Don Giovanni, il dissoluto punito, al Teatro Massimo Bellini di Catania

Cultura | 14 ottobre 2017
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Fondali dipinti, arredamenti d’epoca, preziose suppellettili, scintillanti lampadari… Nulla di tutto ciò (una volta insopprimibile appannaggio delle rappresentazioni classiche teatrali) appare nella spartana scenografia del “Don Giovanni” (ovvero “Il dissoluto punito”), celeberrimo dramma giocoso in due atti di Wolfang Amadeus Mozart (su libretto di Lorenzo Da Ponte), in scena in questi giorni al Teatro Massimo Bellini di Catania (da venerdì 13 a venerdì 20 ottobre), sopratitolato in italiano ed inglese e dalla fluviale durata di circa tre ore e mezza, intervallo compreso.

 Ma, facendo di necessità (economica) virtù (ovvero ricerca d’originali soluzioni sceniche), la scenografia fissa (palco obliquo fornito di gradini, per permettere il gioco del movimento dei cantanti; un grande specchio che nel momento culminante della fine del “dissoluto”, inghiottito dalle fiamme dell’inferno, si abbassa su di lui spingendolo negli inferi; una gigantografia del profilo di Mozart) è compensata dalla dinamicità dei continui spostamenti dei protagonisti, che fuoriescono continuamente dal palcoscenico, “invadono” la platea, comunicano tra di loro dalle “barcacce”, caracollano su passerelle appositamente costruite, volteggiano con nonchalance “interagendo” con il pubblico (Don Giovanni offre perfino una rosa ad una ragazza seduta in un palco di primordine), pubblico sorpreso forse, non tanto dalla novità, quanto dall’abbondanza dei “fuori scena”. La rappresentazione “fisica” della bulimia sessuale è forse il tratto più macroscopico di questo inappagato “Don Giovanni” (ma non è certo il primo caso) volto all’ossessiva ricerca del piacere (perfino con lo stupro) che - in tono con la licenziosità dell’opera - “spoglia” le donne protagoniste e si estende, come per contagio, a mute figure di contorno, uomini che fingono di copulare con consensienti damine cascanti, abbigliate di tutto punto con larghe gonne fruscianti e mutandone fino alle caviglie, giovinette danzanti, interrottamente struscianti in questa sorta di harem immaginario eppur reale, figure silenziose che percorrono la scena in lungo e in largo indossando maschere bianche dai lunghi nasi adunchi. Le stesse maschere che anche i protagonisti, durante la scena ultima del sestetto conclusivo (come nella versione originaria), vestono intonando “Resti dunque quel birbon/con Proserpina e Pluton…Questo è il fin di chi fa mal/e dei perfidi la morte/alla vita è sempre ugual”, pacificando se stessi e gli spettatori sconvolti dall’insaziabile libertinaggio di Don Giovanni.

 Ottima la prova dell’Orchestra e Coro del Teatro Bellini e di tutto il cast (che al turno A) non risente d’una improvvisa sostituzione, perfettamente amalgamato, sostenuto da una regia briosa (curatrice anche dei costumi) e vistose “invenzioni” (i tatuaggi, le rose sfogliate, le sculture…). Nulla di particolarmente sconvolgente, ma il senso compatto della rappresentazione continua a conferire a questo immortale capolavoro mozartiano quel “fascino del mito…che, nel corso dei secoli, ha favorito prospettive di lettura sempre inedite e mutevoli…immaginando anche un Dissoluto assolto da una Zerlina mai sedotta, e per questo proclive al perdono. Tale del mito è il destino: continuare a rinascere, fedele a se stesso anche se in forme sempre nuove…” (G. Montemagno)


DON GIOVANNI al Teatro Massimo Bellini di Catania

Dramma giocoso in due atti K 527 Libretto di Lorenzo Da Ponte Musica di Wolfgang Amadeus Mozart Direttore Salvatore Percacciolo; Regia Francesco Esposito; Personaggi principali e interpreti DonGiovanni Vittorio Prato | Davide Fersini (R, S1, S2)Donna Anna Annamaria Dell’Oste | Federica Alfano (R, S1, S2)Don Ottavio Francesco Marsiglia Il Commendatore Francesco Palmieri Donna Elvira Esther Andaloro | Diana Mian (R, S1, S2)  Leporello Gabriele Sagona | Francesco Verna (R, S1, S2) Masetto Giulio Mastrototaro  Zerlina Manuela Cucuccio

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO MASSIMO BELLINI

Maestro del coro Gea Garatti Ansini Maestro al cembalo Paola Selvaggio

Allestimento del Teatro della Fortuna di Fanocon sovratitoli in italiano ed inglese

Prima rappresentazione
Venerdì 13 Ottobre
 ore 20.30 (Turno A)


Repliche
Sabato 14 Ottobre
 ore 17.30 (Turno S1)
Domenica 15 Ottobre
 ore 17.30 (Turno D)
Martedì 17 Ottobre
 ore 17.30 (Turno S2)
Mercoledì 18 Ottobre
 ore 20,30(Turno B)
Giovedì 19 Ottobre
 ore 17.30 (Turno R)
Venerdì 20 Ottobre
 ore 17.30 (Turno C)

 di Franco La Magna

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