Il Barometro dell'Odio sfora picchi pericolosi per l'Italia

Politica | 17 luglio 2018
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L'Osservatorio di Amnesty Internazionale ha pubblicato il “barometro dell'odio”, realizzato durante la campagna elettorale che si è conclusa lo scorso 4 marzo. Esso rappresenta lo spaccato dei post di insulti a sfondo razziale che riempiono Facebook, twitter e gli altri social media. Sui social compare un post xenofobo ogni ora: dirigenti-anche di primo piano- e simpatizzanti della Lega per Salvini detengono il record delle pubblicazioni con il 51% delle dichiarazioni, seguono i Fratelli d'Italia con il 27%, Forza Italia con il 13%, Casa Pound il 4%, L'Italia agli italiani al 3%, fanalino di coda il M5S con il 2%. 

I più colpiti sono i migranti con il 91% delle dichiarazioni contro seguono a ruota la comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) con il 6%, i Rom (4,8%) e le discriminazioni di genere (1,6%). Il vocabolario varia, in specie per quanto riguarda gli immigrati definiti, di volta in volta, clandestini, irregolari, profughi, stranieri, fino agli insulti tipo bestie e vermi. L'acme si è raggiunto dopo l'assassinio della giovane Pamela Mastropietro a Macerata e ha fatto della comunità nigeriana il principale bersaglio dei messaggi offensivi degli internetnauti. Né si pensi che simile utilizzo della Rete riguardi solo i “militanti semplici”: i messaggi provenivano da 129 candidati di cui 77 sono stati eletti, il 43,5% era attribuibile ai leader, il 50% a candidati parlamentari, il 6,5% ai candidati presidenti delle regioni Lazio e Lombardia. Il fenomeno non si è certamente esaurito dopo la vittoria elettorale dei populisti. Ecco un florilegio di post tratti dalla pagina ufficiale del ministro Salvini.

 Il primo commenta la dichiarazione sull'insicurezza dei porti libici diramata dalla Commissione Europea”: (Daniele Bonacina) L'Unione Europea ha rotto i coglioni compreso l'alcolizzato...” E ancora: (Paolo Marlboro) Caro Matteo sono un branco di corrotti e non credo che non lo hai capito!!! Quindi basta farci prendere per il culo da culone, ubriaconi, etc, etc...” Aggiunge tale Benedetto F. Vasi:Vafanculo (sic) all'Unione Europea. Si chiudono i porti e basta...è il modo più facile. Dopo un paio di centinaia di morti vedrete che le barche smetteranno di arrivare. Cercando su facebook la pagina “Piano Kalergi. Liberiamo l'Italia da chi vuole distruggerla “ si leggerà quanto segue in un post che commenta la proposta del generale Vincenzo Santo che propone una strategia durissima per fermare l'arrivo dei migranti: Basta solo volerlo attuare, Edward Luttwak lo aveva detto, aggiungendo il doveroso bombardamento delle coste libiche e affondamento di tutte le imbarcazioni.” Si tratta solo di un piccolissimo esempio di quello che fermenta nella pancia profonda del paese, ma il massimo dello schifo (chiedo scusa ma non riesco ad usare altra espressione) è raggiunto dal seguente post del 30 giugno a commento delle foto di bambini annegati nei naufragi nel Mediterraneo: Rigor mortis? No rigor plasticus. Al di là del fatto che si tratti di un bambolotto in lattice (neanche troppo difficile da trovare sul mercato), ma ove mai fosse stato un bimbo vero naufragato e morto per annegamento, mai avrebbe avuto le braccia distese lungo il corpo, sempre penzolanti. Il “rigor mortis”, specie in estate e a maggior ragione in acqua, è condizione che si verifica a distanza di molti giorni dal decesso, mai in 24-48 ore. Per non parlare degli abiti non proprio di stagione e perfettamente asciutti. Poi il signore che pare si diletti da equilibrista sul gommone (fotomontaggio mal fatto) fa da sfondo. L'unico commento possibile è un conato di vomito; ma di tali porcherie sui social ne girano a centinaia.  

Il piano Kalergi è una delle leggende fondatrici del razzismo e della xenofobia europee che prende il nome dal filosofo austriaco Richard Nikolaus di Codenhove- Kalegi il quale, subito dopo la prima guerra mondiale nell'opera “Pan-Europa. Un grande progetto per l'Europa unita “ aveva formulato la proposta di un'integrazione continentale finalizzata a favorire la pacifica convivenza dei popoli. Egli fu insomma, come il nostro Altiero Spinelli, uno degli antesignani dell'unità europea a cavallo tra le due guerre mondiali. Negli ambienti dell'estrema destra europea, queste idee sono state attaccate e decontestualizzate fin quando il neo nazista e negazionista austriaco Gerd Honsik nel suo libro “Addio Europa. Il piano Kalergi” ha accusato il filosofo europeista di essere il teorico di un progetto segreto della massoneria internazionale per indebolire attraverso l'immigrazione la purezza razziale dei popoli europei e costringerli ad una sorta di meticciato. 

Idee deliranti di un autore, morto ad aprile di quest'anno, il cui libro più noto che si intitola “Assoluzione per Hitler” gli costò una condanna al carcere in Austria, dove la negazione dell'Olocausto è proibita per legge, ma che in Italia ed in altri paesi hanno trovato udienza presso la Lega di Matteo Salvini e in alcuni ambienti intellettuali come l'ineffabile filosofo rosso-bruno Diego Fusaro. Il giornalista lombardo Paolo Berizzi nel suo “Nazi Italia” (2018) ha dimostrato la fitta rete di relazioni esistente tra alcuni gruppi della galassia nera italiana e ambenti della Lega, così come un recente volume francese di D. Albertini e D. Doucet “La fascio sfera” (2018) ha indagato approfonditamente la galassia di siti web, blog e portali su cui è fondata la fortuna del Front National di Marine Le Pen, della cui cultura il razzismo è componente essenziale. Non bisogna sottovalutare quanto sta avvenendo sui social: in un'Italia impaurita ed incattivita c'è chi sta tentando di costruire le proprie fortune politiche diffondendo in maniera capillare la cultura dell'odio per “l'altro”, della chiusura identitaria, della guerra dei poveri contro coloro che hanno ancor meno. 

E' il vero pericolo che, ad avviso di chi scrive, si affaccia all'orizzonte del primo grande paese europeo governato da una coalizione populista che ogni giorno di più dimostra dilettantismo ed approssimazione tanto nella politica estera quanto nelle scelte economiche e sociali e che sarà tentata di scaricare sul “nemico” di volta in volta individuato (oggi i migranti, ma anche il presidente dell'Inps e l'”alta burocrazia”, domani chissà chi) imperizia ed errori.

 di Franco Garufi

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