I giovani in campo per salvare il pianeta in cui vivranno

Società | 16 marzo 2019
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Credo di aver assistito a Palermo alla più grande manifestazione globale promossa dal basso della gioventù per salvare il pianeta. È stata una scossa storica contro il degrado ambientale del pianeta e contro la negazione antiscientifica, alla Trump, di tale rischio. Una lezione di etica e di politica è stata definita quella di ieri venuta dai giovani delle scuole e dei movimenti della società civile e tra questi, anche dai giovani del Centro Studi Pio La Torre, rivolta alle classi dirigenti dei paesi. Salvare il pianeta minacciato da un complesso modello di sviluppo economico, che coinvolge i nostri consumi quotidiani e le politiche energetiche industriali, agroalimentari, non è semplice, ma possibile. Mettere in discussione la crescita basata sullo sfruttamento delle risorse energetiche fossili del pianeta è necessario, ma è anche possibile da subito adottando le nuove tecnologie per le energie rinnovabili e l’uso ecocompatibile della chimica, dell’intelligenza artificiale. Occorre investire di più sulla conoscenza e sulla difesa dei diritti umani in tutto il Pianeta. Tutto ciò significa guardare a un nuovo modello di sviluppo che bandisca lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, miri alla difesa della persona umana e del suo diritto all’aria e all’acqua pulita e non inquinata da processi produttivi ed economici. Consideriamo tra questi inquinanti anche l’economia criminale e illegale, gestita dalle mafie al servizio dell’economia legale come è dimostrato ormai da centinaia di procedimenti giudiziari, ad esempio nel circuito dei rifiuti tossici, nei processi di contraffazioni dei prodotti industriali, agroalimentari, nel controllo delle filiere industriali commerciali. La manifestazione globale dei giovani del Pianeta, nata tramite i social, che ha assunto come simbolo della loro rivolta quella individuale della giovane svedese Greta Thunberg, rifugge dall’antipolitica. Anzi è rivolta prima di tutto alla Politica perché dell’ambiente ne faccia una questione centrale dell’agenda politica dei Parlamenti, dei Governi e delle relazioni interne e internazionali. Allora rispettare l’accordo di Parigi, sostenere uno sviluppo che cancelli la povertà delle persone sia dei paesi sviluppati che di quelli in ritardo di sviluppo, non sostenere le guerre locali per il controllo neocolonialistico delle risorse , diventa essenziale per estendere le politiche di riduzione del riscaldamento del pianeta. Senza cambiare le politiche energetiche, industriali, agroalimentari in tutti i Paesi è impensabile sopravvivere alla crisi ambientale. Per avere un Pianeta pulito occorrono politiche economiche ecosostenibili e pratiche sociali che eliminino povertà, ingiustizia sociale, diseguaglianze, mercati controllati solo dalle multinazionali e dalle mafie. Non sono utopie, ma la stretta via da percorrere per salvarci come genere umano. I ragazzi di venerdì lo hanno capito e lo hanno chiesto a tutti gli adulti e le classi dirigenti del Pianeta.
 di Vito Lo Monaco

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