Dieci storie proprio così, cultura della legalità al teatro Argentina
Da un’idea di Giulia Minoli drammaturgia Emanuela Giordano e Giulia Minoli
regia Emanuela Giordano con
Antonio Bannò, Daria D’Aloia, Vincenzo D’Amato, Tania Garribba, Valentina Minzoni, Diego Valentino Venditti, Alessio
Vassallo
e con Tommaso Di Giulio chitarre e Paolo Volpini
batteria musiche originali Antonio di Pofi e Tommaso Di
Giulio
°°°°
Dieci
storie proprio così è parte integrante del progetto “Il
Palcoscenico della legalità”
assistenti al progetto
Ludovica Siani, Noemi Caputo, Luca Caiazzo
Produzione
Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Teatro di Roma –
Teatro Nazionale,
Teatro Stabile di Napoli – Teatro
Nazionale, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
in
collaborazione con The Co2 Crisis Opportunity Onlus
Il
progetto è promosso da Università degli Studi di Milano - Corso di
Sociologia della Criminalità organizzata, Fondazione
Pol.i.s., Libera, Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, Centro
Studi Paolo Borsellino, Coordinamento campano dei familiari delle
vittime innocenti della criminalità, Fondazione Silvia Ruotolo,
DaSud e Italiachecambia.org con il patrocinio del Ministero
della Giustizia e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali
e del Turismocon il sostegno di SIAE , Enel Cuore, Poste
Italiane
°°°°
Il
progetto rientra nel percorso di Stagione Il teatro per la legalità
e la memoria con cui il Teatro di Roma intende contribuire al
recupero e alla formazione di un senso civico, per mantenere vivi i
valori fondanti della nostra società: la convivenza, il vivere
civile e l’essere partecipe di una comunità. Non un semplice
spettacolo ma un ritratto sociale, un’indagine emotiva, una lotta
collettiva contro il crimine per promuove la cultura come antidoto
alla mafia e il teatro come strumento di denuncia, di educazione
civica per le giovani generazioni e di impegno per tutti cittadini
che fanno della memoria un diritto inalienabile.
«Il valore di
questa operazione sta nell’essere uno spettacolo realizzato da
giovani interpreti per i loro coetanei che restituisce al teatro il
suo valore etico più alto, il suo essere occasione di formazione e
coscienza civica – commenta il direttore Antonio Calbi – Un
progetto che dà concretezza al pensiero di Giovanni Falcone quando
annotava: “Gli uomini passano, le idee restano; restano le loro
tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri
uomini”. Ecco perché lo abbiamo sostenuto, perché è sulle gambe
di questi giovani interpreti e su quelle delle folle di giovani
spettatori che quelle idee di giustizia continueranno a camminare,
nella convinzione che alla edificazione di un futuro migliore per
l’Italia concorra anche il Teatro».
Dieci storie
proprio così è una toccante testimonianza corale, un appassionato
affresco che ha il colore del coraggio, quello dimostrato dalle
associazioni di ragazzi caparbi, e della tenacia, quella dei parenti
delle vittime e di tutti gli italiani che fanno dell’impegno una
necessità inalienabile. In scena, un coro di sette interpreti si fa
portatore delle voci e delle storie, Antonio Bannò, Daria D’Aloia,
Vincenzo D’Amato, Tania Garribba, Valentina Minzoni, Diego
Valentino Venditti e Alessio Vassallo, con l’accompagnamento
musicale alla chitarra di Tommaso Di Giulio e alla batteria di Paolo
Volpini. Le matinée dedicate alle scuole saranno arricchite
dall’incontro con testimoni ed esperti, una tappa che si inserisce
nel percorso formativo che accompagna lo spettacolo (progetto Il
palcoscenico della legalità).
Lo spettacolo nasce come
opera-dibattito sulla legalità e, partendo dall’esperienza della
Campania, si è arricchito con storie di dolore e riscatto della
Sicilia e del Lazio. Dal 2017, in occasione dei 25 anni dalle stragi
di Capaci e via D’Amelio viene presentata una nuova versione
drammaturgica con un ulteriore approfondimento su Mafia Capitale e
sui legami tra ‘Ndrangheta calabrese e Lombardia. Dopo il debutto
al Piccolo di Milano, approda ora al Teatro Argentina per proseguire
al Teatro San Ferdinando di Napoli (dal 27 al 30 aprile) e al Teatro
Gobetti di Torino (30 e 31 maggio) in una rete di collaborazione tra
Teatri Nazionali.
Dieci storie proprio così nasce
dall’incontro con decine di familiari di vittime innocenti di
mafia, camorra e ‘ndrangheta e con i rappresentanti di cooperative
ed associazioni che sulle terre confiscate alle mafie hanno costruito
speranze, lavoro, accoglienza, idee. In seguito a questo primo
traguardo, lo spettacolo è diventato parte integrante di un progetto
nazionale, Il palcoscenico della legalità, che coinvolge scuole,
carceri minorili e teatri. La cultura diventa strumento di educazione
alla legalità, attraverso il teatro, per apprendere insieme un nuovo
alfabeto civile. Da allora sono stati attivati laboratori nelle
scuole (più di 30.000 gli studenti coinvolti) e negli istituti
penitenziari minorili. Attualmente il progetto educativo è attivo
nelle scuole di Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia e nell’IPM
Malaspina di Palermo e di Ariola (Bn).
Quest’anno il
percorso di formazione degli studenti sarà arricchito da un momento
di incontro che seguirà la visione dello spettacolo e che vedrà la
presenza di protagonisti delle storie raccontate, giornalisti,
magistrati ed esperti: Nino Bartuccio, ex sindaco Rizziconi, e
Daniele Marannano presidente Addio Pizzo (il 28 marzo); Paola
Severino, Rettore Luiss, e Alfonso Sabella Magistrato – ex
Assessore alla legalità del Comune di Roma (il 29); Raffaele
Cantone, Presidente Anac, e Giovanni Tizian Giornalista La Repubblica
– L’Espresso (il 30); Marco Genovese, Referente Libera Roma,
Danilo Chirico, Presidente Da Sud, e Ilaria Meli Cross - Osservatorio
sulla criminalità organizzata UNIMI (il 31); Ilia Bartolomucci,
Amministratore giudiziario Tribunale di Roma, e Gianpiero Cioffredi
Presidente Osservatorio Tecnico-scientifico per la Sicurezza e la
Legalità della Regione Lazio (l’1 aprile).
«Mentre
scriviamo questi appunti, continuiamo a raccogliere testimonianze,
domande e riflessioni che riguardano non solo l’operato altrui ma
anche la nostra responsabilità individuale, il riscatto che
necessariamente dobbiamo compiere, perché diritti e doveri siano
uguali per tutti davvero – raccontano Giulia Minoli e Emanuela
Giordano – Il teatro non lancia messaggi, si accontenta di offrire
stimoli e questo noi cerchiamo di fare, con grande convinzione,
pensando soprattutto ai ragazzi. E proprio ai ragazzi ci rivolgiamo
con un lavoro che realizziamo nelle scuole di tutta Italia perché lo
spettacolo non sia solo un evento ma una parte di un percorso di
avvicinamento a temi fondamentali per la loro crescita».
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