La bella Sicilia da salvare prima che tempo e incuria la distruggano

Cultura | 15 maggio 2018
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Sono di proprietà pubblica e privata, quindi con responsabilità differenti. Il pubblico, che spesso è in ritardo o alla ricerca di finanziamenti, e il privato che sovente non si interessa al bene culturale, al bene comune, sottraendosi dunque a una sua precisa responsabilità. Secondo quanto denunciato da Legambiente si tratta per l’esattezza di 12 siti di proprietà pubblica e di 10 di proprietà privata che sono abbandonati allincuria, allaggressione degli agenti atmosferici nonché al vandalismo nel totale disinteresse delle Istituzioni, delle Regioni e dei Comuni. E’ quanto si legge nel dossier “La bella Sicilia da salvare documento presentato nellambito della 17a edizione della campagna Salvalarte Sicilia 2018.

Sono a Palermo, questanno Capitale della Cultura, i primi tre siti di proprietà pubblica che occorre salvare: Villa Napoli, Villa Raffo e Villa Pignatelli- Florio. Ma in ogni provincia dellisola ci sono esempi di beni di proprietà pubblica abbandonati al degrado: a Siracusa (Tonnara di Santa Panaria nel capoluogo di provincia e il Castello Svevo ad Augusta), Enna (La Torre del Padre Santo a Piazza Armerina), Trapani (Chiesa di Santa Maria della Grotta a Marsala, Castello di Santa Caterina a Favignana e Chiesa di Santa Maria della Stella ad Alcamo), Agrigento (Chiesa di Santa Rosalia), Messina (Monastero di San Filippo di Agira e Castello di Acquedolci). Legambiente chiede che ci sia un’inversione di rotta, che si salvi la bellezza dallincuria e che si custodisca la memoria. A tal proposito asserisce che i fondi per i restauri si possono trovare anche grazie ai bandi della Comunità Europea. Il primo sito inserito nel dossier spiega Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia - è Villa Napoli, a Palermo, tipico esempio di totale e scellerato disinteresse da parte delle Istituzioni. Questa villa settecentesca è stata ceduta dalla Regione Siciliana, proprietaria dellimmobile, al patrimonio dellOrchestra Sinfonica Siciliana, impedendo di fatto, alla Soprintendenza di accedere ai finanziamenti per il suo recupero. E negli anni scorsi è stata posta, per il suo stato di degrado e per i ripetuti saccheggi, sotto sequestro dallAutorità Giudiziaria”.

In questo nostro dossier abbiamo inserito anche 10 beni di proprietà privata. In questo caso spiega Zanna – la situazione è più complicata, in quanto la Regione dovrebbe o sollecitare i proprietari a mettere in sicurezza le strutture o provvedere ad acquistarle”. Si tratta dell’Ex Fornace Penna (Scicli- contrada Sampieri), Tonnara del Secco a San Vito Lo Capo; Villa Alliata di Pietratagliata, Ninfeo di Villa Reggio di Campofiorito a Palermo nonché Torre di Isola delle Femmine; Distilleria Giuffrida a Pozzallo; Torre Bigini a Castelvetrano; Torre di Giudaloca a Scopello; Torre del Salto d’Angiò ad Aragona. Caso emblematico è il Castello Schisò che si affaccia sulla baia di Giardini Naxos, costruito a cavallo del XIII e XIV secolo. Edificato nella forma attuale su uno sperone roccioso formato da una colata lavica di età preistorica. Si mira a un graduale recupero delledificio storico ed è inserito nel parco archeologico di Naxos”.

 di Melania Federico

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