dichiara  Giuseppe Lupo, presidente del gruppo PD all’Ars - è un bel segnale da parte del Parlamento siciliano: sul tema della lotta alla mafia ed alla criminalità organizzata, e del contrasto alla corruzione bisogna essere uniti, senza divisioni politiche né faziosità. Adesso – aggiunge – è importante che la commissione si riunisca al più presto e inizi a lavorare nel pieno delle sue funzioni, con i nuovi strumenti di indagine parlamentare”.

 di Alida Federico

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