Fondi europei, la Regione prova ad accelerare la spesa
Per spiegare al colto ed all'inclita il significato pratico delle decisioni assunte dal Comitato di Sorveglianza del POR Fesr che si è svolta il 15 marzo, sono sufficienti tre considerazioni che, se trasformate in concreti atti amministrativi, determinerebbero una svolta nella spesa dei fondi strutturali e di investimento europei nella nostra regione.
A) Le condizionalità ex ante, cioè le condizioni legate ai quadri politici e strategici, a quelli normativi ed alle capacità amministrative considerate indispensabili per un utilizzo efficace ed efficiente dei fondi strutturali, risultano tutte superate. L'unica eccezione è relativa al settore dei rifiuti; il che significa che nel comparto più delicato della politica regionale, per il quale il presidente della Regione è stato nominato commissario dal Consiglio dei ministri, non è allo stato possibile utilizzare risorse europee pari a circa 167 milioni di euro. Si legge infatti a pag.15 del documento sullo stato di attuazione presentato ieri che “la Commissione ... ha comunicato il mancato soddisfacimento della CEXA (condizionalità ex ante settoriale n.d.r.) ...a causa della carenza di un piano regionale di gestione dei rifiuti coerente con le previsioni della direttiva 98/2008/CE....pertanto...i pagamenti risultano sospesi.” A modesto avviso di chi scrive, questo si presenta come la principale esigenza di ordine politico che andrà risolta in sede di coordinamento con l'attività del presidente della Regione nella qualità di commissario delegato all'emergenza rifiuti. Mentre scriviamo, giunge notizia che la Commissione Europea ha chiuso la procedura di infrazione avviata contro l'Italia sul mancato aggiornamento dei piani regionali di gestione dei rifiuti. La contestazione riguardava diverse regioni italiane: oltre alla Sicilia, Abruzzo, Basilicata, Provincia Autonoma di Bolzano, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Sardegna. La Commissione considera chiuso il caso perché le regioni anzidette si sono adeguate alla direttiva quadro rifiuti del 2008. Bisognerà verificare nelle prossime settimane se la Direzione politiche regionali di Bruxelles riterrà così soddisfatte le condizionalità ex ante e sbloccherà i pagamenti. Si tratterebbe in tal caso di una notizia davvero positiva.
B) Fermo restando che il Fesr è più indietro nell'attuazione rispetto agli altri programmi finanziati dall'UE, lascia il tempo che trova l'uso, ormai abituale, di lanciare allarmi per l'esiguità della cifra spesa; un mese fa si parlava di 7 milioni, che erano in realtà oltre 16; oggi qualche esponente del partenariato parla di 100 e così via cantando. In realtà il problema più grave risiede nella scarsissima capacità di spesa dell'amministrazione regionale che è evidenziata, aldilà di ogni dubbio, da una tabella presentata qualche giorno fa nel corso dell'incontro con il partenariato socio-economico che ha preceduto il CdS. A pag.17 del documento di approfondimento sullo stato di attuazione del POR Fesr si individua un target N+3 al 3112/2018 (cioè la somma che va certificata entro i tre anni dalla concreta attivazione, es. entro il 2018 bisognerà spendere tutto ciò che è stato caricato nel 2015) pari a 719.586.368 euro e un target comprensivo di performance framework (compresa cioè la riserva di efficacia prevista per i più bravi) che ammonta a 758. 215.816 euro. Ebbene secondo i dati raccolti al 16/102017, le previsioni di spesa alla fine dell'anno in corso ammontano ad appena 548.670.370 euro. Mancano, insomma, tra 171 e 218 milioni per raggiungere i target previsti dalla Commissione, pena l'avvio delle procedure di disimpegno. Non voglio annoiare i rari lettori con particolari tecnici, ma faccio notare che le previsioni di spesa tra febbraio ed ottobre 2017 sono scese in modo netto. La capacità dell'amministrazione di attivare la spesa, ha costituito finora il vero handicap, con l'eccezione della cosiddetta strategia di specializzazione produttiva detta “delle tre S”finalizzata soprattutto all'innovazione digitale: Va qui segnalato, però, che per quest'ultima non risulta veritiera l'affermazione, riproposta dall'assessore Armao qualche giorno fa, che il nuovo governo ha trovato la spesa ferma a zero. E' nella distanza tra procedure attivate pari ad oltre due miliardi e mezzo di euro e previsioni di spesa certificata al 31 dicembre dell'anno in corso che si gioca la difficile partita di riportare ad efficacia ed efficienza la spesa del fondo europeo di sviluppo regionale siciliano. Da quanto si evince dal comunicato emanato alla fine dell'incontro, l'orientamento dell'autorità di gestione è procedere alla rimodulazione del programma, attraverso l'inserimento nel programma operativo della tratta B del raddoppio ferroviario Palermo-Carini e del secondo tratto della statale 640 Agrigento-Caltanissetta attualmente finanziate da altri flussi di investimento pubblico. Opere assolutamente utili per carità e procedimento previsto dai regolamenti, ma ci si chiede se la ricomparsa dei progetti-sponda sia la strada giusta per velocizzate l'attuazione del programma operativo. In ogni caso per far ciò sarà necessario seguire la procedura richiesta dai regolamenti europei. L'impostazione proposta dai decisori politici siciliani è con ogni probabilità all'origine del siparietto tra il presidente Musumeci e il nuovo capo dell'Unità per l'Italia e Malta della Direzione generale Politica regionale della Commissione Europea Nicolas G. Morin: al presidente che chiedeva clemenza da parte di Bruxelles, il funzionario ha risposto che alla Commissione si può chiedere al massimo comprensione per le difficoltà della Sicilia, ma che essa deve segnare un cambio di passo. Tradotto dal prudente linguaggio diplomatico degli euroburocrati significa che solo se la regione metterà a posto le proprie carte ci si potrà aspettare collaborazione e sostegno.
C) Tutto quanto prima evidenziato si realizzerà se ci sarà una netta inversione di rotta nel modo di lavorare dell'amministrazione regionale. Da questo punto di vista è essenziale rendere effettiva l'attuazione del Piano di rafforzamento amministrativo che costituisce la pre-condizione fondamentale per qualificare ed accelerare la spesa. Si è trattato finora dell'inadempienza più grave di questo governo regionale ma anche del precedente; essa ha giocato una parte decisiva nei gravi ritardi evidenziati. L'unica vera buona notizia pervenuta dal Comitato di Sorveglianza è che la responsabilità del PRA viene affidata alla dottoressa Patrizia Valenti dirigente di antica e comprovata qualità. Per il resto, dobbiamo accontentarci di quello che passa il convento: la paziente attesa dei mille giorni messianicamente annunciati dal presidente della Regione e la disperata rassegnazione con cui leggiamo i commenti dei nuovissimi deputati e dei dirigenti sindacali a dati Istat che meriterebbero una riflessione giustamente preoccupata, ma più innovativa e coraggiosa su quanto sta avvenendo nell'economia siciliana.
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