Festa della Liberazione con polemiche a Palermo

Politica | 25 aprile 2019
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Polemiche a Palermo per la manifestazione in ricordo del 25 aprile al giardino Inglese, organizzata da Anpi con la Cgil e Arci, prevista per le 9.30 e anticipata alle 8. La posa delle corone di alloro davanti ai cippi che ricordano Pompeo Colajanni (il comandante Barbato, liberatore di Torino), e la divisione Acqui che combattè a Cefalonia, è poi durata, dicono testimoni 15 minuti. La prefettura ha informato l’Anpi ieri dell’anticipazione dell’orario. Almeno 200 persone sono arrivate davanti ai cippi prima dell’orario che era stato reso noto originariamente, ma quando la cerimonia istituzionale era terminata. La prefettura di Palermo fa sapere che «la cerimonia istituzionale era prevista per le 8».  

«Dal giardino Inglese - dice Enzo Campo segretario della Camera del lavoro di Palermo - almeno duemila persone hanno sfilato fino a piazza Verdi dove la banda della polizia municipale ha suonato l’inno di Mameli e per due volte Bella ciao. Poi alcuni ragazzi, io e il sindaco Leoluca Orlando abbiamo ricordato il valore della Liberazione e della lotta partigiana». Un cittadino, Giovanni Cacciatore, che è andato al giardino Inglese per partecipare alla cerimonia, dice: «Alle ore 8,45 mi sono recato al Giardino Inglese dove era prevista la cerimonia ufficiale per ricordare la festa della liberazione. Stranamente notavo che le corone di fiori erano già poggiate sul cippo che ricorda i martiri di Cefalonia. Aspetto, assieme ad altri cittadini, che venissero le autorità per la breve cerimonia che ogni anno viene svolta. Soltanto alle ore 10 vengo casualmente a sapere che le autorità, senza nulla comunicare ai palermitani avevano anticipato la cerimonia alle 8». «Tutto ciò mortifica i cittadini - aggiunge - che hanno ancora il senso dello Stato e il rispetto della democrazia e ancor più denota mancanza di rispetto nei confronti di di chi ha permesso, con vero sacrificio, di conquistare la democrazia».

 «La contro-cerimonia di Salvini a Corleone ha costretto le autorità militari - aggiunge il segretario regionale del Pd Davide Faraone - a fare i salti mortali per coprire le due iniziative. Uno sfregio alla memoria di chi ha combattuto per la libertà e di chi sente il dovere, ogni anno al Giardino Inglese, di coltivare la memoria». La polizia municipale di Palermo in una nota ieri aveva informato che «alle ore 9,30 in occasione della ricorrenza del 74simo anniversario della Festa della Liberazione dal nazifascismo», avrebbe partecipato con gli agenti in alta uniforme «alla scorta d’onore al gonfalone cittadino insieme al nucleo ippomontato per la cerimonia prevista con le autorità civili e militari che deporranno una corona di alloro alla lapide dei caduti della Resistenza di Cefalonia». 

 Il Centro Pio La Torre ha aderito alle manifestazioni per il 25 aprile con proprie delegazioni a Palermo, Bagheria e Corleone. "Ogni 25 aprile la maggioranza degli italiani - dichiara Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre - ricordando l'anniversario della liberazione dal nazifascismo, rinnova l'impegno per la libertà e la democrazia rappresentativa nata dalla Resistenza. Ribadisce la contrarietà ad ogni forma di violenza, di sopraffazione e di ingiustizia sociale.  Anche la lotta antimafia è lotta contro la violenza, la sopraffazione dell'uomo sull'uomo, contro la criminalità mafiosa in combutta con la malapolitica e la mala economia. Non si può essere veri antimafiosi disconoscendo l'antifascismo. Mussolini si dichiarò antimafioso e restaurò la dittatura, abrogò le libertà politiche, perseguitò gli ebrei, scatenò la guerra più distruttiva del secolo". "Il Centro Studi - conclude Lo Monaco – è con tutti gli antifascisti e antimafiosi a Corleone, paese di Bernardino Verro e Placido Rizzotto; a Bagheria, vertice del "triangolo della morte" durante la seconda guerra di mafia; a Palermo, luogo di tanti delitti politico-mafiosi, tra i quali quello di Pio La Torre e Rosario Di Salvo che ricorderemo il 30 aprile prossimo nel Cortile Maqueda a Palazzo dei Normanni. Tre città, tre simboli siciliani della mafia sconfitta e della vittoria della democrazia e della libertà".

 di Angelo Meli

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