Elezioni in Sicilia, spicca l'assenza dei partiti dalle liste

Politica | 19 maggio 2018
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Il 16 maggio è scaduto il termine di presentazione delle candidature nei 138 comuni siciliani chiamati ad eleggere il 10 giugno i sindaci ed i consigli comunali. Si tratta di un test elettorale importante per il numero degli elettori -1,7 milioni- e l'importanza delle città coinvolte: Catania, Messina, Ragusa, Siracusa e Trapani oltre ad altri 13 comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti. Il test coinvolge tutta l'isola: 36 comuni vanno al voto nel territorio dell'ex provincia di Messina, 26 in quella di Palermo, 22 a Catania, 16 ad Agrigento, 13 a Trapani, 8 a Siracusa, 7 ad Enna, 6 a Caltanissetta, 4 a Ragusa.

 L'andamento delle elezioni comunali spesso si discosta dagli altri turni di voto sia per la caratteristica legge elettorale che per la presenza di aggregazioni non omologhe a quelle nazionali. Sarà perciò interessante verificare se si confermerà il consenso elettorale per il movimento cinque stelle che nelle elezioni politiche ha superato in Sicilia la stratosferica percentuale del 48% facendo il pieno di deputati e senatori. Il movimento capeggiato da Luigi Di Maio e Beppe Grillo ha scelto di non ricandidare l'unico suo sindaco uscente in un capoluogo di provincia. A Ragusa infatti Federico Piccitto ha rinunciato alla ricandidatura in conseguenza anche delle difficoltà che il movimento attraversa in quella zona, testimoniate anche dall'assenza di ragusani tra i grillini eletti alla Camera dei deputati ed al Senato. Al suo posto i pentastellati hanno candidato Antonio Tringali, attuale presidente del Consiglio Comunale. Per la poltrona di sindaco nella città iblea corrono in sette e più di 500 sono i candidati al Consiglio nelle 23 liste presentate. Due sono gli aspiranti sindaci che si richiamano al centrodestra: la consigliera comunale Sonia Migliore che gode dell'appoggio di 5 liste e Maurizio Tumino, vicino al presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana Gianfranco Micciché, a sua volta appoggiato da 4 liste. 

Ma le divisioni nel centrodestra non finiscono qui: Giuseppe Cassi, ex giocatore di basket noto nell'ambiente sportivo, si presenta con 4 liste tra cui quella di Fratelli d'Italia. Anche il centrosinistra è diviso: attorno a Giuseppe Calabrese, segretario cittadino del PD, si raccolgono 5 liste tra cui quella ufficiale dei democratici, Giorgio Massari consigliere dem uscente si candida invece con un progetto civico. Per il PD Ragusa rappresenta quasi un'eccezione perché la tendenza prevalente in quel partito è di non presentare liste col proprio simbolo, partecipando invece a coalizioni all'insegna del civismo sulla scia dell'operazione che consentì a Leoluca Orlando la vittoria a Palermo In tale direzione si è decisamente mosso il sindaco uscente di Catania Enzo Bianco che per puntare alla quinta sindacatura ha costruito una coalizione sostenuta da 5 liste, ottenendo dal partito di cui è tra i fondatori la rinuncia alla presentazione del simbolo. Le lista a sostegno di Bianco hanno una chiara configurazione trasversale con ampio un ventaglio di posizioni interne e con varie provenienze dei candidati. Il sindaco uscente ha già designato i primi quattro assessori tra cui una donna. Nell'area di centrosinistra si colloca la candidatura di Emiliano Abramo, responsabile regionale della comunità di Sant'Egidio attorno al quale ruotano esponenti del mondo cattolico, ma anche pezzi della sinistra critici nei confronti della sindacatura Bianco. Il centrodestra mette in campo un personaggio di rilievo come Salvo Pogliese sostenuto da ben 9 liste – cinque formate dai partiti che compongono la coalizione di centrodestra e quattro di carattere locale- che dovrebbero enfatizzare la capacità trascinamento del voto di lista rispetto al sindaco caratteristico del meccanismo elettorale. Tuttavia la normativa prevede anche il voto disgiunto che potrebbe determinare qualche sorpresa. Corre da solo, con la lista “Un cuore per Catania”, il consigliere comunale di Forza Italia Riccardo Pellegrino, personaggio discusso e coinvolto in indagini giudiziarie. I pentastellati candidano Giovanni Grasso, docente del Conservatorio e regista discendente da una importante famiglia del teatro catanese che ha già designato due donne e due uomini come assessori. L'aspetto più interessante della competizione etnea risiede nella verifica della capacità dei cinque stelle di avvicinarsi all'eclatante risultato delle recenti politiche: ad oggi l'impressione è che la corazzata varata dal centrodestra e il progetto civico di Bianco potrebbero ridurre in modo consistente l'area del consenso dei pentastellati, che presentano una sola lista per il Consiglio, soprattutto per la capacità di ricerca di consenso capillare da parte delle centinaia di candidati inseriti nelle numerose liste. Anche la presenza dell'outsider Abramo potrebbe portare a significative novità nella distribuzione del voto. 

A Messina i candidati sindaco sono sette: si ripresenta l'uscente Renato Accorinti appoggiato dal movimento “Cambiamo Messina dal basso”, Antonio Saitta ex prorettore dell'Università è il candidato del centrosinistra appoggiato oltre che dal PD da Sicilia Futura e dai centristi di Giampiero D'Alia. Il centrodestra è diviso: FI, Fratelli d'Italia e alcune liste locali appoggiano Placido Bramenti ex direttore del Centro Neurolesi; ma nella stessa area si trovano anche il discusso deputato regionale Cateno De Luca con il movimento “Sicilia Vera”, l'ex capogruppo forzista al comune Giuseppe Trischitta, il presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile, in passato vicina alla famiglia Genovese che scende in campo con la lista “Leali progetto per Messina”. Il M5S candida il dirigente dell'ispettorato al lavoro Gaetano Sciacca. Nella città dello Stretto la particolare personalità del sindaco uscente, le divisioni presenti in entrambi gli schieramenti tradizionali e la forte presenza dei Cinque stelle rendono la partita apertissima. 

Siracusa ha visto la sorpresa della mancata ricandidatura del primo cittadino uscente Giancarlo Garozzo che aveva vissuto un'esperienza di governo particolarmente travagliata. Sette sono i candidati sindaco e 19 le liste presentate per il Consiglio. Nel centrodestra il candidato più quotato è Ezechia Paolo Reale ex assessore regionale di una Giunta Crocetta, sostenuto da otto liste. Nella medesima area si colloca l'ex vicepresidente della Commissione Antimafia Fabio Granata sostenuto dalle liste Oltre e Diventerà Bellissima. La Lega di Salvini nella città aretusea resta fuori dalla coalizione e corre da sola con Francesco Midolo. Tre i candidati del centrosinistra: Fabio Moschella sostenuto da due liste civiche e da “Siracusa Futura” composta dal PD e dalla lista del sindaco, l'avvocato Giovanni Randazzo e il vice sindaco uscente Francesco Italia sostenuto da liste locali. Grande attenzione è rivolta alla candidata dei Cinquestelle, l'imprenditrice Silvia Russoniello, che è chiamata al difficile compito di confermare lo stupefacente 55,56% conseguito alle elezioni generali del 4 marzo. 

Infine Trapani, reduce da un anno di commissariamento dopo le strane elezioni dell'anno scorso nelle quali l'unico candidato rimasto in campo nel ballottaggio, dopo il ritiro per mano dei giudici del contendente, non riuscì a portare alle urne il 50% più uno degli elettori. Ora si presentano cinque candidati e 13 liste. Solo FI, la Lega (che candida Bartolo Giglio) e i Cinquestelle corrono col proprio simbolo, le altre forze politiche, a partire dal PD, hanno scelto di non presentare il simbolo. Su esplicita richiesta di Giacomo Tranchida, candidato di una coalizione all'insegna del civismo, i democratici sono confluiti nella lista Demos, mentre la coalizione a sostegno dell'ex sindaco di Erice (che conta ben sette liste in alcune delle quali sono presenti candidati provenienti dal centrodestra) è caratterizzata da una forte trasversalità. Situazione non diversa da quella dei concorrenti, dal momento che l'alleanza di cui fa parte Forza Italia candida sindaco l'ex socialista Vito Galluffo. I Cinquestelle, assai forti in città, presentano Giuseppe Mazzonello, mentre con “Scirocco per Trapani” concorre l'editore Peppe Bologna. 

In conclusione, le note dominanti delle elezioni del 10 giugno e dei successivi ballottaggi saranno la dimensione locale delle alleanze e il ritrarsi nell'ombra dei partiti, con l'eccezione dei Cinquestelle. Una situazione non nuova ma che questa volta sembra assumere la connotazione di una scelta strategica.

 di Franco Garufi

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