Il racket delle estorsioni piega l'economia dell'Unione Europea

Economia | 30 gennaio 2017
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Che sia in mano alle mafie o a reti di funzionari pubblici e dirigenti aziendali una cosa è certa: l’estorsione colpisce duramente l’economia dell’Unione europea. Transcrime, il centro di ricerca dell’Università Cattolica di Milano, dopo due anni di lavoro condotto con altri atenei e la Guardia civil in Spagna, ha portato alla luce i fattori di rischio e di vulnerabilità delle imprese che operano nell’agricoltura e nell’ospitalità (tempo libero, turismo e ristorazione) di sei Paesi. Oltre all’Italia (nel cui caso, però, l’agricoltura non è stata messa sotto osservazione) ci sono Bulgaria, Grecia, Romania, Spagna e Regno Unito. Interessante – perché introduce un elemento di profonda riflessione – la conclusione alla quale giungono i ricercatori, guidati per Transcrime dal professor Ernesto Ugo Savona.

Lo studio sostiene che il concetto di estorsione organizzata come reato commesso da gruppi di criminalità organizzata dovrebbe essere esteso in modo da comprendere anche il ricorso sistemico a pratiche estorsive da parte di gruppi organizzati o reti di funzionari pubblici e dirigenti aziendali. Reti e gruppi estorsivi Queste ultime sono state, infatti, riscontrate in Bulgaria, Romania, Grecia e Spagna, in casi legati a estorsioni nel settore agricolo e in misura inferiore in quello dell’ospitalità. Centinaia di casi esaminati contenevano tutti gli elementi dell’estorsione organizzata (commesse da tre o più persone che agiscono in modo coordinato; come vittime più di un’azienda e su base continuativa; prevedono una coercizione e implicano un danno economico per la vittima).

«Queste pratiche non dovrebbero essere scambiate per corruzione – si legge nella ricerca – nella quale sia il corruttore che il corrotto ottengono certi benefici, perché l’estorsione commessa da funzionari pubblici implica che le vittime non ottengano alcun beneficio o siano costrette a pagare per non ricevere un trattamento iniquo». La caratteristica della Grecia In Spagna, Italia e Regno Unito gli estorsori appartengono alla criminalità organizzata (mafiosa o meno) e nei restanti Paesi entrano invece in gioco le reti “fluide”. La Grecia si distingue. Qui è stata riscontrata la presenza dei cosiddetti cartelli. I singoli estorsori all’interno di queste reti criminali sono membri del management e del consiglio d’amministrazione o consulenti tecnici delle imprese. Lo scopo delle estorsioni è quello di imporre la firma di contratti a piccoli agricoltori, abusando del proprio potere contrattuale.

Caratteristica comune, invece, in tutti gli Stati è che le vittime, oltre a subire le estorsioni, spesso devono sottostare anche a servizi extra-legali di protezione imposti con la violenza. Turismo sotto pressione Turismo, ristorazione, ospitalità alberghiera e attività culturali e teatrali danno un contributo rilevante all’economia: il 4,4% dell’occupazione totale in Europa e l’8% del numero di imprese che operano nell’economia di mercato. Negli ultimi anni è stato uno dei settori cresciuti più rapidamente in termini di occupazione e ha avuto un effetto moltiplicatore su altri comparti. Romania e Bulgaria offrono un profilo simile, con un’estorsione sistemica facilitata da livelli elevati di corruzione ed economia sommersa. I modelli estorsivi seguiti in Bulgaria mostrano una complessa interrelazione tra gruppi di criminalità organizzata, funzionari pubblici e politici; in tali modelli le commissioni e le tangenti sono richieste dalle imprese per scopi monopolistici e per evitare sanzioni amministrative.

 Il contesto estorsivo agevola l’espansione del fenomeno tra vittime prive di protezione, che hanno la percezione che sporgere denuncia alle forze dell’ordine sia inutile. La Grecia ha un livello inferiore di corruzione, ma subisce un incremento dei gruppi di criminalità organizzata in un settore che negli ultimi anni ha vissuto un’enorme espansione e una crisi economica che ha accresciuto l’economia sommersa. In Spagna e nel Regno Unito l’estorsione non è sistemica, ma è un fenomeno sotto denunciato. A parte alcuni casi di estorsione per opera di grandi gruppi di criminalità organizzata e di alcuni funzionari pubblici, l’estorsione interessa anche le comunità etniche, nelle quali si sviluppa come pratica tra persone della stessa nazionalità. In casa nostra L’Italia è alle prese con un elevato tasso di estorsione nel settore dell’ospitalità, sempre più oggetto della penetrazione delle mafie, che investono milioni o subentrano progressivamente spogliando i proprietari originari. La ricerca (vedi tabella) stima che in Italia il fatturato complessivo dell’estorsione organizzata oscilli tra 2,7 e 7,7 miliardi. Per quanto concerne la reazione delle vittime, infine, la maggioranza delle aziende coinvolte nei casi esaminati ha accolto le richieste estorsive per paura di vendette. (Il Sole 24 ore) 


Incassi illegali

Stime relative agli introiti totali derivanti

dall’estorsione organizzata per regione.

Dati in milioni di euro

Regione Inferiore Superiore

Abruzzo 32,1 84,1

Basilicata 13,4 34,2

Calabria 322,9 929,9

Campania 821,7 2.255,9

Emilia Romagna 69,0 194,1

Friuli V. G. 21,9 59,9

Lazio 116,4 300,6

Liguria 32,0 86,2

Lombardia 119,7 345,6

Marche 58,9 164,2

Molise 0,99 25,7

Puglia 260,0 773,2

Piemonte 130,8 374,4

Sardegna 19,7 51,1

Sicilia 395,8 1.117,4

Trentino A. A. 113,2 323,5

Toscana 22,1 57,5

Umbria 14,0 38,3

Valle d'Aosta 0,76 19,6

Veneto 109,9 306,6

Italia 2.762,1 7.743,0

Fonte: Lisciandra 2014; Transcrime 2013
 di Roberto Galullo

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