Dieci storie proprio così, cultura della legalità al teatro Argentina

Cultura | 30 marzo 2017
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Da un’idea di Giulia Minoli  drammaturgia Emanuela Giordano e Giulia Minoli

regia Emanuela Giordano con Antonio Bannò, Daria D’Aloia, Vincenzo D’Amato, Tania Garribba,  Valentina Minzoni, Diego Valentino Venditti, Alessio Vassallo
e con Tommaso Di Giulio chitarre e Paolo Volpini batteria musiche originali Antonio di Pofi e Tommaso Di Giulio


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Dieci storie proprio così è parte integrante del progetto “Il Palcoscenico della legalità”
assistenti al progetto Ludovica Siani, Noemi Caputo, Luca Caiazzo

Produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Teatro di Roma – Teatro Nazionale,
Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
in collaborazione con The Co2 Crisis Opportunity Onlus

Il progetto è promosso da Università degli Studi di Milano - Corso di Sociologia della Criminalità organizzata, Fondazione Pol.i.s., Libera, Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, Centro Studi Paolo Borsellino, Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità, Fondazione Silvia Ruotolo, DaSud e Italiachecambia.org con il patrocinio del Ministero della Giustizia e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismocon il sostegno di  SIAE , Enel Cuore, Poste Italiane

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Il progetto rientra nel percorso di Stagione Il teatro per la legalità e la memoria con cui il Teatro di Roma intende contribuire al recupero e alla formazione di un senso civico, per mantenere vivi i valori fondanti della nostra società: la convivenza, il vivere civile e l’essere partecipe di una comunità. Non un semplice spettacolo ma un ritratto sociale, un’indagine emotiva, una lotta collettiva contro il crimine per promuove la cultura come antidoto alla mafia e il teatro come strumento di denuncia, di educazione civica per le giovani generazioni e di impegno per tutti cittadini che fanno della memoria un diritto inalienabile.

«Il valore di questa operazione sta nell’essere uno spettacolo realizzato da giovani interpreti per i loro coetanei che restituisce al teatro il suo valore etico più alto, il suo essere occasione di formazione e coscienza civica – commenta il direttore Antonio Calbi – Un progetto che dà concretezza al pensiero di Giovanni Falcone quando annotava: “Gli uomini passano, le idee restano; restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”. Ecco perché lo abbiamo sostenuto, perché è sulle gambe di questi giovani interpreti e su quelle delle folle di giovani spettatori che quelle idee di giustizia continueranno a camminare, nella convinzione che alla edificazione di un futuro migliore per l’Italia concorra anche il Teatro».

Dieci storie proprio così è una toccante testimonianza corale, un appassionato affresco che ha il colore del coraggio, quello dimostrato dalle associazioni di ragazzi caparbi, e della tenacia, quella dei parenti delle vittime e di tutti gli italiani che fanno dell’impegno una necessità inalienabile. In scena, un coro di sette interpreti si fa portatore delle voci e delle storie, Antonio Bannò, Daria D’Aloia, Vincenzo D’Amato, Tania Garribba, Valentina Minzoni, Diego Valentino Venditti e Alessio Vassallo, con l’accompagnamento musicale alla chitarra di Tommaso Di Giulio e alla batteria di Paolo Volpini. Le matinée dedicate alle scuole saranno arricchite dall’incontro con testimoni ed esperti, una tappa che si inserisce nel percorso formativo che accompagna lo spettacolo (progetto Il palcoscenico della legalità).

Lo spettacolo nasce come opera-dibattito sulla legalità e, partendo dall’esperienza della Campania, si è arricchito con storie di dolore e riscatto della Sicilia e del Lazio. Dal 2017, in occasione dei 25 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio viene presentata una nuova versione drammaturgica con un ulteriore approfondimento su Mafia Capitale e sui legami tra ‘Ndrangheta calabrese e Lombardia. Dopo il debutto al Piccolo di Milano, approda ora al Teatro Argentina per proseguire al Teatro San Ferdinando di Napoli (dal 27 al 30 aprile) e al Teatro Gobetti di Torino (30 e 31 maggio) in una rete di collaborazione tra Teatri Nazionali.

Dieci storie proprio così nasce dall’incontro con decine di familiari di vittime innocenti di mafia, camorra e ‘ndrangheta e con i rappresentanti di cooperative ed associazioni che sulle terre confiscate alle mafie hanno costruito speranze, lavoro, accoglienza, idee. In seguito a questo primo traguardo, lo spettacolo è diventato parte integrante di un progetto nazionale, Il palcoscenico della legalità, che coinvolge scuole, carceri minorili e teatri. La cultura diventa strumento di educazione alla legalità, attraverso il teatro, per apprendere insieme un nuovo alfabeto civile. Da allora sono stati attivati laboratori nelle scuole (più di 30.000 gli studenti coinvolti) e negli istituti penitenziari minorili. Attualmente il progetto educativo è attivo nelle scuole di Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia e nell’IPM Malaspina di Palermo e di Ariola (Bn).

Quest’anno il percorso di formazione degli studenti sarà arricchito da un momento di incontro che seguirà la visione dello spettacolo e che vedrà la presenza di protagonisti delle storie raccontate, giornalisti, magistrati ed esperti: Nino Bartuccio, ex sindaco Rizziconi, e Daniele Marannano presidente Addio Pizzo (il 28 marzo); Paola Severino, Rettore Luiss, e Alfonso Sabella Magistrato – ex Assessore alla legalità del Comune di Roma (il 29); Raffaele Cantone, Presidente Anac, e Giovanni Tizian Giornalista La Repubblica – L’Espresso (il 30); Marco Genovese, Referente Libera Roma, Danilo Chirico, Presidente Da Sud, e Ilaria Meli Cross - Osservatorio sulla criminalità organizzata UNIMI (il 31); Ilia Bartolomucci, Amministratore giudiziario Tribunale di Roma, e Gianpiero Cioffredi Presidente Osservatorio Tecnico-scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio (l’1 aprile).

«Mentre scriviamo questi appunti, continuiamo a raccogliere testimonianze, domande e riflessioni che riguardano non solo l’operato altrui ma anche la nostra responsabilità individuale, il riscatto che necessariamente dobbiamo compiere, perché diritti e doveri siano uguali per tutti davvero – raccontano Giulia Minoli e Emanuela Giordano – Il teatro non lancia messaggi, si accontenta di offrire stimoli e questo noi cerchiamo di fare, con grande convinzione, pensando soprattutto ai ragazzi. E proprio ai ragazzi ci rivolgiamo con un lavoro che realizziamo nelle scuole di tutta Italia perché lo spettacolo non sia solo un evento ma una parte di un percorso di avvicinamento a temi fondamentali per la loro crescita».



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