Due palermitani aprono il Festival del cinema a Cannes

Cultura | 22 aprile 2017
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Un privilegio di solito assicurato ai film francesi, questa volta tocca a un lavoro italiano, per essere più precisi, siciliano. Sarà infatti «Sicilian ghost story», opera seconda dei palermitani Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, il film d’aper - tura della «Semaine de la Critique» al Festival di Cannes numero 56. L’appuntamento è sulla Croisette il prossimo 18 maggio: «Un incrocio di generi diversi, che combina sguardo politico, fantasia e storia d’amore, con potente maestria», sono i complimenti del direttore del Festival, Charles Tesson. E che ci trasporta nel cuore della Sicilia, tra i laghi e le foreste del Parco regionale dei Nebrodi e nel comune di Troina, un set naturalistico valorizzato dal direttore della fotografia Luca Bigazzi. Giuseppe un ragazzino di tredici anni, scompare. Luna, innamorata di lui, non si rassegna alla sua misteriosa sparizione, si ribella al silenzio e alla complicità e discende nel mondo oscuro che lo ha inghiottito e che ha in un lago una misteriosa via d’accesso. 

Come il lago Averno è ingresso all’Ade: «Per Sciascia la Sicilia è tutta una fantastica dimensione e non ci si può star dentro senza fantasia. La collisione fra un piano di realtà e un piano fantastico ci ha fatto riconoscere gli elementi che da tempo avevamo davanti agli occhi: un fantasma e la colpa di un mondo che sopprime bambini», raccontano i registi. Protagonisti sono i tredicenni Julia Jedlikowska (Luna), polacca palermitana, e Gaetano Fernandez (Giuseppe) nato alla Zisa, all’esor - dio anche gli altri quattro coprotagonisti, Corinne Musallari, Lorenzo Curcio, Andrea Falzone, Federico Finocchiaro. Al loro fianco gli attori Sabine Timoteo, Vincenzo Amato, Filippo Luna e Nino Prester. «Una favola d’amore ci è sembrata la chiave giusta per raccontare un fatto di cronaca orripilante, la negazione dell’umanità, per riaffermare la possibilità di una speranza, per rivolgere un atto d’amore a un bambino. Abbiamo spedito il film alla commissione di Cannes sperando che piacesse: è andata bene, è stata notata la nostra crescita e apprezzato il ricorso a una favola per raccontare una storia di cronaca fortemente siciliana, in una commistione equilibrata tra fantasia e realtà, che permette anche di esplorare una Sicilia poco nota, quella delle montagne, dei boschi, dei laghi, di un paesaggio che non ti aspetti». 

Un gruppo di ragazzini dai 13 ai 16 anni, costituisce la spina dorsale del film: nove mesi di casting prima di trovare quelli giusti. Ci ha pensato Filippo Luna, che al ruolo di «acting coach» ci ha preso gusto, ad allenarli: «Con Antonio e Fabio abbiamo fatto un lavoro attento e scrupoloso, loro sono magistrali sempre, quando scrivono, quando dirigono. Abbiamo iniziato ad agosto con una sorta di laboratorio teatrale, mentre nella seconda parte ci siamo dedicati alla sceneggiatura, ai personaggi, al training fisico per affrontare ogni tipo di condizione ambientale. In più Antonio e Fabio mi hanno regalato una parte da cattivo: un ruolo bello, di trasformazione anche fisica». Luna, infatti, sarà «u nanu», perfetto in una fiaba, tra Gozzano e i fratelli Grimm. I registi: «Abbiamo fatto con i ragazzi un lavoro bellissimo, facendoli entrare in un mondo per loro sconosciuto, assecondandoli nelle loro attitudini. E loro sono stati al gioco in maniera totale. Saranno con noi a Cannes, dove il nostro film comincerà a camminare».

 Il Festival ha lasciato fuori l’Italia dal concorso: «Ci dispiace perché il cinema italiano è vivo soprattutto fuori dall’Italia». Soddisfatto Anthony Barbagallo, assessore regionale al Turismo mentre Alessandro Rais, direttore della Sicilia Film Commission, che ha cofinanziato l’opera con circa 140 mila euro, sottolinea come il film «si sia classificato primo nella graduatoria di finanziamento dei lungometraggi valutati dalla commissione regionale». La Francia è un groviglio di tensioni, tra terrorismo e presidenziali: «Saranno elezioni toste e Cannes è un luogo sensibile perché il cinema è spazio per riflessioni e riserva sempre grande attenzione alla lettura del quotidiano», concludono Piazza e Grassadonia. (Giornale di Sicilia)

 di Antonella Filippi

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