Il plagio di Stato: così i nuovi libri scolastici nella Russia di Putin riscrivono la storia

Società | 14 agosto 2023
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1.Introduzione

Un dittatore – per sua natura, status, ruolo – aggredisce nazioni più deboli che hanno la sfortuna di essere prossime ai confini acquisti del suo dominio, pretende, pone condizioni e ultimatum, ricatta, falsifica gli avvenimenti, distorce la realtà, trucca i risultati di referendum ed elezioni, invade, bombarda, colpisce i civili.
Succedeva nel XX secolo. Da manuale, al riguardo, il crescendo di atti del genere posti in essere negli anni ’30 e nel primo quinquennio degli anni ’40 da Aldolf Hitler, Benito Mussolini, Hideki Tojo. Così come da Iosif Stalin nello stesso periodo e poi anche negli anni ’50, come ben sanno polacchi, finlandesi, lituani, estoni, lettoni.
Succede nel XXI secolo. Da manuale, al riguardo, il crescendo di azioni rientranti nella tipologia posti in essere da Vladimir Putin.
C’è un altro comportamento – meno cruento ma quanto mai pericoloso e subdolo – che ricorre con sistematica puntualità nei despoti: riscrivere la storia a proprio uso e consumo. Sempre e comunque giustificativa delle nefandezze compiute. E, in più, servita come “pensiero unico”. Acritico.
Che Vladimir Putin sia un illiberale, un autocrate, un despota nessuno ormai lo contesta o lo nega. È un dato di fatto. Di cui anche i più asserviti alleati nella Federazione Russa e nel mondo prendono atto. Per loro e per i loro intendimenti, per il loro modo di interpretare la “res publica” e il servizio al proprio paese, può non costituire un problema ma ciò non toglie che sia un dato di fatto acquisito.
Nel mese di agosto del 2023 a Mosca va in scena l’ennesimo attacco di Putin alla democrazia, alla libertà. E alla verità storica. Propinato a tutti gli studenti russi. Allineati e coperti. Indottrinati. Da rabbrividire al pensiero di cosa significhi nella loro formazione, nella formazione del loro pensiero politico e di conseguenza del consenso. Un frutto avvelenato a lunga scadenza. Una volta veniva formato così “l’homo sovieticus”. Ora si costruisce il pensiero unico per “l’homo putinianus”.

2.La riscrittura della storia della Russia nella stampa italiana

I fatti, le fonti, la notizia. Il 7 agosto scorso nel TG1 delle ore 20 un servizio da Mosca di una delle due corrispondenti della Rai, Caterina Doglio, viene lanciato da studio con questo titolo: “La Russia riscrive i libri di storia per la scuola. Una nuova lettura di quanto accaduto dal ‘900 ad oggi secondo la visione di Putin”. Il contenuto della corrispondenza della Doglio: “In copertina il ponte di Kerch che collega la Russia alla Crimea e da questo già si capisce che spiegare agli studenti il perché del conflitto è cruciale. È il ministro dell’Istruzione Kravtsov a presentare il nuovo manuale unico. Nell’Unione Sovietica di libri di storia ce ne erano due. Poi con la Perestroika e fino a ieri erano le scuole a scegliere un testo. Oggi non più. Questo diventerà l’unico libro per tutte le scuole della Russia. Lo testeranno gli studenti dell’ultimo anno delle superiori. Cosa cambia? Moltissimo. Il 50 – 70 per cento del contenuto dei libri precedenti. Adattare l’insegnamento alla Russia che cambia è un vecchio progetto. «Bisognerebbe realizzare un manuale di storia unico per le scuole»: Putin lo diceva già dieci anni fa, ancor prima dell’annessione della Crimea.
Un intero capitolo è dedicato all’operazione militare speciale in Ucraina. E che la storia può prendere una unica direzione lo ribadisce anche Zacharova. La portavoce degli Esteri cita le condizioni per la pace: «Kiev deve scordarsi di entrare nell’Unione Europea e nella Nato e accettare di rinunciare ai territori che Mosca ha conquistato»”.
In effetti ci eravamo dimenticati o era passato quasi sotto silenzio questo intendimento putiniano di oltre dieci anni fa. Disegno importante. Lo abbiamo sottovalutato ma l’autocrate di Mosca ha finito per concretizzarlo. Sennò che despota sarebbe?
Con tutti gli sconquassi – politici, climatici, incendiari, inflazionistici – che affliggono il mondo e il nostro paese nell’estate del 2023 la notizia non sembra di quelle determinanti. Eppure trova spazi e commenti in diversi organi di stampa. Scrive “il Post” il 9 agosto (“La Russia ha riscritto i libri di storia delle proprie scuole superiori”): “Le foto di alcune pagine dei nuovi libri scolastici sono state pubblicate online da vari media russi filo-governativi, tra cui l’agenzia di stampa statale RIA Novosti. Il capitolo relativo alla guerra in Ucraina è intitolato: «La Russia oggi: l’operazione militare speciale», e cita quindi l’espressione utilizzata dalla propaganda per riferirsi all’invasione (in Russia non si parla di guerra, ma di «operazione speciale»). I paragrafi che seguono presentano elementi ricorrenti nella narrativa promossa dal governo di Putin (ma infondati), come la «rinascita del nazismo» e la «falsificazione della Storia», mentre la volontà di destabilizzare la situazione interna della Russia è descritta come «un chiodo fisso» dei paesi occidentali.
Il libro sostiene inoltre che l’«operazione speciale» avviata dalla Russia sia stata una mossa necessaria per «mettere fine alle ostilità in Ucraina», una ricostruzione falsa della realtà. Inoltre l’Ucraina viene spesso definita come uno stato «nazista» e «artificiale», che dovrebbe far parte della Russia.
Il libro presenta in maniera fuorviante anche alcune conseguenze che la guerra sta avendo sull’attuale situazione in Russia: per esempio, sostiene che la decisione di molte compagnie straniere di sospendere le proprie attività nel paese, dovuta anche alle sanzioni economiche imposte dai paesi occidentali, abbia favorito l’apertura di nuove possibilità di mercato per le aziende russe, trasformando il paese in una «terra ricca di opportunità».
I nuovi libri scolastici sono stati presentati a inizio agosto durante una conferenza stampa a cui erano presenti il ministro dell’Educazione russo Sergey Kravtsov, il rettore dell’Istituto statale di Mosca per le relazioni internazionali, Anatoly Torkunov, il responsabile per la ricerca dell’Istituto di storia generale presso l’Accademia russa della scienze, Alexander Chubaryan, e Vladimir Medinsky, considerato molto vicino a Putin. I testi sono stati scritti in soli cinque mesi e saranno utilizzati a partire dal prossimo anno scolastico, che inizia il 1 settembre. Il governo intende aggiornare anche i libri per bambini e ragazzi tra gli 11 e i 16 anni a partire dal 2024”.
Nello stesso giorno così “Rolling Stone Italia” con l’esplicito titolo “I nuovi libri di storia adottati in Russia sono dei manifesti di propaganda” riporta la notizia: “Il Cremlino ha scelto di catechizzare i cittadini russi utilizzando la più classica delle strategie di indottrinamento di massa, ossia l’utilizzo pubblico e propagandistico della storia.
Lunedì l’agenzia stampa filo–governativa RIA Novosti ha presentato i nuovi libri di storia che verranno utilizzati dagli studenti delle superiori, ovviamente sapientemente riscritti alla luce degli sviluppi della guerra in Ucraina. L’obiettivo è facile da intuire: nobilitare la narrativa che, dal febbraio dello scorso anno, Putin sta diffondendo per persuadere la popolazione locale che la guerra di invasione contro Kiev è in realtà una «operazione militare speciale» e che l’Ucraina è uno «stato nazista» che dovrebbe far parte della Russia.
Il ministro dell’Istruzione russo Sergey Kravtsov ha affermato che i nuovi testi sono stati adottati con l’obiettivo di «trasmettere gli obiettivi [dell’offensiva russa in Ucraina, ndr] agli scolari», ossia la «smilitarizzazione e denazificazione». I nuovi testi coprono un periodo storico relativamente recente, dal 1945 a oggi, e saranno adottati in tutte le scuole a partire da inizio settembre. Kravtsov ha anche spiegato che i testi sono stati redatti in fretta e furia, nell’arco di appena cinque mesi, e che si tratta di testi provvisori, dato che «Dopo la fine dell’operazione militare speciale [in Ucraina, ndr], dopo la nostra vittoria, integreremo ulteriormente questi libri».
Dei piccoli bignami di propaganda, che tra le altre cose presentano delle sezioni sui soldati russi che «preservarono la pace» nel 2014, quando Putin decise di annettere illegalmente la Crimea. I testi presentano anche dei punti di vista critici nei confronti delle sanzioni occidentali, descrivendole come peggiori di quelle di Napoleone, che marciò sulla Russia nel 1812, e descrivono in maniera fuorviante alcune conseguenze che la guerra sta avendo sulla situazione in Russia: per esempio, sostengono che la decisione di molte compagnie straniere di sospendere le proprie attività nel paese, dovuta anche alle sanzioni economiche imposte dai paesi occidentali, abbia favorito l’apertura di nuove possibilità di mercato per le aziende russe, trasformando il paese in una «terra ricca di opportunità».
L’assistente presidenziale Vladimir Medinsky, noto per la sua visione conservatrice e revisionista della storia, ha elogiato la rapidità con cui i libri sono stati scritti e adottati. «Nessun libro di testo è mai stato creato nel nostro paese in così poco tempo», ha detto. Medinsky si è anche compiaciuto del fatto che il libro abbia interamente riscritto dei capitoli. «Abbiamo riscritto completamente le sezioni ’70’, ’80’, ’90’ e ‘2000’. Una nuova sezione è stata aggiunta dal 2014 ad oggi, inclusa l’operazione militare speciale», ha affermato.
Insomma: la propaganda è servita, questa volta sui banchi”.
E così commenta, sempre il 9 agosto, Gianluca Pirovano l’adozione di questo nuovo testo scolastico su “newsby” (“Russia-Ucraina: nuovi libri nelle scuole russe per raccontare il conflitto ai ragazzi secondo la propaganda di Putin”): “(…) La propaganda di Putin riscrive la storia sui libri di scuola. Le autorità russe hanno, infatti, presentato i nuovi libri scolastici pensati espressamente per studenti delle scuole superiori della Russia. Ragazzi di circa 17 anni che, a partire dal prossimo anno scolastico, avranno a che fare con nuovi volumi sia di storia che di storia della Russia. I capitoli dedicati agli eventi più recenti, vale a dire a partire dal 1970, sono stati riscritti ed è stato aggiunto un capitolo dedicato esclusivamente al conflitto con l’Ucraina a partire dal 2014 e all’invasione dello scorso anno. Si tratta, di fatto, soltanto dell’ultimo tentativo in ordine temporale da parte dei russi di riscrivere la storia della guerra con l’Ucraina. Fin dall’inizio del conflitto, infatti, il Governo di Mosca ha controllato in modo molto stringente la narrazione della guerra sia attraverso i media, sia sui social network. Ora la morsa della propaganda è definitivamente entrata anche a scuola (…)”.
3.Altre analisi
Sabina Maestri il 9 agosto su “Il Sussidiario.net” (“Russia aggiorna libri di storia con guerra in Ucraina/”Invasa per evitare conflitti con NATO”) osserva che “Solo chi ha vissuto in prima persona e da vicino la guerra in Ucraina sa come sono andate veramente le cose. Chi è vittima e chi è carnefice? La pace ad oggi sembra però ancora lontana. Intanto la Russia ha pensato di riscrivere i libri di storia rivolti agli studenti delle scuole superiori. I contenuti sono stati riscritti disegnando la guerra come ‘un’operazione speciale’ messa in atto per porre fine alle ostilità ucraine. (…) Il Cremlino, con questa mossa, ha rafforzato la propria narrativa. La riscrittura dei libri si è concentrata soprattutto sui nuovi eventi dal 2014 ad oggi, descrivendo dapprima i soldati russi come ‘salvatori di pace’ quando Mosca ha annesso la penisola di Crimea all’Ucraina e descrivendo più volte l’Ucraina come ‘Stato nazista’. Mosca è descritta poi come vittima a fronte del conflitto ancora in essere, e tra le pagine già si parla di vittoria russa. Inoltre, si giustifica l’invasione, spiegando che è legata al piano di Kiev di entrare nella Nato: dunque, per il Cremlino è stata una mossa per evitare una guerra aperta con l’Alleanza Atlantica che avrebbe portato al collasso globale.
Insomma, ciò che emerge dai nuovi libri è una narrativa evidentemente spostata a favore della Russia, parlando dell’Ucraina come di uno “Stato artificiale”, manipolato dall’Occidente. Lo stesso assistente presidenziale, Vladimir Medinsky, ha ammesso che il libro presenta “il punto di vista dello Stato“. Nel frattempo però questa iniziativa è stata vista in maniera piuttosto critica dai media mondiali occidentali che, nel descrivere il fatto, hanno parlato di “universo parallelo” e di “realtà differente” “.
”Per “Globalist Syndication” (“Putin riscrive la storia: nelle scuole un testo per sostenere la propaganda sulla guerra in Ucraina”) sempre il 9 agosto: “(…) il ministro dell’Istruzione russo, Sergey Kravtsov, ha affermato che il materiale era volto a “trasmettere gli obiettivi” della guerra in Ucraina, che secondo lui erano “smilitarizzazione e denazificazione” di Kiev.
Kravtsov ha anche promesso di aggiornare nuovamente i libri di testo dopo la fine della guerra, “non appena avremo vinto”, secondo le notizie di RIA Novosti.
“Stiamo già vincendo la guerra dell’informazione, ma l’operazione militare speciale finirà, e finirà con la nostra vittoria e ovviamente integreremo il libro di testo di storia”, ha detto RIA citando il ministro.
Il libro è pensato per gli studenti dell’11° grado – 17 anni – e copre un periodo dal 1945 al 21° secolo. L’aiutante presidenziale Vladimir Medinsky ha ammesso (e se ne faceva un vanto) di aver riscritto la storia.
“Abbiamo completamente riscritto le sezioni ‘70s’, ‘80s’, ‘90s’ e ‘2000s’. Una nuova sezione è stata aggiunta dal 2014 ad oggi, inclusa l’operazione militare speciale”, ha affermato”.
Infine – ci fermiamo qui – Francesco Gnagni su “Notizie.com”, sempre il 9 agosto. Titolo: “Putin “riscrive la storia”, ma sui libri di testo. Parla Galli della Loggia”:
“Il ministero dell’Istruzione russo ha dichiarato che saranno adottati nel Paese dei nuovi libri di testo di storia per gli studenti delle scuole superiori, all’interno dei quali sono incluse sezioni su quella che Putin definisce “l’operazione militare speciale” in Ucraina, vale a dire il modo in cui Mosca definisce l’attacco contro Kiev. Un’operazione che lo storico Ernesto Galli della Loggia inquadra all’interno di un progetto complessivo scientemente messo in atto dal presidente russo ormai da anni. 
Quello cioè di strappare l’Ucraina al suo destino occidentale, riportando al presente l’immagine del glorioso passato zarista ripercorrendo gli snodi più critici della storia russa, dal bolscevismo alla rivoluzione d’ottobre passando per la figura di Stalin e gli accordi presi con l’Occidente al seguito delle due guerre mondiali del Novecento.
Lo ha dichiarato il ministro dell’Istruzione Sergey Kravtsov, spiegando che i libri di testo descrivono “le ragioni dell’inizio dell’operazione militare speciale, lo scopo dell’operazione militare speciale, la denazificazione, la smilitarizzazione”. “Il libro di testo dell’undicesimo grado riflette gli eventi più importanti legati alla riunificazione della Crimea e di Sebastopoli, le cause e il corso dell’operazione militare speciale, l’ingresso di nuove regioni nella Federazione Russa”, è quanto spiegato da Kravtsov.
Si tratta di un libro pensato per gli studenti dell’undicesimo grado, vale a dire per gli studenti di 17 anni, che copre il periodo compreso tra il 1945 e il ventunesimo secolo. L’ammissione da parte del governo russo è quella di aver letteralmente “riscritto la storia”. “Abbiamo completamente riscritto le sezioni ‘70s’, ‘80s’, ‘90s’ e ‘2000s’. Una nuova sezione è stata aggiunta dal 2014 ad oggi, inclusa l’operazione militare speciale”, è stato affermato durante la conferenza stampa in cui si è reso noto che i nuovi libri di testo saranno insegnati nel corso di storia standardizzato delle scuole russe a partire dal prossimo settembre. Con una promessa: quella di aggiornare nuovamente i libri di testo dopo la fine della guerra, “non appena avremo vinto”. “Stiamo già vincendo la guerra dell’informazione, ma l’operazione militare speciale finirà, e finirà con la nostra vittoria e ovviamente integreremo il libro di testo di storia”, sono le parole riportate dai media statali russi di RIA Novosti”.
L’articolo di Gnagni su “Notizie.com” riporta in conclusione un commento di Ernesto Galli della Loggia sul “Corriere della Sera”: “Per lo storico Ernesto Galli della Loggia, il giudizio su quanto messo in atto dal governo russo è netto. “Con Putin è un po’ come con Hitler. Come in mille occasioni, a partire dal Mein Kampf (1925), il Führer non si stancò di dire ai quattro venti e di far capire chi era e quello che intendeva combinare — senza che però in Occidente molti lo prendessero sul serio — allo stesso modo in questi anni Putin si è profuso in decine di discorsi circa i suoi sfrenati progetti nazional-imperialistici senza che però nessuno di noi (o quasi) gli prestasse troppa attenzione”, ha scritto Galli della Loggia sul Corriere della Sera. “Avevamo dimenticato che nel nostro tempo la storia (la sua manipolazione) è lo strumento preferito dai dittatori per affermare la propria visione del mondo e avvalorare le proprie malefatte. Soprattutto per giustificare i propri propositi aggressivi”.
Secondo la visione di Putin, infatti, l’identità nazionale russa rinascerà solamente quando verranno ristabiliti i legami tra la storia contemporanea e quella antica, dei fasti imperiali russi. Da allora, afferma lo storico nel suo editoriale sul quotidiano di Via Solferino, “Putin si è dedicato appassionatamente a rimodellare tale storia con sovrano disprezzo della verità. Prima, tentando di “decomunistizzare” l’esperienza sovietica, poi per collegarla direttamente al passato zarista, “ridipinto con i colori della più fulgida grandezza”.
“È chiaro comunque il motivo per cui l’esperienza sovietica deve essere a tutti i costi salvaguardata: perché è al suo interno che si colloca la vittoria sul nazismo e tale vittoria è chiamata a costituire il fondamento storico irrinunciabile sia della spinta neoimperialistica della leadership putiniana sia dell’orgoglio nazional-patriottico russo che Putin stesso intende alimentare in ogni modo per sostenere tale spinta”, è la conclusione di Galli della Loggia”
4.Conclusioni. Il plagio di Stato
L’omologazione del sapere storico nelle scuole della Russia putiniana, così massicciamente avviata, ci riporta alla mente concetti e realtà non recenti ma opportuni per spiegare quello che succede e, ancora di più, succederà negli anni a venire da quelle parti. L’espressione “portare i cervelli all’ammasso” - ricorrente nei comizi, nei dibattiti politici, nelle tribune elettorali, nelle aule parlamentari della Prima Repubblica - ha perso smalto. È finita nel dimenticatoio. Significava “aderire ciecamente, in modo del tutto acritico, a una idea, a un partito, a un movimento”. In Russia strategie come quella che punta a manipolare e uniformare le conoscenze dell’intera fascia giovanile della popolazione nascondono un preciso obiettivo: disinformare, rendere passivamente acritici, costruire il pensiero unico.
Una seconda considerazione. Chi firma questo approfondimento ha avuto modo in gioventù di leggere un libro di scuola elementare della propria madre, nata nel 1930. Siamo quindi nella seconda metà degli anni ’30 del secolo scorso. Ora non ricordo il titolo del libro. Forse “Libro e Moschetto”. A leggerlo e rileggerlo rimanevo colpito e sempre più sconcertato dai contenuti del libro e dall’influsso demoniaco esercitato da quelle pagine su bambine e bambini di 8 anni o poco più. Una incredibile accozzaglia di manipolazione e falsità storiche, mito del superuomo, esaltazione senza ritegno del Duce, martellante elogio dei gesti d’eroismo e dei caduti in guerra. Un miscuglio devastante per i cervelli di bambini di quella età. Partorito dalla propaganda del regime, dai suoi pedagoghi-zerbini, pedissequamente impartito da maestri e maestre elementari.
A questa “formazione” scolastica mirano le dittature. Ieri e oggi. Sicuramente anche domani.
Bisogna sottolineare, per finire, due tragici aspetti. Il primo. Anche quello di 85 anni fa, anno più anno meno, era un “testo unico di Stato”. Adottato per milioni di bambini in tutte le scuole elementari d’Italia, abbondava nella copertina, nei disegni e nelle illustrazioni in bianco e nero di fasci littori e descrizioni di episodi bellici. Grande risalto nelle pagine veniva dato alla preparazione ginnica e atletica per diventare invincibili soldati per la difesa della Patria. Altri capisaldi del volume: l’obbedienza come valore essenziale per lo scolaro; il libro e il moschetto (con relative istruzioni per l’uso) sullo stesso piano; il valore della guerra come strumento di espansione territoriale dell’Italia fascista. E ancora: l’indottrinamento dello scolaro/a per una adesione acritica al regime; l’esaltazione illimitata della Patria e la fedeltà alla Patria; il culto della personalità per la figura del Duce; l’esaltazione degli atti militari di eroismo; l’elogio della morte se a seguito di atti eroici. Qualche anno dopo - con le famigerate (vergogna inestinguibile per il nostro paese) “Leggi razziali” che il fascismo si inventò per accodarsi come un cagnolino alla pazzia hitleriana - diventerà centrale nei libri anche un altro odioso tema: la discriminazione razziale.
Il secondo tragico aspetto. Nei piani di Putin e del cerchio magico dei suoi pretoriani e “yes men”, come abbiamo letto, è presente il convincimento che dovrà esistere un libro unico di storia non solo per gli studenti delle superiori ma anche per gli ancor più vulnerabili cervelli “dei bambini e ragazzi tra gli 11 e i 16 anni a partire dal 2024”.
Si forma proprio così – plagiando, agendo sui cervelli più indifesi e malleabili – “l’homo putinianus”. Futura carne da cannone. Ubbidiente, inquadrata schiera disposta a uccidere e a farsi uccidere per la gloria millenaria della Santa Madre Russia. Che sia nei ranghi delle forze armate o in quelli mercenari delle tante brigate Wagner e similari che troveranno adesioni sempre più convinte e fanatiche nei loro reclutamenti.
Un indottrinamento universale. Anzi, più correttamente, un mostruoso plagio di Stato.
 di Pino Scorciapino

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