Il lavoro cresce ma è precario, boom dei voucher

Economia | 3 aprile 2017
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Cresce l’occupazione, soprattutto quella dipendente e derivante da contratti a termine. Crescono ancora i voucher (aboliti da poco per decreto). Tornano a crescere, dopo 15 trimestri, i lavori a chiamata o intermittenti. Continuano a crescere, di due cifre, i lavori in somministrazione. E’ quanto racconta la nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione redatta congiuntamente da Ministero del Lavoro, Istat, Inps e Inail e relativa al quarto trimestre del 2016. 

 Nel periodo in esame, il tasso di occupazione è stato del 57,4% in crescita dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. L'aumento congiunturale dei posti di lavoro dipendenti è stato frutto di 64 mila posizioni a tempo determinato e di 19 mila posizioni a tempo indeterminato. Per quanto riguarda invece il dato tendenziale l’aumento del quarto trimestre 2016 su quarto trimestre 2015 è frutto di 345.000 posizioni a tempo indeterminato e 133 mila posizioni a tempo determinato. Per un dato complessivo di 478.000 lavoratori in più. 

 Il 2016 evidenzia ancora una crescita dell’uso dei voucher. I dati Inps indicano che i bonus venduti l’anno scorso sono stati 134 milioni, il 24% in più rispetto al 2015. Nel quarto trimestre del 2016 sono stati venduti 32,8 milioni di unità (30,6 milioni nel quarto trimestre 2015) con una sensibile riduzione nel tasso di crescita tendenziale (+7,2% rispetto a +25,3% nel terzo, +32,2% nel secondo e +35,7% nel primo). Aboliti i voucher per decreto (che però deve ancora essere convertito in legge), questi sembrano resistere ancora per le Tate. L’Inps infatti ha ripreso ad erogare il bonus «baby sitting in forma di voucher, «fino a nuove indicazioni da parte del ministero del Lavoro": è il buono che possono richiedere le mamme dopo il periodo di astensione obbligatoria e vale circa 600 euro al mese: è possibile chiedere all’Inps di pagare direttamente gli asili nido oppure prendere un voucher per pagare l’assistenza domiciliare di una baby sitter. 

 Fra le diverse forme di occupazione in aumento compaiono anche i tipi di lavoro più precario. In particolare, dopo 15 trimestri di progressiva riduzione tendenziale, il numero dei lavoratori a chiamata o intermittenti (Uniemens-Inps) cresce del 2,5% e si attesta in media a 128 mila unità a fronte. Continua a crescere anche il numero dei lavoratori coinvolti nel lavoro somministrato con tassi tendenziali molto elevati anche nel quarto trimestre del 2016 (+12,9%) a fronte di una stabilità di intensità lavorativa (20,9 giornate retribuite nel mese). 

 Si conferma anche nel quarto trimestre 2016, il calo dell’occupazione tra i giovani 15-34enni, «in valori assoluti e percentuali, sia su base congiunturale che tendenziale» si legge nella nota. 



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