Donne motore dell'economia e della speranza, spesso vittime di staking
Donne motore dell'economia e della speranza, moderne, tecnologiche,
connesse alla Rete e appassionate di social, attente al proprio aspetto
fisico e sempre più propense a inseguire la bellezza anche a costo di
ricorrere al bisturi. Dopo un lungo e difficilissimo periodo di crisi,
le abitudini di consumo delle donne hanno contribuito a ridare fiducia
ad un'economia rimasta per molto tempo in difficoltà.
In occasione dell'8 marzo, l'Eurispes ha voluto realizzare
un'indagine declinata al femminile, soffermandosi su alcune tematiche
specifiche: i consumi, la bellezza, la tecnologia e il fenomeno della
violenza di genere. In particolare, è stata analizzata una forma di
violenza che negli ultimi ha trovato ampio spazio sui media anche a
causa dei numerosi casi di cronaca registrati, lo stalking.
Violenza, quando lo stalking cambia la vita
Violenza sulle donne: la percezione diffusa nell'opinione pubblica
femminile è che il fenomeno sia aumentato negli ultimi due anni. Lo
pensano oltre otto donne su dieci, in particolare quelle che
appartengono alla fascia d'età tra i 45 e 64 anni e con un livello di
istruzione medio basso sono le più pessimiste. Con il diminuire dell'età
si tende invece ad avere una percezione della gravità diversa: tra le
giovanissime sono il 75% a credere che i fenomeni di violenza siano
stati più numerosi nell'ultimo periodo.
L'indagine realizzata dall’Eurispes sullo stalking, rivela che la
situazione reale sarebbe meno drammatica di quella percepita e il
fenomeno più contenuto.
Secondo la rilevazione, effettuata su un campione di sole donne dai 18
anni in su, il 12,6% delle intervistate ha subito nel corso della vita
condotte vessatorie reiterate nel tempo. Di queste, quattro su dieci
hanno tra i 18 e i 34 anni, oltre un quarto sono separate o divorziate e
due su dieci sono conviventi. Il 17,7% vive nelle Isole, e il 17% nel
Nord-Est, zone geografiche dove il fenomeno sembra più grave.
Ed ecco l'identikit dello stalker: nel 34,3% dei casi si tratta
dell'ex partner, nel 17% è un conoscente e il 14,3% delle volte
“l'orco” è un collega. Solo il 4,3% delle donne indica come stalker il
proprio attuale marito, compagno o fidanzato. Ad essere prese di mira
dall'ex partner sono nella maggioranza dei casi le donne che vivono in
coppia e non hanno figli (57%), seguite dalle donne che vivono sole
(38,5%) e poi da quelle che vivono in coppia ed hanno prole (25,8%).
Sette volte su dieci l'atteggiamento persecutorio ha la forma di un
messaggio o di telefonate ripetute, nel 58,5% dei casi si esplica
attraverso insulti, il 48,6% delle intervistate parla di diffusione di
affermazioni diffamatorie e oltraggiose, quattro su dieci sono state
costrette a subire appostamenti, pedinamenti e minacce, il 23% danni a
cose di proprietà. Ha subìto aggressioni fisiche il 17% delle vittime di
stalker e una identica percentuale molestie rivolte alla famiglia o
agli animali della vittima.
In particolare, le vittime più frequenti di aggressioni fisiche sono le
donne più anziane: la percentuale più alta si registra tra le over 6 e
si attesta al 28,6%.
Una altro dato interessante riguarda le testimonianza indirette: il
32,5% delle intervistate ha dichiarato di aver conosciuto altre vittime
di stalking, una percentuale pari quasi al triplo di quella di coloro
che hanno avuto esperienza in prima persona. Tra le ragazze più giovani,
questo dato arriva al 46,4%.
Donne, motore dell'economia
Sono le donne e le loro abitudini di spesa a tracciare un futuro diverso
dei consumi. Dopo un lungo periodo di crisi, i comportamenti delle
donne indicano un’inversione di tendenza con un incremento della spesa
rispetto agli ultimi anni sia per i beni di prima necessità e per le
spese mediche sia per soddisfare bisogni più voluttuari.
Secondo l'indagine Eurispes, rispetto agli anni passati è il
carrello della spesa del supermercato a pesare di più sul bilancio
familiare: i prodotti alimentari occupano il primo posto nella
classifica degli articoli per il cui acquisto si è registrato il
maggiore incremento: il 45% delle donne ha dichiarato infatti di aver
impiegato maggiori risorse finanziarie per comprare cibo; ad aver speso
di più sono le cittadine del Nord-Ovest e delle Isole. Tra l'altro, il
cibo di qualità è in vetta alla classifica dei prodotti e servizi di cui
le donne non sono disposte a fare a meno: la salute in tavola
rappresenta quindi un fatto di primaria importanza.
Un'altra voce rilevante riguarda le spese mediche: in
controtendenza rispetto ai dati degli ultimi anni, oltre il 38% delle
donne ha dedicato alle cure per la salute maggiori risorse, con una
percentuale più alta, come era prevedibile, tra le over 65 e le
45-64enni.
Donne al volante: più di tre su dieci hanno dichiarato di aver
usato maggiormente l'automobile, sebbene gli spostamenti in auto o in
moto risultino all'ultimo posto tra le spese a cui non si vuole
rinunciare.
Più tempo per sé e di maggiore qualità: il 27,8% delle donne
nell’ultimo anno ha assaporato più spesso del buon cibo fuori casa, il
25,7% ha dedicato più risorse finanziarie al tempo libero, il 22,3% si è
concessa più viaggi e vacanze. A trainare questo tipo di spesa sono
soprattutto le fasce giovani tra i 18 e i 24 anni e tra i 25 e i 34
anni.
Oltre un quarto delle italiane ha poi confessato di aver investito di più nella bellezza e nella cura,
tra estetista, parrucchiere, profumeria. Il dato interessante è che a
spendere di meno e a dover affrontare maggior difficoltà economiche sono
le donne che lavorano con partita Iva: solo il 16% infatti si è
concesso questo tipo di investimento, rispetto al 35,3% di chi ha un
contratto a tempo determinato e al 34,3% delle donne che hanno un
contratto di lavoro atipico.
Quella per i vestiti rimane una passione tutta femminile: una
su quattro ha speso di più per l'outfit rispetto agli scorsi anni; la
classe delle 18-24enni è quella che più delle altre ha incrementato il
budget da destinare a questo tipo di shopping.
Così come le donne non possono a fare a meno dei loro amici a quattro zampe, considerati sempre di più parte integrante della famiglia: una donna su cinque ha incrementato la spesa per il proprio pet.
C'è poi il capitolo dedicato ai figli: oltre tre donne
su dieci hanno scelto di spendere di più per l'istruzione privata
scolastica e universitaria dei figli, mentre solo il 15% ha aumentato il
budget per le baby sitter. Salta agli occhi il dato che riguarda le
donne che lavorano con partita Iva: il 100% di loro non ha speso neanche
un euro in più per affidare le cure dei figli ad altri.
È invece molto alta la percentuale di chi ha dovuto sostenere maggiori
costi per la badante (30%), segno anche questo di una popolazione che
invecchia.
Bellezza e bisturi
L'Italia è fra le prime dieci nazioni al mondo sia per numero di
interventi plastici sia per i trattamenti estetici non chirurgici
Diciassette donne italiane su 100 hanno modificato il loro corpo con la chirurgia estetica,
di queste due su cento lo ha fatto più di una volta. Il risultato
sorprendente è che sono soprattutto le giovanissime fra i 18 e i 24 anni
a cedere al “ritocchino”: più di una ragazza su cinque (21,4%) si è
rivolta alla chirurgia estetica almeno una volta nella vita, il 3,6% più
di una.
Se dunque la stragrande maggioranza delle italiane preferisce rimanere
fedele al proprio aspetto naturale, è altrettanto vero che questo dato
sembra destinato a cambiare alla luce del fatto che sono proprio le più
giovani a intervenire per modificare ciò che non le soddisfa.
Secondo il sondaggio Eurispes, quasi la metà (47,9%) delle donne che
hanno subito interventi, ha dichiarato di averlo fatto per la prima
volta prima dei 25 anni. Per quasi tre su dieci è avvenuto tra i 18 e i
24, e il 18% ha preso questa decisione addirittura prima della maggiore
età.
Sono soprattutto le italiane del Nord (Nord-Est 26,7% e Nord-Ovest
19,5%) a ricorrere al bisturi. Quelle del Sud rimangono nel 95,2% dei
casi più fedeli alla loro bellezza naturale.
Più è alto il titolo di studio e prima si è deciso di affrontare
l'intervento: fra le italiane laureate o in possesso di un master, il
58,3% lo ha fatto prima del 25 anni.
Sette donne su dieci sono state spinte a farlo perché insoddisfatte della loro immagine naturale:
in particolare, il 40,4% ha spiegato di aver voluto “migliorare il
proprio aspetto”, il 28,7% di aver sentito la necessità di “correggere
un difetto”. Poco meno di una su dieci (9,6) ha confessato di aver
voluto “ridurre i segni dell'età” e il 21,3% si è sottoposta ad un
intervento in seguito a incidente o malattia.
La rilevazione Eurispes ha evidenziato che sono soprattutto le donne
divorziate o separate (55,6%) ad esser state spinte dal desiderio di
migliorare il proprio aspetto e nel 22,2% dei casi a voler ridurre i
segni dell'età. La metà delle vedove è spinta dalle stesse motivazioni,
seguite dalle donne nubili (41,2%). Si può quindi dedurre che sono le
donne sole a vedere nel miglioramento della propria fisicità
un'opportunità cambiare la propria vita.
Peeling, filler e botulino, ovvero i trattamenti estetici non chirurgici,
sono stati utilizzati dal 27,1% delle donne intervistate, poco più di
una donna su cinque si è tatuata, il 18,1% ha fatto un piercing. In
particolare, piercing e tatuaggi sono molto diffusi tra le giovanissime:
tra i 18 e i 24 anni il 42,9% ha un piercing e il 39,3% un tatuaggio.
La tecnologia è donna
La tecnologia è donna: non esiste alcun gap tra maschi e femmine in tema di tecnologia legata alle abitudini quotidiane.
L'88,7% delle donne italiane possiede un cellulare, la percentuale
raggiunge la quasi totalità nella fascia d'età compresa tra i 18 e i 44
anni. Oltre sette donne su dieci, secondo la rilevazione Eurispes,
cambiano apparecchio solo quando quello vecchio non funziona più, il
12,6% quando il modello e le funzionalità sono superati, solo una su
dieci lo sostituisce quando ne esce uno che le piace di più e il 6,9%
appena ne ha la possibilità. I numeri cambiano se si considera solo la
fascia delle giovanissime: in questo caso, sono il 15% a confessare di
cambiarlo appena possono, e il 19% a dichiarare di acquistarne uno nuovo
quando adocchiano un modello più bello.
Il telefono è ormai un compagno di vita, che ci fa compagnia in ogni momento della giornata:
il 64,6% delle donne lo consulta mentre guarda la televisione, il 63,4%
se lo porta dentro al letto e lo controlla prima di andare a dormire e
appena apre gli occhi, il 55% parla e scrive mentre cammina, poco meno
della metà non ne fa a meno nemmeno quando va al bagno (44,7%). Più di
una donna su cinque lo tiene sott'occhio persino mentre sta guidando.
I risultati variano verso l'alto se si prendono in considerazione le
giovanissime tra i 18 e i 24 anni: per il 92,5% di loro il cellulare
diventa un oggetto indispensabile prima di addormentarsi e appena
sveglie, e per oltre nove su dieci un strumento da consultare davanti
alla tv; inoltre il 75,5% non ci rinuncia quando è in bagno.
Donne social e connesse alla rete: il 78,5% crede che i Social
network siano di aiuto per restare in contatto con i propri amici, il
71,8% che consentano di essere informati sull'attualità; per il 63,4%
aiutano a fare nuove conoscenze e per il 62,5% sono un strumento utile
di lavoro.
La grande maggioranza è comunque cosciente anche degli aspetti negativi:
il 64,8% ritiene che attraverso l'anonimato i Social favoriscano
comportamenti aggressivi e offensivi, il 63,9% che siano pericolosi
perché mettono a rischio la privacy. A far valere i pareri più positivi
sono le donne laureate e, in generale, le maggiori sostenitrici sono
anche quelle più consapevoli dei rischi.
L'indagine Eurispes ha indagato anche sulle abitudini di utilizzo
prevalenti fra le donne che frequentano i Social Network: l'attività più
comune è quella di guardare le attività e le foto degli amici (88,3%),
l'86,2% usa le chat, il 78,8% ascolta e guarda video, per il 77,7% sono
uno strumento per tenersi informate. Scrive che cosa fa e pensa il 58,5%
delle intervistate, scrive commenti il 68,2%, si iscrive a pagine su
argomenti e personaggi il 55% e il 56,2% usa i Social per conoscere
persone nuove. Secondo l'analisi sono le donne conviventi quelle che
sfruttano maggiormente le attività offerte, seguire dalle nubili e dalle
vedove. Le sposate e le separate/divorziate sono invece più riservate.
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