L'anno dei diritti negati e delle promesse mancate

Politica | 29 dicembre 2017
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Chiusa la XVII legislatura, convocate le elezioni politiche per il 4 marzo, è il momento di bilanci e di auguri di buon anno con molti dubbi e speranze.

Dubbi che la lenta crescita economica e il milione di posti di lavoro in più, in gran parte a tempo determinato, abbiano diminuito la percezione popolare invece di una smisurata crescita della disuguaglianza sociale e della povertà. il Pil cresce, ma a vantaggio di pochi.

La legislatura appena conclusa ci ha consegnato alcuni passi avanti sui diritti civili, dalle unioni civili al biotestamento, cedendo però sullo Ius soli agli oppositori. Per i diritti del lavoro e il Welfare ci lascia un arretramento preoccupante che favorisce la rabbia sociale.

Ci sono stati passi avanti nell’adeguamento della legislazione antimafia, grazie alla pressione sociale unitaria, ma non esaustiva per fronteggiare i fenomeni nuovi legati alla corruzione e alla finanziarizzazione globalizzata dell’economia criminale sia in Italia sia in Ue e nel mondo.

La XVII legislatura iniziata nel 2013 purtroppo non è riuscita a sciogliere nessuno dei nodi strutturali a quell’epoca evidenti quali frutti della crisi mondiale del capitalismo dopo l’ubriacatura neoliberista.

Lo scenario aperto da quella crisi ha rinvigorito i populismi, i neo nazionalismi e fascismi , la xenofobia e il razzismo alimentati dalla rabbia dei disoccupati, dei nuovi poveri e dall’antipolitica a livello europeo e mondiale ( vedi le vittorie di Trump, delle neodestre nei paesi orientali dell’Ue, l’arretramento delle democrazie parlamentari o l’affermarsi di “democrazie illiberali” in Russia,India, grandi paesi del Sudamerica).

La crisi ha coinvolto anche la sinistra europea e mondiale senza alcun riferimento ideologico o strumenti di analisi per leggere, interpretare e superare la crisi del neoliberismo mondiale, dal quale era rimasto affascinato, in senso democratico e di sinistra. Anche nel XXI secolo la sinistra se vuole esistere deve guardare agli strati sociali e produttivi più deboli della società globalizzata, alla necessità di conquistare una governance democratica della globalizzazione dell’economia, delle nuove tecnologie per metterle al servizio dell’umanità e non degli egoismi cinici delle multinazionali, per superare la fame nel mondo e tutelare l’ambiente con modelli di sviluppo sostenibile. Queste scelte devono rafforzare i diritti civili e sociali di tutti contro ogni discriminazione e ingiustizia sociale come previsto dalla Carta dei diritti umani e dalla nostra Costituzione.

Le elezioni di marzo saranno un banco di prova per tutte le forze politiche. Per il centrodestra che si presenta con il redivivo Berlusconi in veste moderata e Salvini con la faccia del cattivo antimigranti, nazionalista ed euroscettico; per i 5 stelle che sinora alla prova del governo negli enti locale hanno fallito; per la sinistra e il centrosinistra che dovranno convincere gli elettori che potranno tentare ancora a cambiare in senso progressista il paese, impresa sinora non pervenuta.

Non bastano gli 80 euro né il miliardo e sette per il Rei che potrà essere erogato a una piccola percentuale dei 4,7 milioni di famiglie italiane in povertà assoluta, delle quali 2 milioni si trovano al Sud e di queste un milione solo in Sicilia, per convincere la gente comune la quale non riesce a spiegarsi perché invece per le banche sono state trovate 27 miliardi di euro per salvarle dal fallimento causato da cialtroni amministratori ancora in libertà, senza riuscire peraltro a tutelare tutti i risparmiatori.

In questo quadro l’insediamento della nuova Ars e del nuovo governo regionale riportano alla ribalta la Sicilia come campo sperimentale di nuovi scenari nazionali. Da manuale. Il centrodestra vincitore mostra tutte le sue interne divisioni che risolve con l’aiuto di una parte di eletti del Pd che ha perso le elezioni e la propria identità di centrosinistra essendo stato invaso e affogato da tanti eredi del vecchio clientelismo democristiano, cuffariano e lombardiano; la nuova sinistra ha compiuto un primo passo che si spera diventi rapidamente una corsa radicata tra i cittadini, i lavoratori, le forze produttive e intellettuali, tra i giovani e gli anziani, tra gli uomini e le donne per una vera alternativa.

Il Centro Pio La Torre, pur con minori risorse finanziarie, nel 2017 ha ampliato le sue attività educative con le scuole, l’elaborazione giuridica, sociologica, politica, economica per una società libera da corruzione e mafia, impegnandosi sui temi dello sviluppo sostenibile (per questo ha aderito all’Asvis), delle migrazioni, della violenza in genere, contro la tratta, la povertà (v. il Comitato NO POVERTA’) e ogni sfruttamento, reinterpretando la memoria antimafia nell’impegno sociale per il cambiamento. Così farà anche nel 2018; già abbiamo chiesto ai neoeletti deputati regionali, assieme al Comitato No Povertà, di calendarizzare all’inizio delle attività parlamentari il disegno di legge d’iniziativa popolare contro la povertà. Tutti hanno manifestato interesse. Vedremo!

In conclusione non c’è da stare allegri, ma non possiamo rinunciare all’ottimismo della volontà unico mezzo per dare sbocco positivo al pessimismo dell’intelligenza, per non rinunciare a cambiare il mondo dell’ingiustizia in quello della giustizia sociale, dell’uguaglianza, dei diritti, della libertà. Buon anno a tutti!

 di Vito Lo Monaco

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