Depuratori in Sicilia: irregolarità in 228 comuni su 390

Società | 18 gennaio 2018
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Sono 324 le irregolarità nella depurazione delle acque rilevate in Sicilia. In ben 228 sui 390 comuni dell’Isola sono state rilevate delle infrazioni che vanno dalla non perfetta depurazione delle acque all’assenza totale delle reti fognarie. I dati emergono dalla relazione pubblicata sul Portale dell’Acqua www.acqua.gov.it. Il Portale è gestito dalla Struttura di Missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat).

La normativa di riferimento in materia di trattamento dei reflui è la Direttiva 91/271/CEE recepita dall’Italia con il D. Lgs. 152/2006 (e ss.mm.ii, cosiddetto Codice dell’Ambiente). La Direttiva prevede che tutti gli agglomerati con carico generato maggiore di 2.000 abitanti siano forniti di adeguati sistemi di reti fognarie e trattamento delle acque reflue, secondo precise scadenze temporali, in funzione del numero degli abitanti e dell’area di scarico delle acque (area normale o area sensibile).


Le violazioni – Tutte le violazioni accertate riguardano gli articoli 3 e 4 della Direttiva 91/271/CEE. In particolare l’articolo 3 obbliga i comuni a realizzare reti fognarie per le acque reflue urbane e l’art. 4 prevede che i comuni sottopongano, prima dello scarico nelle reti fognarie, le acque reflue urbane ad un trattamento secondario o ad un trattamento equivalente. 

Per 28 comuni la violazione ha riguardato esclusivamente l’art. 3, tra questi Acireale, Agrigento, Cefalù, Palermo, tre distretti di Messina, Giarre, Porto Empedocle e Sciacca. 

Le violazioni maggiori riguardano l’art. 4, riscontrabili in 289 casi. In 39 casi i risultati del trattamento non sono stati trasmessi. Pertanto, non è stato dimostrato che tutto il carico generato riceve un adeguato trattamento secondario. In particolare questa infrazione ha riguardato i comuni di Agrigento-Peruzzo, Cerami, Furnari Tonnarella – Consortile, Terme Vigliatore, Lipari, Valderice-Bonagia, Pantelleria-Scauri, Graniti, Alcara Li Fusi, Castell'Umberto, Nizza di Sicilia - Ali' Terme, Agira, Belmonte Mezzagno, Bivona, Bolognetta, Burgio, Castell'Umberto Sfaranda, Cattolica Eraclea, Cesarò, Cianciana, Francofonte, Galati Mamertino, Isnello, Librizzi, Licodia Eubea, Melilli – Villasmundo, Mezzojuso, Militello Rosmarino, Milo, Mistretta, Montallegro, Montedoro, Naro, Raddusa, S.Stefano Quisquina, San Fratello, San Giuseppe Jato - S. Cipirello, Sommatino, Ucria.

In 12 casi il carico attribuito a questo agglomerato è diminuito drasticamente, senza che alcuna giustificazione sia stata fornita. Pertanto, e finché tale riduzione non sarà giustificata, l'agglomerato sarà considerato non conforme. Un’infrazione che ha riguardato, tra gli altri comuni, anche quello di Lampedusa, di Piazza Armerina, di Gela e di Nicosia.

Vi sono poi 29 comuni che, nonostante i risultati siano conformi ai requisiti della Direttiva, non inviano tutto il carico delle acque reflue raccolte a trattamento. Per questo sono passibili di infrazioni. Tra quesi comuni Aliminusa, Corleone, Enna, Licata, Lipari-Vulcano, Maletto, Pachino, Piana degli Albanesi, Racalmuto, Rodì Milici, Santa Margherita di Belice, Sambuca di Sicilia, San Mauro Castelverde, Serradifalco, Troina


I comuni con infrazioni plurime – Sono 51 i comuni ad aver commesso più di un’infrazione: in particolare Aci Castello (tre infrazioni), Aci Catena (3), Acireale (3), Agrigento (3), Augusta (3), Barcellona Pozzo di Gotto (2), Belpasso (3), Caltagirone (3), Campobello di Mazara (2), Campofelice di Roccella (2), Capo d’Orlando (2), Carini (4), Castellammare del Golfo (3), Castelvetrano (3), Cefalù (3), Favara (2), Furnari (3), Giardini Naxos (2), Giarre (3), Gioiosa Marea (2), Gravina di Catania (3), Letojanni (2), Macchitella (2), Marsala (3), Mazara del Vallo (2), Menfi (2), Messina 1 (3), Messina 6 (3), Milazzo (2), Misilmeri (2), Misterbianco (3), Niscemi (2), Pace del Mela (2), Palma di Montechiaro (2), Pantelleria (2), Petralia Soprana (2), Porto Empedocle (3), Ragusa (2), Ribera (2), Roccalumera (2), Rometta (2), San Giovanni La Punta (3), Santa Flavia (3), Sant’Agata di Militello (2), Sciacca (3), Scicli (2), Scoglitti (3), Scordia (2), Termini Imerese (2), Tremestieri Etneo (3), Torregrotta (2).


Per le inadempienze nell’attuazione della Direttiva l’Italia ha già subito due condanne da parte della Corte di Giustizia Europea, la C565-10 (Procedura 2004-2034) e la C85-13 (Procedura 2009-2034) e l’avvio di una nuova procedura di infrazione (Procedura 2014-2059).

 di Davide Mancuso

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