Il trionfo di Rosalia apre la stagione estiva del Biondo a Palermo

Cultura | 27 giugno 2017
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Parte la stagione estiva del Teatro Biondo di Palermo, che dall’8 luglio al 5 agosto si trasferisce a Villa Filippina, in piazza San Francesco di Paola. 

 Si comincia l’8 e il 9 luglio, alle 21, con «Il Trionfo di Rosalia», un omaggio alla Santuzza in vista del Festino. Salvo Piparo e Costanza Licata riadattano il testo di Salvo Licata dedicato a Rosalia, leggendaria liberatrice della città dalla peste. 

 Dal 18 al 30 luglio (con pausa dal 24 al 26), una nuova produzione: «Il curriculum di Dio», di Jean-Louis Fournier adattato per il teatro da Alfio Scuderi, che ne cura la regia, e da Paride Benassai, che lo interpreta insieme a Maurizio Bologna. Ad arricchire la messa in scena di questa commedia saranno le musiche eseguite dal vivo dagli Akkura, dal trio di Lello Analfino e da Alessandro Bondì. 

 Un altro spettacolo che si muove tra musica e racconto è "Mimì - Quando Modugno non era ancora Mister Volare - Storie, parole e canzoni di un uomo del Sud», di e con Mario Incudine, in scena l’1 agosto. Con la regia di Moni Ovadia e Giuseppe Cutino e con i testi di Sabrina Petyx, Mimì racconta la storia di Domenico Modugno prima che diventasse il più popolare cantante italiano. I nuovi arrangiamenti di Mario Incudine sono eseguiti in scena con i musicisti Antonio Vasta, Antonio Putzu, Manfredi Tumminello, Pino Ricosta ed Emanuele Rinella. 

 L’estate del Biondo si concluderà il 4 e 5 agosto con il ritorno a Palermo, dopo tantissimi anni, della Banda Osiris e delle sue «Dolenti note». I quattro membri della Banda - Sandro Berti, Gianluigi Carlone, Roberto Carlone, Giancarlo Macrì - elargiranno provocatori e paradossali consigli. 

 «L'esigenza di una stagione estiva più popolare - afferma Roberto Alajmo, direttore del Biondo - si fa sentire tanto più in un momento in cui, superate molte difficoltà finanziarie, il nostro ente è chiamato a moltiplicare la sua offerta, soprattutto destagionalizzando. Non è più pensabile un teatro che viva soltanto del suo cartellone classico, invernale e in abbonamento». 



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