L'Italia dei corrotti va meglio, sorpasso con la Bulgaria

Società | 28 gennaio 2017
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Migliora di una posizione, rispetto all’anno precedente, passando dal 61esimo al 60esimo posto, nella classifica stilata per il 2016 da Transparency Internazional che da conto della percezione della corruzione nel settore pubblico in 176 paesi di tutto il mondo. L’Italia conferma un trend positivo dal 2012, quando occupava la 72esima posizione, con un recupero di ben 12 posizioni nel ranking mondiale, ma resta fanalino di coda rispetto agli altri paesi europei. Fanno peggio, infatti, solo Grecia e Bulgaria. Ecco perché, annota la Ong, è “ancora troppo poco, soprattutto in confronto ai nostri vicini europei”, per quanto tale risalita “è indice di uno sguardo più ottimista sul Paese da parte di istituzioni e investitori esteri”. Tale risultato è da ricondurre alla legge anticorruzione varata nel 2012 che ha consentito “piccoli passi in avanti, ma ancora assolutamente insufficienti per potersi dire soddisfatti”. L’anno precedente all’entrata in vigore della legge, il nostro Paese aveva toccato il momento più basso con un punteggio di 39. Migliore ‘performance’ si era registrata, invece, nel 2007, quando con 52 punti si era attestato alla 41esima posizione. Per il 2016 sono 47 i punti ottenuti, ben al di sotto dei 50 sulla scala da 0 (molto corrotto) a 100 (per nulla corrotto).

Anche il 69% dei 176 Paesi presi in considerazione nella misura dell’Indice di Percezione della Corruzione ha ottenuto un punteggio inferiore a 50, rivelando come “la corruzione nel settore pubblico e nella politica sia ancora percepita come uno dei mali peggiori che infesta il mondo”, osserva TI. Nella sua riflessione sui dati raccolti, la Ong fa notare inoltre che “la percezione della corruzione è aumentata in generale nel mondo. Sono più i Paesi infatti che hanno perso punti di quelli che ne hanno guadagnati”. E analizza come tale aumento della percezione della corruzione è “strettamente connessa” alla disuguaglianza: i due fattori sono “sistemici” e alimentano “il crescente populismo e il disincanto dei cittadini nei confronti della politica in tutto il mondo”.

A guidare la classifica anche quest’anno Danimarca e Nuova Zelanda, a parità con 90 punti. Sul podio seguono Finlandia (89) e Svezia (88). Un risultato che non sorprende dal momento che questi Paesi sono quelli che “possiedono le legislazioni più avanzate in fatto di accesso all’informazione, diritti civili, apertura e trasparenza dell’amministrazione pubblica”, sottolinea la Ong. Chiudono la classifica Somalia (10), Sud Sudan (11), Corea del Nord (12) e Siria (13). Alla luce dei dati, per José Ugaz,  presidente di Transparency International, “non possiamo permetterci il lusso di sprecare altro tempo. La lotta alla corruzione va portata avanti con la massima urgenza se davvero vogliamo che la vita delle persone del mondo possa migliorare”.

Il Rapporto è stato presentato presso la sede dell’Autorità Nazionale Anticorruzione a Roma lo scorso 25 gennaio. C’è "un segnale a doppia faccia- secondo il presidente di A.N.A.C., Raffaele Cantone- siamo terzultimi in Europa, l'anno scorso eravamo ultimi. Siamo quindi in zona retrocessione ma c'è un recupero della fiducia dei cittadini".

 di Alida Federico

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