Decalogo per il presidente della Regione che verrà

Politica | 24 settembre 2017
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Alla vigilia del rinnovo dell’Ars, proposte di buon governo del Centro studi Pio La Torre. Nel 2012, alla vigilia delle elezioni regionali, il Centro La Torre si fece promotore, assieme a un vasto arco di rappresentanze sociali, culturali dell’Isola, di un’articolata proposta programmatica per il buon governo rivolta ai candidati all’Ars e al Governo della Regione. A conclusione della legislatura è possibile (e utile) fare un resoconto di quanto è stato realizzato sul piano legislativo e di governo, considerato l’apprezzamento unanime allora ricevuto dai candidati.

Nel 2012, dopo quattro anni di recessione economica globale, durante i quali sono cresciute nella società italiana e nel mondo in modo sensibile povertà, disuguaglianza, sfiducia, insicurezza, chiedemmo a tutti i candidati di esplicitare le loro proposte programmatiche che, allora come oggi, non riuscivamo a decifrare. Tutti i candidati parlano genericamente di riforme, discontinuità, di rivoluzione sfuggendo a un vero confronto sui contenuti programmatici.

 Per tale motivo riproviamo a sollecitare un pubblico confronto sui temi, a nostro avviso, essenziali per tirare fuori dalla crisi e dal ritardo di sviluppo la Sicilia. Alla fine del 2012 il Governo Crocetta ereditò una situazione finanziaria della Regione al limite del collasso in un quadro economico mondiale di recessione. Le varie Giunte del Governo Crocetta hanno tentato di avviare diverse riforme senza riuscire, però, a realizzarle –dal fallito scioglimento delle Provincie alla ristrutturazione e alla paralisi della formazione professionale e delle partecipate sino alla mancata occasione dell’approvazione dell’unico disegno di legge regionale di iniziativa popolare contro la povertà-.

Sul riequilibrio del bilancio regionale (sostanzialmente risanato ma rimasto sempre a rischio) il Governo può vantare un risultato positivo, ma non sul “Piano straordinario industriale” incentrato sulle potenzialità inespresse della Regione- dallo sviluppo delle aree industriali e artigianali a quello agroalimentare ambientale integrato con il turismo, la tutela del territorio, i giacimenti culturali, il patrimonio enogastronomico, l’agricoltura biologica. Infatti, le politiche della Regione (e dello Stato) e l’economia siciliana non sono riuscite ad arginare l’incombere della crisi. Nel 2012 proponemmo di affrontare la crisi dell’elettronica a Catania, dei poli chimici, la chiusura della Fiat di Termini, l’implosione delle aree di sviluppo industriale e artigianale, delle infrastrutture materiali e dei servizi alle imprese- i crolli stradali e autostradali, l’arretramento della rete intermodale del trasporto, la riduzione degli investimenti nella ricerca e nell’innovazione, l’indebolimento delle università siciliane, la fuga dei laureati e degli studenti.

Nel triennio 2014/2016, a fronte di una lenta crescita nazionale, la media annuale cumulata di crescita del Pil regionale è stata negativa, -0,4, contro la sostanziale invarianza dell’intero Mezzogiorno e la crescita dell’0,6% dell’Italia (Svimez). Un ritardo di crescita che difficilmente sarà attenuato dal miglioramento congiunturale previsto per il corrente 2017. Nello stesso triennio la disoccupazione è calata di 1,2 punti percentuali (1,3 a livello nazionale) con un incremento medio dell’occupazione dell’0,8% e un’esplosiva crescita della povertà assoluta e relativa delle famiglie che in base alle anticipazioni del rapporto Svimez 2017 sarebbe la più grave a livello nazionale (circa il 70% dei siciliani è relegato nelle fasce di minore reddito della media). Se la Regione avesse approvato il disegno di legge d’iniziativa popolare contro la povertà, ora, dopo l’approvazione del Reddito d’inclusione deciso dal Governo Gentilone per il 2018, si troverebbe in mano lo strumento per allargare la ristretta area dei potenziali utilizzatori. Infatti, con i fondi nazionali appena 40mila famiglie siciliane ne fruirebbero a fronte di quasi 364mila stimate (in Italia quattrocentomila a fronte 4,5 milioni).

Il reddito d’inclusione prevede la presa in carico dei destinatari per formare e accompagnare al lavoro quanti tra loro siano abili, ma senza investimenti pubblici e privati finalizzati alla crescita e a un nuovo modello di sviluppo che ribalti le scelte fallite del neoliberismo perseguito a livello europeo, quanto lavoro sarebbe disponibile?

Su questi temi chiediamo ai candidati alla Presidenza della Regione e all’Ars:

- Intendete approvare all’inizio della prossima legislatura i contenuti del ddl d’iniziativa popolare contro la povertà? - - quale Piano di sviluppo industriale e artigianale presenterete e concerterete con tutte le rappresentanze sociali?

- Come pensate di utilizzare il nuovo ciclo di programmazione europea della spesa dei Fondi strutturali per finanziare e attuare un Piano straordinario per la creazione di lavoro produttivo per giovani e disoccupati (senza nuove forme di precariato)?

- Pensate di attivare una cabina di regia, anche con le forze sociali, per spendere subito le somme disponibili del Patto per la Sicilia e per le aree metropolitane (3mld euro) favorendo l’avvio immediato d’interventi medio piccolo in funzione anticongiunturale e di sostegno occupazionale?

- Rimaste irrisolte tutte le questioni concernenti sviluppo e modernizzazione dell’agroalimentare siciliano condizionato anche dalla presenza mafiosa e dallo strapotere delle multinazionali (vedi i recenti arresti riguardanti il mercato di Vittoria) cosa proponete in concreto?

 Il rapporto con il mercato nazionale ed estero va affrontato chiudendo la filiera con un prodotto di qualità confezionato e con servizi incorporati atti a soddisfare i consumatori finali per negoziare da posizione di forza con la Grande distribuzione organizzata e la rete dei negozi specializzati.

 D’altra parte il mercato globale offre grandi opportunità che vanno colte sostenendo l’innovazione produttiva, organizzativa e commerciale delle imprese. Tutto ciò sosterrà lo sviluppo della filiera agroalimentare integrata col turismo quale industria della mobilità e con la tutela del paesaggio e del territorio verso il quale si dovranno attivare politiche di prevenzione sociale contro gli incendi;

- Irrilevante è stata sinora l’azione finalizzata all’agevolazione dell’accesso al credito alle imprese e alle famiglie. Nel 2016 (secondo l’Osservatorio regionale sul credito) gli impieghi in Sicilia evidenziano un valore complessivo inferiore rispetto a quello registrato nel 2014 e nel 2015. Inoltre sono aumentati gli impieghi alle famiglie consumatrici, mentre sono diminuiti quelli alle famiglie produttrici. Qualche progresso è stato fatto con il recepimento della direttiva CEE per il pagamento delle fatture entro 30gg dall’emissione, in Sicilia il tempo medio è di 78gg, in Italia di 95gg;

- L’organicità dei rapporti dei rapporti tra sistema politico, burocratico, corruttivo e mafioso, nonostante gli sforzi del Governo Crocetta per rendere sempre più trasparente l’azione amministrativa, non è stata scalfita. Come e quando attiverete un’azione legislativa e di governo conseguente? I Piani triennali anticorruzione sono stati redatti in modo corretto, ma non hanno dato corso a una più efficace azione preventiva anticorruttiva e antimafiosa. I risultati di un’efficiente azione repressiva confermano ancora una formidabile presenza territoriale delle organizzazioni mafiose (dal mercato di Vittoria ai recenti omicidi di Palermo, dalla presenza nel mercato della droga, della tratta, dei rifiuti e dei loro sospetti incendi alla mafia dei pascoli e alle collusioni e alle infiltrazioni corruttive e mafiose nella pubblica amministrazione).

 Che fine ha fatto la promessa di una zona franca per la legalità, ma non “affrancata dalla legalità”, nelle aree interne della Sicilia e della premialità delle imprese che rifiutano la contaminazione con la mafia? Rispetterete il Protocollo dell’Antimafia nazionale sull’incandidabilità dei corrotti, dei collusi, dei rinviati a giudizio per reati amministrativi o di mafia, preso atto che la proposta avanzata dalla Commissione antimafia regionale non è stata presa in considerazione dall’Ars? - Riuscirete ad ascoltare e coinvolgere i corpi intermedi della società (rappresentanze del lavoro, delle imprese, del volontariato, dell’antimafia sociale) nell’elaborazione delle politiche pubbliche per riconquistare la fiducia nella politica dei cittadini riducendone la disaffezione e l’astensionismo?

- In conclusione, considerata la presenza tra i candidati di accademici di alto profilo, chiediamo cosa faranno concretamente per trasferire l’innovazione dai centri di ricerca e di eccellenza alle strutture produttive, onde agevolarne la sinergia innescando un sistema di domanda/offerta, condizione fondamentale per sostenere un nuovo modello di sviluppo?

Quale ruolo devono svolgere in questo processo il sistema bancario e gli istituti regionali di finanziamento del credito (Ircac, Crias, Irfis)?

- Come trattenere capitale umano in Sicilia con lo sviluppo di start-up innovative e di un’industria ad alta tecnologia? Infine per ristabilire un clima di fiducia e di speranza, la Politica dovrà dare maggior peso ai bisogni e alle scelte dei cittadini e operare per una nuova stagione dei diritti, prima di tutto quello al lavoro, alla giustizia sociale, a essere liberi dalla mafia e dalla corruzione tra le cause dell’attuale ritardo di sviluppo.



CONFRONTO TRA I CANDIDATI ALLA PRESIDENZA

VENERDÌ 6 OTTOBRE A GIURISPRUDENZA

Venerdì 6 ottobre, alle ore 10, presso l'Aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza in via Maqueda a Palermo si terrà un confronto programmatico con i candidati alla Presidenza della Regione promosso dal Centro Pio La Torre in collaborazione con alcune associazioni universitarie. Tra i temi che verranno trattati durante l'incontro: il resoconto dell'attività legislativa 2012-2017; la legge contro la povertà e la disuguaglianza sociale; la trasparenza amministrativa, l'anticorruzione e l'antimafia; lo sviluppo per la Sicilia

Il dibattito sarà aperto alle domande del pubblico e della stampa e sarà trasmesso in diretta streaming sul sito www.piolatorre.it e sul portale Legalità dell'Ansa.

 di Vito Lo Monaco

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